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Berna, tra benessere e inquinamento

Il traffico motorizzato è una delle cause principali della produzione di particelle fini Keystone

La capitale svizzera è una delle città con il miglior livello di vita - stando a un sondaggio - o tra le più inquinate, come indicano i rilevamenti delle polveri fini?

Molto dipende dal posizionamento degli apparecchi di rilevamento dell’inquinamento. Ma il problema delle polveri fini è ben reale. E non solo a Berna.

A partire dall’inizio di quest’anno, a Berna è già stato superato per ben 37 volte il limite massimo per quanto concerne la concentrazioni di polveri fini nell’aria; la norma non viene quindi rispettata quasi un giorno ogni tre. Considerando che le particelle in questione provocano seri problemi al sistema respiratorio e cardiocircolatorio, la situazione appare grave.

A prima vista, il dato stupisce: la capitale elvetica è stata infatti recentemente inserita in buona posizione all’ottavo posto di una speciale classifica mondiale che tiene conto della qualità di vita in 215 città, stilata da una società di consulenza. L’indagine si basa su parametri politici, sociali, economici e, per l’appunto, ambientali.

Inoltre, secondo i limiti imposti a partire da inizio 2005 dalla normativa europea – peraltro identici a quelli in vigore dal 1998 in Svizzera – Berna risulterebbe essere più inquinata di Monaco e Stoccarda, le due città tedesche con la peggiore qualità dell’aria. Le nuove disposizioni comunitarie stabiliscono infatti che il valore limite (20 microgrammi per metro cubo) non può essere superato più di 35 volte.

Precisazioni necessarie

Pur essendoci un effettivo problema legato all’inquinamento, il dato riferito a Berna deve però essere relativizzato. Infatti, la stazione di rilevamento che ha fornito i valori più alti si trova al Bollwerk, una zona della città particolarmente trafficata – si contano circa 30’000 passaggi di autoveicoli al giorno – situata nei pressi della stazione.

L’Ufficio federale dell’ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP) ha precisato al quotidiano «Der Bund» che il punto di rilevamento bernese, unitamente a quello di Losanna, è quello più esposto dell’intera rete di controllo.

Ovviamente, una stazione di misurazione situata in un parco –come è il caso per Zurigo – registra quantità minori di polveri fini. Quale ulteriore conferma vi sono i dati molto meno allarmanti della seconda macchina di rilevamento a Berna, situata in un’area più tranquilla.

Lo scopo, ribadisce l’UFAFP, non è quello di stabilire una classifica delle città più inquinate, ma di fornire delle indicazioni medie concernenti la qualità dell’aria in Svizzera.

Problema comunque reale

Pur con le necessarie precisazioni, è però innegabile che anche la capitale svizzera si trova confrontata con un problema di inquinamento. Anche se a partire dagli anni Ottanta si registra una progressiva diminuzione del quantitativo medio di polveri fini, dal 2001 i valori ristagnano. «La situazione è migliorata, ma sicuramente non abbastanza», rileva il chimico cantonale Karl-Heinz Gerber interpellato dal «Bund».

Dal momento che le particelle sono prodotte principalmente dal traffico motorizzato, dai cantieri edili e dalla combustione del legno, gli esperti indicano quale soluzione più efficace l’applicazione di speciale filtri ai motori diesel.

Una mozione che chiedeva al Consiglio federale l’introduzione obbligatoria dei filtri per i veicoli diesel è però stata recentemente respinta. Tale decisione avrebbe infatti contrastato con gli accordi internazionali. Di conseguenza, vi saranno unicamente degli incentivi per chi deciderà di munirsi dei filtri in questione. Una soluzione, questa, che a detta degli esperti non porterà a miglioramenti significativi.

La via ticinese

La normativa europea conferisce ampi poteri alle autorità, che possono imporre limiti di velocità speciali o divieti di circolazione. In Svizzera, invece, non esiste una legislazione unitaria concernente le misure da attuare. I cantoni, dopo l’introduzione dei nuovi limiti nel 1998, hanno concepito strategie diverse in caso di necessità, che dovranno essere messe in atto entro il 2006.

Il Ticino si trova confrontato con una situazione particolarmente critica: nel sud del cantone, l’aria presenta una concentrazione di polveri fini superiore del 50% rispetto al resto della Confederazione. Tale situazione è dovuta principalmente al traffico motorizzato, ma anche alla vicinanza con la Lombardia.

Per questa ragione, sono state presentate diverse misure, che dovranno comunque essere approvate dalla Confederazione. Esse vanno dalla promozione dei trasporti pubblici all’introduzione di un limite di 100 chilometri orari nel tratto di autostrada tra Bissone e Chiasso. Un’analoga iniziativa era stata adottata – con successo – quale provvedimento d’urgenza nell’agosto del 2003, a causa dell’elevata concentrazione di ozono.

swissinfo, Andrea Clementi

Media annua massima per le polveri fini: 20 microgrammi/m³
Media su 24 h, che può essere superata 1 sola volta l’anno: 50 µg/m³

Le polveri fini (PM 10) sono particelle di polvere con un diametro inferiore a 10 micrometri.

Date le loro minuscole dimensioni, le polveri fini possono penetrare nelle ramificazioni più sottili dei polmoni. Provocano infiammazioni delle vie respiratorie e affezioni cardiocircolatorie.

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