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Assegni famigliari minimi: decisione alle urne

Più assegni famigliari, più bambini? Keystone

Le associazioni padronali hanno depositato giovedì il loro referendum contro l'armonizzazione degli assegni famigliari. Sul tema si esprimerà il popolo il 26 novembre.

In risposta al referendum si è subito costituito un comitato a sostegno della revisione legislativa che mira ad eliminare le disparità cantonali.

La destra economica non ne vuole sapere di un’armonizzazione degli assegni famigliari, come invece aveva deciso in marzo il Parlamento svizzero.

Le nuove disposizioni legali che prevedevano, per tutto il paese, assegni di almeno 200 franchi per ogni figlio di età inferiore a 16 anni e di 250 franchi per i giovani in formazione fino a 25 anni, erano state combattute sin dall’inizio.

Ora spetterà al popolo pronunciarsi, visto che l’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) ha consegnato giovedì alla Cancelleria federale oltre 55’000 firme (ne bastavano 50’000) a sostegno del referendum lanciato ad inizio aprile.

Nessuna nuova assicurazione

Secondo l’USAM, l’Unione svizzera degli imprenditori, il Centro professionale, economiesuisse e la Federazione delle imprese romande, la competenza in fatto di politica famigliare deve rimanere ai cantoni.

A loro avviso il sistema attuale ha dato buoni risultati e l’assegno mensile medio di 188,50 franchi accordato in Svizzera è già uno dei più generosi d’Europa.

Secondo i contrari all’armonizzazione, la Svizzera non ha i mezzi per offrirsi il lusso di una nuova assicurazione sociale e di «sussidi a pioggia».

Referendisti fiduciosi

Il padronato valuta la fattura del progetto a circa 700 milioni di franchi all’anno. Per farvi fronte, argomentano i promotori del referendum, i datori di lavoro dovrebbero comprimere i costi.

L’USAM dice inoltre di voler impedire un aumento dei trasferimenti di prestazioni sociali verso l’estero.

Le organizzazioni padronali sono fiduciose in merito all’esito della campagna in vista della votazione del 26 novembre. Sono convinte che i cittadini si renderanno conto della fondatezza delle loro critiche non appena sarà lanciato un «ampio e vero dibattito» sulla questione.

Armonizzazione ragionevole

Al padronato ha subito risposto il comitato nazionale «Sì alla legge sugli assegni familiari», appena costituitosi e presieduto da parlamentari socialisti, democristiani, verdi, evangelici e del Partito cristiano-sociale. Esso raggruppa inoltre più 40 organizzazioni e oltre 100 persone.

Secondo questo comitato, l’armonizzazione proposta è ragionevole: si tratta di sopprimere le lacune attuali e le grosse differenze regionali.

swissinfo e agenzie

Gli assegni famigliari variano tra i 150 e i 444 franchi a seconda del cantone.
Attualmente, 9 cantoni su 26 versano già oltre 200 franchi al mese (183 franchi invece in Ticino).
In Svizzera il tasso di natalità è attualmente di 1,4 figli per donna.

L’importo degli assegni famigliari in Svizzera è fissato autonomamente da ogni cantone.

La proposta di armonizzare l’importo minimo degli assegni famigliari a livello nazionale risale ad un’iniziativa parlamentare inoltrata 15 anni fa.

Nel 2004, il sindacato Travail Suisse aveva lanciato un’iniziativa che chiedeva un assegno di 450 franchi al mese per ogni figlio.

Le Camere federali hanno invece adottato nel marzo 2006 un controprogetto: 200 franchi per figlio. Travail Suisse si è poi allineato al Parlamento, ritirando la sua iniziativa.

Il referendum depositato giovedì dagli ambienti padronali ha come conseguenza la chiamata alle urne dei cittadini, che si esprimeranno sulla questione il 26 novembre.

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