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Al via il Salone dell’auto di Ginevra

Alcuni dei prototipi che la faranno da padroni al Palexpo swissinfo.ch

Dal 7 al 17 marzo ha luogo la 72esima edizione della vetrina internazionale dell'auto forse più amata dai costruttori e dal pubblico.

“Il fatto di essere organizzato “in campo neutro”, da un paese che non è produttore di auto assicura al Salone di Ginevra una notevole reputazione e un’attenzione mediatica eccezionale”. Così riassume per swissinfo il successo della manifestazione René Lambelet, vice direttore del Salone e responsabile della comunicazione ed aggiunge questo esempio: “Il capo di Peugeot mi diceva qualche anno fa che se espone a Parigi ha l’impressione di schiacciare la concorrenza, quando va a Francoforte si sente messo in un angolo. Qui invece tutti sono trattati alla pari”.

Ogni primavera

Un altro fattore decisivo è che Ginevra ha una cadenza annuale, al contrario di altri grandi saloni come Parigi o Francoforte, che vengono organizzati ogni due anni. Parigi, Francoforte, Ginevra, Detroit e Tokyo sono la serie “A” dei saloni, per così dire. Poi ci sono i saloni di serie “B”, tra cui anche il Salone dell’auto di Torino e, dalla caduta del muro di Berlino, anche diverse esposizioni minori nei paesi dell’ex-blocco sovietico.

Quest’anno per la prima volta il salone dell’auto di Torino è stato cancellato per mancanza di interesse da parte degli espositori: stessa sorte era toccata l’anno precedente a quello di Londra. Ginevra ha ragione di sentirsi al sicuro dalla crisi che ha colpito le esposizioni minori? “Assolutamente, proprio perché i grandi costruttori si concentrano sempre di più sulle manifestazioni di maggior rilievo” risponde Lambelet e aggiunge: “Poi noi apriamo in primavera, che è sempre il momento più favorevole per presentare le novità.”

Un altro dato che conferma la salute del Salone di Ginevra: la richiesta di spazi espositivi è stata superiore ai 72 000 mq (un nuovo record assoluto). Il salone è stato in grado di attribuire “solamente” una superficie espositiva netta di 63 000 mq. Le marche sono circa 900, provenienti da più di trenta paesi.

Le primizie

I grandi costruttori presentano regolarmente a Ginevra molte di novità significative. Per questa edizione le prime mondiali ed europee sono ben 50 nel settore delle autovetture da turismo e altrettante negli altri settori.

Tanto per citarne una, la Volkswagen ha scelto proprio Ginevra per presentare il suo primo modello di berlina di lusso, la Phaeton. Poi c’è una Ferrari nuova di zecca, che fa sempre pubblicità, e naturalmente tanti prototipi che sono una delle attrazioni maggiori di ogni salone. Un vero concentrato di innovazioni tecnologiche e di design futuristici, motori senza albero di trasmissione, freni senza cavi e computer di bordo che possono addirittura anticipare l’eventualità di un impatto.

“Quello che abbiamo notato” sottolinea ancora René Lambelet ” è che il periodo tra la presentazione di un prototipo e la sua messa in produzione tende ad accorciarsi”. Ad esempio la “be up”, un quadriciclo a motore di produzione francese con design Giugiaro che era un prototipo l’anno scorso. Sarà in vendita anche in Svizzera prima della fine dell’anno. Nella categoria F questo ibrido tra una moto e un’auto si potrà guidare già a sedici anni.

Mobilità, abitabilità e un po’ di ecologia

“Una tendenza che si nota quest’anno è lo sviluppo continuo delle cosiddette utility cars di cui si cerca di migliorare l’abitabilità”, spiega Lambelet. Sono per intenderci i famosi “van” prediletti dalle famiglie. Ma in un Salone dell’auto che ha luogo in Svizzera non possono mancare alcuni temi che animano il dibattito politico nostrano, come la diminuzione dei consumi e delle emissioni inquinanti.

Per il portavoce del Salone la soluzione passa per i motori a diesel: “che dobbiamo assolutamente aumentare in Svizzera”. Infatti, da noi, nonostante si sia passati negli ultimi anni dal 3% al 12%, la percentuale di diesel è ancora molto al di sotto della media europea. In Belgio, Austria e Svezia siamo addirittura sulla soglia del 50%, in Francia del 49%.

I motori diesel consumano molto meno di quelli a benzina e producono anche meno CO2. In pochi anni le innovazioni tecnologiche ne hanno fatto un motore d’avanguardia. In Svizzera però, al contrario degli altri paesi europei, questo tipo di carburante costa di più della benzina. “Bisogna che ciò cambi e ci impegneremo a questo scopo” dichiara sulla guida al Salone Tony Wohlgensiger, presidente di auto-suisse, nonché vicepresidente del consiglio di fondazione del Salone di Ginevra. Di auto nuove in Svizzera se ne vendono sempre più, con o senza crisi. La sfida del diesel è lanciata.

Raffaella Rossello

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