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ABB, profondo rosso

ABB deve far fronte ad una montagna di debiti Keystone

Il gruppo tecnologico elvetico-svedese ha registrato una perdita di oltre un miliardo di franchi a causa dei processi sull'amianto negli Usa e i costi di ristrutturazione.

Ma ABB spera che il peggio sia passato e vuol tornare presto nelle cifre nere.

Gli analisti si aspettavano altre cattive notizie dal gruppo in difficoltà da un po’ di tempo, ma i risultati di giovedì hanno superato ampiamente le previsioni più pessimistiche, che parlavano di perdite per 550 milioni di dollari.

Dopo quella di 936,39 milioni dell’anno precedente ABB ha dunque archiviato il 2002 con una perdita record di 787 milioni di dollari (1,066 miliardi di franchi).

Due le cause del cattivo risultato: gli accantonamenti accumulati per risolvere le vertenze giuridiche sull’amianto negli Stati Uniti e i costi di ristrutturazione sulle attività dismesse.

Utile operativo e fatturato

ABB ha realizzato un utile operativo Ebit prima di interessi e imposte di 336 milioni di dollari, in aumento dell’88 per cento rispetto all’esercizio precedente.

Il margine Ebit si è fissato all’1,8 per cento e l’obiettivo per il 2003 è di salire al 4 per cento. Il fatturato ha segnato una flessione del 6 per cento a 18,295 miliardi di dollari, mentre i nuovi ordini ammontavano alla fine del 2002 a 1,81 miliardi (1,96 alla fine del 2001).

Superata la boa del 2002

«Il 2002 è stato un anno difficile, ma ora è alle nostre spalle», ha commentato il presidente della direzione Jürgen Dormann. «Le attività strategiche hanno dato buoni risultati e ho fiducia nelle nostre capacità di conseguire gli obiettivi di crescita e di tornare a generare utili nel 2003».

Il piano di ristrutturazione annunciato alla fine dello scorso anno, che comporterà risparmi per 800 milioni di dollari e la cancellazione di 10mila posti di lavoro, dovrebbe permettere al gruppo di accrescere l’utile operativo del 20 per cento.

Il processo dell’amianto

ABB aveva raggiunto lo scorso dicembre un accordo negli Stati Uniti circa il processo dell’amianto, con un totale di indennizzi da pagare alle vittime di 1,2 miliardi di dollari.

La questione delle denunce pesava da tempo sulla grande azienda, che per far fronte ai problemi di liquidità ha ottenuto un credito bancario di 1,5 miliardi di dollari, per permettergli di disporre di una certa liquidità per i prossimi due anni.

Il carosello dei dirigenti

ABB è stata l’anno scorso al centro delle polemiche anche per il continuo avvicendarsi dei dirigenti, e per lo scandalo legato alle indennità percepite da alcuni di loro.

In particolare due ex-presidenti della direzione, Percy Barnievik e Göran Lindahl, avevano incassato indennità e capitali pensionistici per 233 milioni di franchi, in parte poi rimborsati.

swissinfo e agenzie

I risultati annunciati oggi non entusiasmano gli analisti finanziari. Anche se la perdita è meno elevata del previsto, la struttura del bilancio, in particolare il valore dei fondi propri, non convince.

I maggiori problemi di ABB sono rappresentati dalle attività dismesse o destinate alla vendita – l’unità «Structured Finance» e la divisione «Petrolio, gas e petrolchimica» – e gli accantonamenti per la vicenda riguardante l’amianto.

ABB fu creata nel 1988 dalla fusione della ditta svedese Asea e della svizzera Brown Boveri.
Il gruppo ha annunciato oltre 10.000 tagli di personale.
Il debito netto di ABB l’anno scorso era di $2,6 miliardi.
Nessun dividendo verrà pagato per il 2002.

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