Prospettive svizzere in 10 lingue

A.A.A. Impiegato di banca cerca lavoro

AFP

L'annuncio dell'ulteriore soppressione di impieghi da parte dell'UBS non ha colto nessuno di sorpresa. Ma qual è la situazione generale del mercato del lavoro nel settore bancario in Svizzera?

«Doloroso ma necessario»: questa frase mercoledì era sulle labbra di tutti, fatta eccezione per la sinistra, che ha fortemente criticato i tagli. La ristrutturazione draconiana comunicata dai vertici della banca svizzera era infatti attesa.

«Era presumibile che in occasione della loro prima assemblea generale la nuova presidenza e la nuova direzione della banca avrebbero mandato segnali forti, seppur di tipo negativo», riassume Franco Citterio, direttore dell’Associazione dei banchieri ticinesi.

Gli 8’700 impieghi che l’UBS intende sopprimere entro il 2010, vanno ad aggiungersi ai circa 8’000 già cancellati nel 2008. A livello mondiale, nel settore finanziario dall’agosto del 2007 sono andati persi oltre 325’000 posti di lavoro, stando a un rapporto pubblicato a fine febbraio dall’Ufficio internazionale del lavoro.

In Svizzera la banca eliminerà 2’500 posti a tempo pieno (circa la metà tramite licenziamenti), pari a quasi il 10% degli effettivi. La ristrutturazione toccherà soprattutto la piazza zurighese.

Nessuna bufera…

Finora la piazza finanziaria elvetica era stata relativamente risparmiata dai tagli. Ristrutturazioni della dimensione di quella annunciata in novembre dalla banca statunitense Citigroup – soppressione di 50’000 posti su 300’000 circa – fino a questo momento non ve ne erano state.

Alla fine di marzo di quest’anno, i disoccupati del ramo bancario erano 3’285, 1’200 in più rispetto al gennaio del 2008, stando alle cifre della Segreteria di Stato dell’economia. Cifre tutto sommato contenute. Ma, dopo la ristrutturazione dell’UBS, «se si mette in relazione il numero di impieghi cancellati con la grandezza della Svizzera, la situazione è abbastanza grave anche da noi», osserva Barbara Gisi, della Società svizzera degli impiegati di commercio.

Denise Chervet, segretaria generale dell’Associazione svizzera degli impiegati di banca, condivide questa analisi: «Se paragoniamo la Svizzera con l’Islanda, l’Irlanda o anche gli Stati Uniti, da noi la situazione è sicuramente meno critica. Per contro è più grave rispetto ad altri paesi con una piazza finanziaria più modesta».

Franco Citterio dipinge un quadro a tinte meno fosche: «In America e in Asia si è proceduto a numerose assunzioni quando i mercati ‘tiravano’. Il mercato svizzero, così come quello europeo, è invece più maturo. Vi sono sì stati degli aumenti di personale, ma non in maniera così eclatante. Per questo i tagli adesso avvengono soprattutto all’estero».

… ma la depressione è stazionaria

La piazza finanziaria ticinese, la terza in ordine d’importanza dopo Zurigo e Ginevra, illustra bene questo esempio: nel 2008 sono stati cancellati solo un’ottantina di posti di lavoro su circa 7’700. Per quanto concerne l’UBS, la ristrutturazione annunciata mercoledì dovrebbe tradursi nella perdita di un centinaio di impieghi, con 30-40 licenziamenti.

«Quest’anno non ci saranno più ammortizzatori sociali come ad esempio i prepensionamenti o la fluttuazione naturale. Forse i provvedimenti saranno un po’ più drastici. Se consideriamo però che stiamo vivendo la più grossa crisi finanziaria del dopoguerra, le conseguenze sono relativamente limitate», sottolinea Citterio.

Valerio Agustoni, segretario della sezione ticinese della Società svizzera degli impiegati di commercio, conferma: «Sostanzialmente la situazione è relativamente stabile, malgrado il marasma che regna nel settore finanziario».

Licenziamenti ‘soft’

Le nubi rimangono comunque fitte, tanto più che diversi istituti bancari, in particolare privati, hanno proceduto negli ultimi mesi a una serie di licenziamenti ‘soft’. Dieci, quindici, venti persone al massimo.

«È una tendenza che effettivamente abbiamo potuto constatare», conferma Barbara Gisi. «A prima vista quando vengono soppressi una dozzina di impieghi non è grave. Quando però si tirano le somme…».

Le ragioni di questo modo di procedere sono diverse. Alcune banche vogliono forse evitare di doversi accollare gli oneri di un piano sociale. Il Codice delle obbligazioni statuisce che in caso di licenziamento collettivo (più del 10% degli effettivi di una società) la ditta è tenuta a consultare i lavoratori. Altre cercano di rassicurare la clientela. Altre ancora tentano di rivalorizzare i loro titoli.

Prospettive difficili

Per gli impiegati di banca che perdono il loro lavoro le prospettive sono assai difficili, in particolare per «chi ha lavorato per 20 o 30 anni nello stesso settore senza seguire una formazione continua», spiega Barbara Gisi.

«Alcune banche stanno assumendo personale, penso ad esempio alla Banca Migros o alla Raiffeisen», afferma dal canto suo Pascal Berset, della Società svizzera degli impiegati di commercio. «Si tratta però di un fenomeno marginale. In generale, viste le prospettive, il settore bancario non assume. I prossimi mesi saranno molto difficili».

E per chi il posto di lavoro non lo ha perso, la situazione è spesso altrettanto logorante. «La preoccupazione è grande», afferma Barbara Gisi. «Molti impiegati di banca sono rassegnati, altri sono nell’aspettativa e altri ancora reagiscono con collera, in particolare nei confronti dei manager e del loro egoismo».

swissinfo, Daniele Mariani

La vicenda dei dati dei clienti dell’UBS trasmessi alle autorità americane e soprattutto l’incertezza sul fronte del segreto bancario sono fonte di particolare stress per gli impiegati di banca, che ogni giorno sono confrontati alle domande della clientela, osserva Franco Citterio.

Secondo il direttore dell’Associazione dei banchieri ticinesi, l’allentamento del segreto bancario deciso dal governo svizzero non si tradurrà per forza in un ulteriore ridimensionamento della piazza finanziaria elvetica.

«È difficile prevedere quello che succederà, visto che i ritmi per rivedere i trattati di doppia imposizione saranno assai lunghi. È però primordiale che il principio di una maggiore collaborazione venga applicato con la massima cautela e che altri paesi che ci fanno concorrenza, ad esempio Singapore o Londra, siano messi sullo stesso piano», afferma Citterio. «In questo caso la clientela non potrà che rimanere. Quando si calmeranno le acque cambierà poco, sono fiducioso».

Con le misure annunciate mercoledì, l’UBS mira a comprimere i costi di 3,5-4 miliardi di franchi.

Alla fine del 2007, la banca impiegava a livello mondiale 83’560 persone in equivalenti a tempo pieno. Entro il 2010 dovrebbero restarne 67’500, pari a una riduzione del 19% nello spazio di due anni.

Per i dipendenti che perderanno il posto di lavoro è stato predisposto un piano sociale, definito «molto buono» da Denise Chervet.

Secondo la segretaria generale dell’Associazione svizzera degli impiegati di banca, l’isitituto sta compiendo uno sforzo “molto importante per aiutare le persone a ritrovare un posto di lavoro all’interno della banca o all’esterno”.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR