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Asilo e disoccupazione: esito incerto

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Si preannuncia piuttosto serrato il risultato dei due temi sottoposti questo fine settimana a votazione federale.

In base alle prime proiezioni, la legge sulla disoccupazione dovrebbe venir accettata dal popolo, mentre rimane aperto lo scrutinio sull’iniziativa sull’asilo.

L’istituto GfS, specializzato in sondaggi e proiezioni elettorali, prevede un margine alquanto stretto di voti di differenza per i due oggetti sottoposti questo fine settimana a votazione federale.

La legge sulla disoccupazione dovrebbe ottenere un risultato di poco superiore al 50 % dei voti favorevoli. Ancora completamente incerto l’esito dell’iniziativa sull’asilo, lanciata dall’UDC.

Nei mesi precedenti la votazione, il tema che più ha fatto discutere, spesso con toni accesi ed emotivi, è stata l’iniziativa sull’asilo promossa dall’Unione democratica di centro (UDC).

Se i sondaggi hanno ragione, il risultato non è per nulla scontato. Nonostante l’ostacolo della maggioranza dei cantoni, la proposta UDC potrebbe anche farcela.

Svizzera meno attrattiva

Scopo dichiarato dell’iniziativa è di rendere la Svizzera meno attrattiva per i richiedenti l’asilo. Elemento centrale della proposta è la cosiddetta regola dello stato terzo.

In base a tale regola, i richiedenti l’asilo giunti in Svizzera passando per uno stato terzo ritenuto sicuro non avrebbero diritto a depositare una richiesta d’asilo e sarebbero respinti verso il paese di transito.

Altre misure contemplate dall’iniziativa riguardano i contributi assistenziali ai richiedenti l’asilo, che l’UDC vorrebbe ridurre sensibilmente.

Un’iniziativa illusoria

Per gli avversari, tra i quali c’è anche il governo, la regola dello stato terzo contemplata dall’iniziativa sarebbe illusoria, perché la stragrande maggioranza dei richiedenti l’asilo giunge in Svizzera via terra e quindi transita per uno stato sicuro.

Ora, i paesi confinanti con la Svizzera difficilmente accetterebbero di riprendersi i profughi respinti. L’iniziativa avrebbe dunque come risultato una precarizzazione dello statuto giuridico dei richiedenti l’asilo in Svizzera.

Il governo teme anche che l’eventuale approvazione dell’iniziativa equivarrebbe alla fine della tradizione d’asilo svizzera.

Critiche internazionali

Un timore condiviso da Ruud Lubbers, Alto commissario dell’Onu per i rifugiati, il quale ha osservato che le proposte dell’UDC renderebbero il diritto d’asilo svizzero il più restrittivo fra quelli degli stati industrializzati.

Va detto d’altro canto che alcune delle misure previste dall’iniziativa sono state recepite dalla revisione della legge sull’asilo attualmente in discussione.

Molti indecisi

In ottobre, un sondaggio realizzato dall’Istituto di ricerche politiche GfS registrava una netta maggioranza a favore dell’iniziativa (57%), mentre i no erano solo il 25% e ben il 20% gli indecisi.

In un nuovo sondaggio dello stesso istituto, presentato a metà novembre, il fronte del sì appariva ridimensionato (43%), mentre erano dati in crescita i no (37%). Stabile l’area degli indecisi.

Consolidare l’assicurazione disoccupazione

L’altro tema sul quale le cittadine e i cittadini svizzeri erano chiamati ad esprimersi è la revisione della legge sull’assicurazione disoccupazione (LADI), il cui obiettivo è garantire il finanziamento a lungo termine dell’assicurazione.

La necessità di una revisione è data dallo scadere delle misure urgenti decise a metà degli anni Novanta per risanare la cassa disoccupazione.

Alla fine del 2003, l’imposizione sui salari tornerà al 2% (era aumentata al 3% quale misura straordinaria) e verrà a mancare, salvo nuovi problemi finanziari, il contributo di solidarietà sulle quote di salario non assicurate.

Tagli alle prestazioni

Le revisione della legge, per compensare l’ammanco, prevede che il periodo di contribuzione prima di poter beneficiare dei versamenti passi da 6 a 12 mesi.

Inoltre la durata d’indennizzo massima dovrebbe scendere da 520 a 400 giorni, tranne che per gli assicurati sopra i 55 anni di età.

Il no dei sindacati

Tagli che hanno spinto i sindacati e altre organizzazioni della sinistra a ricorrere all’arma del referendum, per impedire una riforma che ritengono irresponsabile a fronte del nuovo aumento dei tassi di disoccupazione.

In settembre, il numero di senza lavoro in Svizzera ha in effetti superato quota 100’000, raggiungendo la cifra di 110’197 a fine ottobre. Ciò corrisponde a una percentuale del 3%, la più alta da tre anni e mezzo a questa parte.

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