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Al di là delle frontiere, la doppia nazionalità

Per una persona con la doppia nazionalità la nozione di frontiera perde un po' del suo senso originario Keystone

L'amore per un paese non è esclusivo. Due personalità, molto differenti tra di loro, lo sanno bene. Il grafico e pittore Roger Pfund e il politico radicale Sébastien Leprat ne parlano a cuore aperto.

Una bella occasione, dunque, per comprendere come nasce e si costruisce l’attaccamento a due paesi. E per parlare di democrazia, di apertura, di Europa e di UDC, ecc…

Al 31 dicembre 2006 il numero di svizzeri residenti all’estero era di 645’010 unità. Tra di loro, 460’065 (ossia il 71,3%) avevano la doppia cittadinanza. Secondo l’ambasciata di Francia, i cittadini e le cittadine francesi residenti in Svizzera oscillano tra 150’000 e 200’000. E sono in molti ad avere la doppia nazionalità.

Alla mia sinistra (voterà Ségolène Royale) Roger Pfund, che ho incontrato nel suo atelier ginevrino. Pfund, grafico e pittore, ha firmato l’ultima serie di banconote francesi e ha ideato l’attuale passaporto rossocrociato. Il padre bernese e la madre originaria della Borgogna si erano incontrati a Parigi. Lui, Roger, è nato a Berna, ma l’attrazione per la francofonia non ha tardato ad avere la meglio. Vive a Ginevra dal 1971.

Alla mia destra (voterà Nicolas Sarkozy) Sébastien Leprat, che ho incontrato in un ristorante a Berna. E’ segretario politico del Partito radicale svizzero (PRD) e membro dell’UMP francese. E’ nato a Parigi e, più precisamente, nel Vésinet. Ma suo nonno, emigrato in Francia, era di origine sciaffusana. E’ grazie a lui che, vent’anni fa, Sébastien Leprat ha potuto ottenere la doppia nazionalità. Un legame elvetico irrobustito sposando una donna bernese e scegliendo di abitare, dal 2000, in Svizzera.

Il cuore che batte per due

Piccolo test, per cominciare. Quale carta d’identità portano con loro i nostri due interlocutori? “In Svizzera tutte e due. In Francia – risponde Leprat – i documenti francesi”. Per quanto riguarda Pfund: “In Svizzera, i documenti svizzeri e in Francia i due passaporti”. Simmetria perfetta. Sebbene Pfund sente il bisogno di precisare: “preferisco il passaporto svizzero, visto che l’ho creato io. Quello francese è davvero glauco”.

“Ho due amori: il mio paese e Parigi”, così cantava Josephine Baker, che aveva il cuore grande. Ma è davvero possibile sentirsi profondamente e intimamente legati a due paesi?

“Certo che sì! – afferma con entusiasmo Roger Pfund. La scelta di stare a Ginevra è in sé molto chiara: è una città internazionale. A Ginevra mi sento franco-svizzero, mi muovo lungo assi svizzeri e lungo assi europei”.

“Del resto il mio spirito ha sempre avuto i colori dell’Europa, per la quale mi sono battuto. Mi dispiace che la Svizzera ne sia ancora fuori”. Sébastien Leprat va nella stessa direzione. “Sono convinto dell’esistenza di un’identità europea”.

Il valore della multiculturalità

Ma allora, due uomini così, come reagiscono alla proposta dell’UDC (Unione democratica di centro, destra nazionalista) che vuole rimettere in gioco il diritto alla doppia nazionalità? “Per me – afferma Leprat – si tratta di una provocazione. Mi pare inoltre che una tale posizione metta in luce una scarsa conoscenza della politica migratoria seguita dalla Svizzera da ormai diversi decenni”.

Decisamente più radicale il commento di Roger Pfund: “Credo alla mescolanza delle nazionalità come fossero dei colori. Ed è questo che amo a Ginevra: questo mondo colorato. La multiculturalità fa parte del mio impegno, in tutte le mie attività. Mi sento pure, nell’anima, africano e sudamericano. I racconti dell’UDC non mi interessano minimamente”.

Lottare per la democrazia

La campagna per le presidenziali francesi è seguita da entrambi con grande attenzione. Sébastien Leprat con lo sguardo del politico professionista. Tra l’altro, come riassumere l’attività di politico in Svizzera e in Francia?

“In Francia fare politica significa inserirsi in una dimensione di democrazia rappresentativa: ossia, essere in chiaro che il luogo privilegiato dell’azione politica sono il Parlamento e il Governo. In Svizzera è molto più complesso”.

“Si tratta di compiere un esercizio di grande umiltà, poiché si è confrontati con una rimessa in causa permanente delle posizioni, legate alle dinamiche della democrazia diretta. Il francese è legato al culto del capo, gli svizzeri sono invece molto più liberi nei confronti delle loro élite politiche”. Secondo Sébastien Leprat, gli svizzeri non si rendono sempre conto di questo valore.

“Come francese di origine, sono portato a pensare che dietro ogni forma di democrazia ci sia una lotta. A partire dalla Rivoluzione francese, la Francia ha provato tutti i regimi istituzionali possibili, passando spesso per le armi e in ogni caso attraversando momenti di altissima tensione. Potersi esprimere su tutto significa godere di una grande opportunità. Ho l’impressione che gli svizzeri non siano sufficientemente consapevoli di questo valore, che considerano un diritto naturale”.

E a proposito di diritti democratici, il 21 aprile (primo turno) e il 6 maggio (secondo turno) Roger Pfund voterà a Ginevra. Sébastien Leprat a Berna, dove controllerà l’ufficio di voto all’ambasciata di Francia.

swissinfo, Bernard Léchot
(traduzione e adattamento dal francese Françoise Gehring)

Roger Pfund è nato a Berna nel 1943. Vive e lavora a Ginevra dal 1971. Appassionato di Jazz, si è indirizzato verso la pittura, la grafica e il design.

Dal punto di vista del suo lavoro di grafico, Pfund ha sempre concentrato le proprie attività nei settori umanitario e culturale.

Parallelamente si specializzato nell’ideazione di banconote; nel 1971 realizza, infatti, la serie di riserva della Banca nazionale svizzera. Dieci anni dopo firma l’ultima serie di banconote francesi. Suo anche l’ultimo passaporto rossocrociato.

Sébastien Leprat è nato nel Vésinet, vicino a Parigi. Studi di diritto a Parigi, che interrompe momentaneamente nel 1995 per lavorare nello staff che prepara la campagna presidenziale di Chirac.

Dopo l’incontro con la sua futura sposa, una svizzera, lavora per due anni in Alta Savoia per avvicinarsi alla Svizzera. Nel 2000 entra nel Partito radicale democratico (PRD) come segretario politico.

Segue dei corsi all’IDHEAP (L’alta scuola in amministrazione pubblica di Losanna) per ottenere un master in amministrazione pubblica.

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