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Berlusconi vuole un accordo di assistenza giudiziaria con Berna

Il ministro elvetico dell'economia durante i colloqui con il presidente italiano Silvio Berlusconi Keystone

Il presidente del consiglio italiano ha ribadito la sua richiesta al ministro svizzero dell'economia, Pascal Couchepin, in visita a Roma.

Nel corso di un colloquio, avvenuto mercoledì sera a Palazzo Chigi, Berlusconi ha sottolineato ancora una volta l’importanza che l’esecutivo da lui presieduto assegna alla ratifica dell’accordo. Da parte sua, Couchepin ha ribattuto al premier italiano che la Svizzera non sottovaluta la portata del testo, ma che alcuni problemi definiti «tecnici» impediscono a Berna di compiere tale passo.

«Tutto ciò che concerne l’assistenza giudiziaria è importante – ha affermato il capo del Dipartimento federale dell’economia – occorre che la collaborazione tra i nostri due Paesi sia efficace». Ma un certo numero di «problemi tecnici» devono ancora essere chiariti prima che il Consiglio federale possa dare il suo benestare a questa legge, ha aggiunto Couchepin.

Berna ritiene in particolare che la legge di applicazione votata dal parlamento italiano e soprannominata Legge Berlusconi, sia contraria allo spirito del testo: finisce con il complicare la cooperazione in materia giudiziaria internazionale. Ha quindi deciso di attendere l’esito delle procedure in corso prima della ratifica.

Niente revoca dell’embargo sui bovini

Un altro punto di disaccordo, emerso nella seconda giornata della visita a Roma
del consigliere federale, riguarda l’embargo imposto dall’Italia alle importazioni di carni bovine dalla Svizzera. Al termine di un incontro con il ministro italiano della Salute, Girolamo Sirchia, Couchepin ha annunciato che le autorità italiane non sono disposte a sopprimere questo divieto, imposto in seguito ai casi di mucca pazza scoppiati negli ultimi anni in Svizzera.

In questo dossier si affrontano due filosofie diverse, ha spiegato il consigliere federale: la Svizzera opta per un approccio scientifico, mentre l’Italia tiene maggiormente conto dell’opinione pubblica. Primo importatore di bovini svizzeri prima dell’embargo, la Penisola aveva seguito la Germania e una quarantina d’altri paesi di cui sei dell’Unione europea. Lo scorso novembre, le autorità tedesche avevano revocato la misura, seguite da Irlanda e Portogallo.

Eccellenti rapporti

Couchepin ha d’altra parte cercato di placare le tensioni sorte fra Berna e Roma in seguito agli attacchi del ministro dell’economia e delle finanze Giulio Tremonti che, alla fine dell’anno scorso, aveva pronosticato la morte del segreto bancario svizzero entro la fine del 2002. Il consigliere federale ha sottolineato le buone relazioni – in particolare economiche – fra i due Paesi e la necessità di «coltivare il dialogo».

Propositi condivisi anche dal ministro italiano delle attività produttive, Antonio Marzano, con il quale Couchepin ha preso in esame la questione dei trasporti attraverso i valichi alpini, la protezione dei prodotti di qualità, l’energia e i rapporti con i Paesi in via di sviluppo. Marzano ha pure posto l’accento sugli «eccellenti rapporti tra Italia e Svizzera, consolidati da una cultura comune». In tutti i temi affrontati giovedì, ha precisato il ministro italiano, «c’è una comune volontà di trovare una soluzione: sono convinto che quest’incontro non fa che confermare l’amicizia tra i due Paesi».

Nessun incontro con Tremonti

A Roma Couchepin non ha avuto un faccia a faccia con Tremonti. Non ha tuttavia perso l’occasione per replicare tramite la stampa italiana alle critiche del ministro italiano. In particolare, in un’intervista pubblicata da «Il Sole 24 ore» alla vigilia del suo arrivo a Roma, ha messo i puntini sulle i. «L’Italia ha scelto in pratica un’amnistia fiscale e questa è una scelta legittima. Ritengo però altrettanto legittimo che sia la Svizzera a decidere le sue leggi, compresa quella che regola il segreto bancario e quindi la privacy del cliente, senza subire pressioni», ha dichiarato. Peraltro, nei colloqui avuti mercoledì sera con Couchepin, lo stesso capo del governo italiano Silvio Berlusconi non ha contestato il segreto bancario elvetico.

Dalle pagine di quotidiani italiani, il ministro svizzero dell’economia ha respinto anche le critiche sui negoziati bilaterali bis fra la Svizzera e l’Unione europea. In un intervento pubblicato giovedì sul «Corriere della Sera», Couchepin ha puntualizzato che Berna è disponibile a negoziare, «ma pur sempre nei limiti del suo ordinamento giuridico. Per questo motivo lo scambio d’informazioni in materia fiscale non è negoziabile». Il consigliere federale ha ripetuto che, per evitare l’evasione fiscale, Berna propone di prelevare un’imposta sugli interessi dei risparmi di cittadini europei depositati in Svizzera, per conto dei loro Paesi.

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