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Almeno 200 franchi per ogni figlio

Le famiglie avranno diritto in futuro a 200 franchi al mese per ogni figlio Keystone

Le famiglie riceveranno in tutti i cantoni svizzeri un aiuto minimo di 200 franchi mensili per figlio e 250 per i giovani in formazione.

Lunedì il Consiglio degli Stati si è allineato sulla proposta sostenuta dalla Camera bassa, ponendo fine a 14 anni di dibattiti sull’armonizzazione degli assegni famigliari.

Respinta ancora di misura una prima volta nel settembre scorso, questa volta l’idea di armonizzare a livello federale gli assegni per i figli ha fatto breccia tra i «senatori» che hanno accettato il principio di fissare un aiuto minimo di 200 franchi mensili per figlio e a 250 per i giovani in formazione.

La minoranza della commissione competente è riuscita a far cambiare idea alla maggioranza della Camera alta, che ha deciso – con 23 voti favorevoli e 19 contrari – di adeguarsi alla versione già adottata dal Consiglio nazionale.

Se accettato definitivamente, il nuovo regime costerebbe circa 700 milioni all’economia e 200 ai poteri pubblici.

L’idea di proporre assegni famigliari minimi a livello federale è un controprogetto indiretto a un’iniziativa popolare del sindacato Travail.Suisse, che chiede un assegno di 450 franchi al mese per ogni figlio.

Attualmente le prestazioni variano da 160 a 444 franchi a seconda dei cantoni. Solo nove cantoni pagano più di 200 franchi per figlio.

Federalismo e problemi economici

Che il risultato sarebbe stato combattuto si poteva arguire da quanto accaduto in commissione, dove il no all’armonizzazione era stato deciso col voto determinante della presidente Erika Forster, rappresentante del Partito liberale radicale.

Quest’ultima ha motivato oggi il suo no dinnanzi al plenum, appellandosi al federalismo: in Svizzera la politica sociale è innanzitutto di competenza dei cantoni.

Erika Foster ha inoltre fatto valere argomenti di carattere economico: la soluzione unitaria rischierebbe di danneggiare le piccole e medie imprese.

Oltre a ciò, ha spiegato la senatrice, le differenze tra i cantoni rispecchiano anche le differenze salariali, nonché i diversi regimi fiscali.

Investire nelle nuove generazioni

Esprimendosi a favore della minoranza della commissione, il rappresentante del Partito popolare democratico Filippo Lombardi ha affermato che proprio l’economia dovrebbe investire maggiormente nelle nuove generazioni.

Anche se sappiamo che l’ammontare dell’assegno non ha influenza sul numero di figli che una coppia intende avere, dobbiamo essere lungimiranti, ha dichiarato il senatore ticinese.

Da parte sua, la collega del Partito socialista Anita Fetz ha ricordato che la proposta in discussione risale all’iniziativa parlamentare Fankhauser, presentata 15 anni fa e poi finita nel dimenticatoio.

«Frattanto molti partiti hanno inserito nei loro programmi il sostegno alle famiglie. Ora è giunto il momento di fare qualcosa di concreto allo scopo di ovviare a un’ingiustizia flagrante», ha sottolineato la consigliera agli Stati basilese.

La solidarietà – ha aggiunto – non deve essere solo per la vecchie generazioni, ma anche per quelle giovani.

Cantoni sotto tutela

Anita Fetz ha poi respinto l’argomento secondo cui gli assegni a livello cantonale dipendono dal livello dei salari. «Il fatto che Vallese e Zugo siano i cantoni con gli aiuti più consistenti dimostra che è l’atteggiamento diverso verso il problema a determinare l’ammontare dell’assegno».

Il consigliere federale Pascal Couchepin ha ribadito il suo no a un’armonizzazione degli assegni per motivi d’ordine istituzionale.

Il governo svizzero non vuole interferire in un settore di competenza dei cantoni. «Sarebbe troppo facile per noi – ha sottolineato – mettere sotto tutela i cantoni, soprattutto se non dobbiamo spendere un centesimo».

Il dossier dovrà ancora essere affrontato dal Nazionale. Gli Stati hanno infatti deciso di escludere dalla cerchia dei beneficiari le famiglie di lavoratori indipendenti.

swissinfo e agenzie

In Svizzera il tasso di natalità è attualmente di 1,4 figli per donna.
I figli costano in media 1400 franchi al mese alle famiglie.
120’000 bambini crescono in famiglie che dispongono di un salario inferiore al minimo vitale.
Nelle città, un bambino su dieci dipende dall’assistenza sociale.

In Svizzera l’importo degli assegni famigliari viene fissato autonomamente da ogni cantone. Nove cantoni versano già ora più di 200 franchi al mese.

La proposta di armonizzare in tutto il paese l’importo minimo degli assegni famigliari risale ad un’iniziativa parlamentare inoltrata 15 anni fa dall’ex-consigliera nazionale socialista Angelina Fankhauser.

La soluzione adottata ora dalle Camere federali viene considerata come un controprogetto indiretto a un’iniziativa popolare del sindacato Travail.Suisse, che chiede un assegno di 450 franchi al mese per ogni figlio.

L’organizzazione dei lavoratori ha accolto positivamente la decisione del Consiglio degli Stati.

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