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Alla ricerca di un miglior equilibrio finanziario

La perequazione finanziaria è la colla del federalismo svizzero RTS

Riorganizzare i rapporti finanziari tra Confederazione e cantoni, ristabilire un equilibrio tra cantoni ricchi e cantoni poveri. È l'obiettivo della nuova perequazione finanziaria.

Discussa nella sessione estiva dal Consiglio nazionale (la camera del popolo), la revisione ha l’ambizione di rafforzare il federalismo svizzero. La sinistra teme però uno smantellamento sociale.

La perequazione finanziaria in Svizzera si basa su una legge del 1959 e su un serie di misure elaborate in maniera non coordinata nel corso degli anni. Pochi esperti sono ancora in grado di orientarsi in una materia tanto complessa.

Riordinare la perequazione finanziaria

Oltretutto, l’attuale sistema non è più in grado di rispondere al suo compito principale, il riequilibrio della forza finanziaria dei cantoni.

Nello stesso tempo, i cantoni hanno visto erodersi parte delle loro autonomia politica e finanziaria a favore della Confederazione, che a sua volta, confrontata con crescenti difficoltà finanziarie, vedrebbe di buon occhio una ridistribuzione degli oneri.

Il progetto di revisione della perequazione finanziaria vuole rimettere ordine nella materia, definendo con maggiore chiarezza la suddivisione dei compiti tra Confederazione e cantoni, favorendo la collaborazione intercantonale, riformando la ridistribuzione delle risorse, destinando risorse particolari ai cantoni confrontati con problemi particolari (essenzialmente i cantoni di montagna e quelli con grandi città).

Lo scoglio dei rapporti tra Confederazione e cantoni

Proprio la prima parte del pacchetto di riforme – la suddivisione dei compiti tra Confederazione e cantoni – ha monopolizzato giovedì e venerdì il dibattito nel Consiglio nazionale. Il tema della perequazione vera e propria non è ancora stato affrontato e potrebbe slittare addirittura alla sessione di autunno.

Attualmente, in molti ambiti le competenze di Confederazione e cantoni si sovrappongono in maniera poco trasparente. La revisione prevede di attribuire una competenza esclusiva ai cantoni in 15 settori, tra cui per esempio l’assistenza agli andicappati.

La sinistra teme che questo equivalga ad uno smantellamento di prestazioni sociali. In apertura del dibattito, giovedì, ha persino proposto di rinviare tutto il progetto al governo o alla commissione preparatoria. Ma si è scontrata con una destra compatta.

Una serie di sconfitte per la sinistra

Con 94 voti a 58, il Consiglio nazionale ha così deciso che la Confederazione non deve intervenire nel settore dell’educazione speciale per bambini o degli adolescenti handicappati.

La sinistra non è riuscita a far accettare neppure il rafforzamento del ruolo della Confederazione nell’aiuto finanziario agli studi. D’altro canto, Unione democratica di centro e liberali che chiedevano di restringere le competenze federali in materia hanno dovuto battere in ritirata.

Un altro schiaffo alla sinistra è venuto dalla discussione attorno alle prestazioni complementari per l’Assicurazione vecchiaia superstiti (AVS) e Assicurazione invalidità (AI) che verranno «cantonalizzate».

La Confederazione si occuperebbe di coprire i bisogni vitali, mentre ai cantoni rimarrebbe la competenza per quanto riguarda le case di cura e gli istituti specializzati. Per la sinistra, tale sviluppo rischia di far decadere tali prestazioni al livello dell’assistenza pubblica.

Nessuna decisione è stata ancora presa per quanto riguarda la ripartizione dei compiti dell’AI. Stando al progetto, la Confederazione rimarrebbe competente per le prestazioni individuali, mentre i cantoni si occuperebbero della case di cure e degli istituti. Un tentativo dei socialisti di affossare tale cambiamento è stato respinto per 76 voti a 59.

Nel settore dei trasporti, i cantoni dovrebbero – di nuovo contro il parere della sinistra – prendersi cura delle misure per separare il traffico stradale da quello ferroviario (i passaggi a livello, in altre parole).

Il Consiglio nazionale non ha voluto nemmeno condizionare il dibattito in corso sull’Avs e ha respinto una proposta dell’UDC che voleva destinare direttamente al primo pilastro i proventi percepiti su alcol e tabacco, compresa l’Iva, senza passare dapprima dalle casse federali.

Il dibattito è destinato a continuare da lunedì e forse slitterà addirittura all’autunno. In ogni caso, anche il popolo sarà chiamato ad esprimersi sulla nuova perequazione finanziaria, perché la riforma prevede la modifica di alcuni articoli costituzionali.

swissinfo e agenzie

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