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“Quasi un ricatto”

Nel 1996 tutti parlavano di sponsorizzazioni. Franz Steinegger: "Ci si è sbagliati!" Keystone

Il presidente di Expo.02 Franz Steinegger ammette: "si può quasi parlare di ricatto" con la nuova richiesta di credito di 178 milioni. Governo e parlamento avevano ben poco margine di manovra.

L’Expo è un altro progetto di privatizzazione fallito, riconosce l’urano in un’intervista alla “Neue Luzerner Zeitung”.

Tuttavia, aggiunge l’ex presidente del PLR, gli stessi organizzatori dell’esposizione nazionale si sono trovati con le spalle al muro: interrompere l’esercizio costerebbe 900 milioni di franchi.

Steinegger riconosce ancora una buona dose di miopia: “Ci si è sbagliati nel 1996 pensando che sarebbe stato possibile realizzare un’esposizione a temi con un budget di 1,3 miliardi di franchi, di cui 800 finanziati dall’esterno”. Allora parlavano tutti di sponsoring e di privatizzazione: “Che cosa si sarebbe detto se fosse stato subito chiaro che lo Stato avrebbe dovuto sganciare un miliardo di franchi?”.

Steinegger ritiene tuttavia che non sarebbe stato possibile economizzare i 178 milioni accettati martedì fra molte polemiche dal Consiglio nazionale: l’Expo è “più o meno costruita”, si sarebbe potuto tutt’al più tagliare nelle manifestazioni, ma qualsiasi riduzione dell’orario avrebbe comportato inevitabilmente una diminuzione degli introiti, anche per i ristoranti.

Steinegger si dice stupito del netto risultato del «sì» del Consiglio nazionale, che con 118 voti contro 54 ha approvato un credito supplementare di 120 milioni franchi e la trasformazione in prestito della garanzia federale di deficit di 58 milioni. Per la concessione del credito era richiesta la maggioranza qualificata di 101 voti (la metà più uno dei membri). Dopo l’annunciato «no» da parte del gruppo PPD – che poi in aula si è spaccato a metà – si era temuto il peggio.

Lo scorso 25 febbraio, in una intervista alla «Berner Zeitung», Steinegger aveva affermato che in caso di rifiuto da parte del parlamento sarebbe stata la bancarotta per l’Expo.

swissinfo e agenzie

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