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“Giustizia imperfetta”: la copertina provoca la Svizzera

Oro, Svizzera e nazismo fanno ancora discutere Keystone

La bandiera svizzera con sopra una croce uncinata fatta di lingotti d'oro: per Joseph Deiss dovrebbe essere proibita.

Una censura negli Usa della copertina del libro dell’ex sottosegretario di Stato Eizenstat ha però scarse probabilità di successo.

Il consigliere federale Joseph Deiss vorrebbe impedire la pubblicazione del libro, scitto da Stuart Eizenstat, ex sottosegretario di Stato americano. Secondo una dichiarazione del Dipartimento federale degli affari esteri, Deiss è “indignato”.

L’immagine e il titolo del libro – Giustizia imperfetta – rappresentano un vilipendio della bandiera svizzera. Per questo Deiss ha reagito ed ha chiesto all’ambasciata svizzera di Washington di valutare la possibilità d’impedire la pubblicazione del libro nella sua attuale forma.

Gli storici svizzeri reagiscono al dibattito con più distacco.

Svizzera, ma non solo

Il libro dovrebbe essere disponibile a partire dal 7 gennaio. Stuart Eizenstat vi illustra il destino dei sopravvissuti all’Olocausto, ripercorrendo l’andamento dei negoziati per i risarcimenti alle vittime.

Nell’opera si parla dei rapporti della Svizzera con la Germania del Terzo Reich. Ma contrariamente a quanto si potrebbe dedurre dall’immagine di copertina, il libro si occupa anche del ruolo svolto da altri Paesi.

In effetti non è tanto il contenuto del libro a suscitare indignazione tra i confederati, quanto il modo in cui questo viene presentato.

“Il bersaglio non è la Svizzera di oggi”

Interrogato dalla Sonntagszeitung, Eizenstat si è detto dispiaciuto dalla reazione elvetica. “Non era mia intenzione mancare di rispetto alla bandiera svizzera”.

L’ex sottosegretario di Stato si è giustificato dicendo che non è la Svizzera odierna il bersaglio delle sue critiche. L’immagine di copertina evoca l’atteggiamento della Banca Nazionale svizzera (BNS) nei confronti della Germania nazista durante la seconda guerra mondiale.

Eizenstat, che era al corrente della copertina del libro, ritiene che si tratti di un’interpretazione corretta poiché la BNS è stata la principale acquirente dell’oro rubato dai nazisti.

Dopo le ultime polemiche, l’ex sottosegretario di Stato si è comunque detto disposto a ridiscutere con gli editori l’immagine della copertina per le versioni in lingua tedesca e francese. Eizenstat ha comunicato la sua decisione nel corso di un’intervista con la televisione svizzera.

Il parere degli storici

Lo storico Jean-François Bergier, presidente della commissione di esperti, che ha analizzato il ruolo della Svizzera durante la Seconda guerra mondiale, in un’intervista con alcuni giornali svizzeri definisce la copertina del libro “scandalosa e di cattivo gusto”.

“L’immagine fa credere che la Svizzera durante il secondo conflitto mondiale fosse complice dei nazisti”, dice Bergier, “e questo è assolutamente falso e mostruoso”.

“La bandiera è un simbolo per il popolo svizzero, e la popolazione non ha niente a che vedere con gli affari della Banca Nazionale”, spiega lo storico.

Per il collega Georg Kreis, che ha fatto parte della commissione di storici, l’immagine in copertina è invece pertinente. “L’oro è chiaramente definito come oro nazista e il fatto che venga messo in relazione con la Svizzera è un dato di fatto storico”, dice Kreis in un’intervista pubblicata dal “Tages Anzeiger”.

“Invece di indignarsi per la copertina di un libro, che nessuno ha ancora letto”, sottolinea Georg Kreis, “bisognerebbe riflettere sul fatto che la nostra Banca Nazionale ha riciclato oro nazista”.

Accordo globale

Dalle colonne di “Matin Dimanche”, Thomas Borer, che ebbe una parte importante nel raggiungimento dell’accordo globale, critica l’atteggiamento di Joseph Deiss.

“La Svizzera non può attaccare attraverso le sue ambasciate un diplomatico che non è più in funzione. Tutto ciò non serve a niente”, afferma l’ex ambasciatore svizzero. “Stuart Eizenstat lavora per un gruppo di avvocati americani che difendono gli interessi di una grande banca svizzera negli Stati Uniti. È su questo terreno che ci si deve battere”.

Stuart Eizenstat aveva partecipato, in qualità di vice ministro degli esteri e ministro delle finanze, ai negoziati per il risarcimento delle vittime dell’Olocausto. Le trattative erano sfociate in un accordo globale che impegnava le banche svizzere a versare 1,25 miliardi di dollari.

swissinfo e agenzie

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