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A 50 anni, Betty Bossi è più in forma che mai

Così si presentava la prima edizione del Corriere Betty Bossi nel 1956 (foto: Betty Bossi) Betty Bossi

La casalinga immaginaria, che con le sue ricette semplici ha conquistato milioni di svizzeri, festeggia quest'anno il suo 50esimo compleanno.

Con una tiratura annua del suo giornale di quasi 900’000 copie ed altre attività annesse, Betty Bossi è diventata una vera e propria icona culinaria.

Provate a chiedere a uno svizzero come si chiama la casalinga elvetica più famosa. «Betty Bossi» vi risponderanno probabilmente nove persone su dieci.

Chi si nasconde dietro a questo nome? Un’arzilla nonna che delizia i palati dei nipotini con semplici ma succulente ricette? Nulla di tutto ciò. Betty Bossi è un po’ come Babbo Natale, per anni ci si crede, poi tutto crolla come un castello di carta.

Dietro a questo nome non si nasconde infatti un personaggio in carne ed ossa. Betty Bossi è semplicemente un marchio, una casalinga immaginaria nata nel 1956 dalla mente di una redattrice pubblicitaria, Emmi Creola-Maag, che cercava un supporto promozionale per vantare i meriti degli olii e dei grassi alimentari commercializzati dalla filiale svizzera della multinazionale Unilever.

Supporto pubblicitario

Ispirandosi da un giornale per massaie di successo pubblicato negli Stati Uniti, il «Betty Crocker», Emmi Creola-Maag adatta il titolo al mercato elvetico: riprende lo stesso nome, molto in voga all’epoca, e aggiunge il cognome «Bossi», relativamente poco diffuso, ma che suona bene, ha una connotazione popolare ed è facile da memorizzare. Nasce così il «Corriere Betty Bossi».

Pubblicato in tedesco e in francese e distribuito nei negozi di alimentazione, il nuovo giornale conosce un successo immediato. Oltre a proporre ricette e a vantare le qualità dei prodotti Unilever, dispensa consigli in materia di cucito, di educazione dei figli o di budget famigliare.

A metà degli anni ’60 il giornale è pubblicato ogni sei settimane. Nel 1972, diventa «Betty Bossi, giornale per la cucina moderna e la casa». L’anno successivo dalle rotative esce il primo libro di ricette, consacrato ai dolci, con una rilegatura a spirale e un formato verticale che rimarrà sostanzialmente immutato col passare degli anni.

Il successo è enorme. Nel 1977 sono fondate le Edizioni Betty Bossi SA, che diventano autonome dalla casa madre Unilever.

Partenariato con Coop

Nel 1986 viene posta un’altra pietra all’edificio, con l’apertura delle scuole di cucina

Una nuova tappa è superata nel 1995, quando Unilever vende la società al gruppo editoriale Ringier SA.

La casalinga preferita dagli svizzeri non perde il treno delle nuove tecnologie e nel 1998 lancia il suo portale internet. Nel 2001, Betty Bossi fa la sua apparizione sul piccolo schermo, con una trasmissione diffusa sul secondo canale della televisione della Svizzera tedesca.

Nello stesso anno, si aprono nuovi e vasti orizzonti: la Coop, la seconda grande catena di distribuzione elvetica, acquista il 50% del capitale azionario.

Sugli scaffali dei suoi supermercati, Coop lancia una gamma di prodotti freschi e pronti per il consumo con il marchio Betty Bossi. I nuovi articoli vanno a ruba: dai circa 100 milioni di franchi di cifra d’affari del 2002 si sale a 360 nel 2003 e a quasi 400 nel 2004.

Semplicità

Ricette alla portata di tutti, spesso dal vago sapore esotico. Sono questi due degli ingredienti che hanno fatto il successo di Betty Bossi.

Betty Bossi ha portato uno stile di ricette «dove ognuno può ottenere un risultato accettabile che assomiglia a quello che figura sulla foto, ciò che non succede sempre con i libri dei grandi cuochi», afferma Isabelle Raboud-Schüle, conservatrice del Museo dell’alimentazione di Vevey.

Uno dei meriti di Betty Bossi è di aver familiarizzato gli svizzeri con dei prodotti venuti da altre parti del mondo, adattandoli ai gusti elvetici.

È una cucina «un po’ svizzera tedesca, che non ha niente di estremo e che si indirizza a un pubblico comune», prosegue Isabelle Raboud-Schüle.

Radicata soprattutto in Svizzera tedesca

Questo forte aggancio con la Svizzera tedesca è confermato dalle cifre. Delle oltre 850’000 copie annue del giornale, tutte esclusivamente vendute tramite abbonamento, l’80% sono infatti distribuite nei cantoni di lingua tedesca, ci dice Ruth Bannwart, responsabile della comunicazione di Betty Bossi.

La società non ha mai pensato di pubblicare anche in italiano, poiché il mercato è troppo piccolo. «Cerchiamo di raggiungere il pubblico in Ticino con le edizioni in francese», aggiunge Ruth Bannwart.

Betty Bossi finora non si è mai affacciata al di fuori delle frontiere. Le cose potrebbero però presto cambiare: «Da due anni abbiamo iniziato un test con France Loisirs (ndr: una delle principali società di vendita di libri per corrispondenza francese)», spiega la portavoce della società. Se i risultati saranno positivi, chissà, la fantomatica casalinga svizzera potrebbe forse conquistare anche gli esigenti palati transalpini.

swissinfo, Daniele Mariani

Nel 2004, Betty Bossi ha registrato una cifra d’affari di 81 milioni di franchi.
La società occupa 114 dipendenti.
Il giornale esce dieci volte all’anno in francese e in tedesco, con una tiratura di 879’000 copie.
Ogni anno sono pubblicati da tre a cinque libri di ricette tematici. La tiratura è di circa un milione di copie.

Dopo essersi concentrata per una trentina d’anni su attività esclusivamente editoriali, nel 1986 Betty Bossi ha iniziato a diversificarsi, lanciando dei corsi di cucina. Oggi ne vengono organizzati circa 200 l’anno, con oltre 3’000 partecipanti.

La società produce pure articoli per la casa e la cucina. Ogni anno vengono prodotti 40-50 nuovi oggetti, venduti a 1,8 milioni di esemplari.

Dal 2001, la società produce pure una ventina di programmi televisivi ogni anno, diffusi in Svizzera tedesca e in Svizzera francese.

In collaborazione con la Coop, la società ha pure sviluppato una gamma di oltre 500 prodotti freschi.

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