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AI: riforma tocca anche gli svizzeri all’estero

Rendita invalidità svizzera, vita all'estero: la somma va adeguata al costo della vita nel paese ospite? Keystone

L'Assicurazione invalidità (AI) registra deficit miliardari e va risanata. Ma sul «come» gli spiriti si dividono.

Tra le proposte c’è quella di adattare le rendite al potere d’acquisto del paese in cui vengono ritirate. Un provvedimento che toccherebbe anche gli svizzeri all’estero.

Nella sua sessione primaverile, il Consiglio nazionale – la camera bassa del parlamento elvetico – ha licenziato la quinta revisione dell’Assicurazione invalidità (AI).

Ma se la maggioranza borghese si è detta soddisfatta del nuovo paradigma «reinserimento prima della rendita», la sinistra punta il dito contro quella che giudica un’opera di smantellamento dalle conseguenze pesanti, prima fra tutte una dolorosa e incisiva riduzione delle prestazioni.

Una minoranza della commissione competente, composta dai membri dell’Unione democratica di centro (destra) e del Partito popolare democratico (centro), ha proposto di adattare le rendite maturate in Svizzera, ma percepite all’estero, al potere d’acquisto del paese di residenza degli assicurati.

La sinistra e una parte dei liberali radicali – trascinati dal «loro» ministro degli affari sociali Pascal Couchepin – hanno tentato invano d’impedire che questa misura «meschina», burocraticamente impegnativa e dalle scarse ricadute economiche andasse a rovinare la buona reputazione della Svizzera.

Mario Christoffel, responsabile dell’Ufficio federale delle assicurazioni sociali per quanto riguarda le prestazioni complementari dell’Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS) e le Indennità per perdita di guadagno (IPG), spiega a swissinfo che questo provvedimento non riguarderà le persone residenti nell’Unione europea, in Canada e negli Stati uniti. «Queste rendite non possono essere ridotte, perché con gli Stati in questione ci sono degli accordi riguardanti le assicurazioni sociali».

Gli accordi escludono una limitazione delle rendite, che devono essere versate ai lavoratori stranieri rientrati in patria alle stesse condizioni vigenti per i cittadini svizzeri. In questo quadro rientrano buona parte delle rendite AI versate all’estero, poiché i beneficiari si trovano soprattutto in Germania, Francia, Italia, Spagna e Portogallo.

L’adeguamento delle rendite al potere d’acquisto riguarda solo paesi con i quali la Svizzera non ha accordi riguardanti lo Stato sociale. Già oggi, i cittadini di questi paesi possono riscuotere la rendita solo se hanno il loro domicilio in Svizzera. In altre parole, se un lavoratore asiatico rientra nel suo paese d’origine perde il diritto al versamento della rendita d’invalidità.

Colpiti gli svizzeri all’estero

«Tutti i versamenti effettuati in questi paesi riguardano svizzeri all’estero o cittadini di Stati con i quali esiste un accordo sulle assicurazioni sociali», spiega Christoffel.

Le rendite versate in paesi con i quali non ci sono accordi in vigore sono circa 1100. Di queste, 1000 vanno a cittadini svizzeri. Non si tratta, dunque, che di una piccola parte delle 290’000 rendite versate dall’AI.

Durante la discussione parlamentare, si è detto che ridurre le rendite all’estero permetterebbe di risparmiare 15 milioni di franchi. Christoffel sottolinea che si tratta di stime. «È ovvio, bisogna pensare anche ai risparmi. Ma questo è solo un aspetto. L’altro è che una misura simile colpirebbe in più del 90% dei casi degli svizzeri all’estero».

Christoffel fa l’esempio della Tailandia, dove vengono versate 230 rendite: solo 8 vanno a cittadini stranieri, il resto dei casi riguarda degli svizzeri.

Rendite per i figli

Oltre alla loro rendita, i beneficiari dell’assicurazione invalidità possono ottenere una rendita complementare per i figli. «In Tailandia le rendite per i figli sono un centinaio», spiega Christoffel. «Non è molto di più della media».

Naturalmente non si può escludere che alcuni beneficiari residenti in Tailandia abbiano messo al mondo dei figli per riscuotere una rendita più sostanziosa. Ma secondo Christoffel si tratta di casi isolati.

Il diritto ad una rendita per i figli non si estingue automaticamente al momento del passaggio dall’Assicurazione invalidità all’Assicurazione vecchiaia (AVS). Anche chi riscuote l’AVS può contare su rendite per i figli se questi non hanno ancora raggiunto i 18 anni (i 25 se in formazione).

Prima di entrare in vigore, la quinta revisione dell’AI deve essere ancora discussa dal Consiglio degli Stati (Camera alta) e non è escluso che vengano apportati dei cambiamenti.

swissinfo, Etienne Strebel
(traduzione, Doris Lucini)

I punti principali della quinta revisione dell’Assicurazione invalidità:

– la Camera bassa chiede di rendere più restrittivo l’accesso alla rendita d’invalidità e di prolungare da uno a tre anni il periodo minimo d’assicurazione.

– diritto alla rendita riconosciuto solo quando gli assicurati non possono trovare o mantenere un lavoro nemmeno dopo aver messo in pratica tutte le misure volte al reinserimento professionale proposte dall’AI.

– aboliti il «supplemento di carriera» (risparmi per 100 milioni di franchi) e le rendite supplementari (risparmi per 116 milioni).

– adeguamento delle rendite al potere d’acquisto del paese in cui vengono versate.

– riduzione delle rendite per figli se, unite alla rendita AI, permettono di superare il 90% del reddito medio.

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