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Berna e Bruxells cercano di capirsi sui bilaterali bis

Rappresentanti svizzeri ed europei si sono incontrati lunedì a Berna per la terza volta nell'ambito dei negoziati bilaterali bis Keystone Archive

Per la Svizzera la palla è nel campo dell'Unione europea (Ue), che vuole subito trattative su frode doganale e fiscalità del risparmio.

Rappresentanti svizzeri ed europei si sono incontrati lunedì a Berna per la terza volta, nel quadro dei nuovi negoziati bilaterali ed hanno esaminato, nel dettaglio, i mandati negoziali approvati la scorsa settimana dal Consiglio federale. In due distinte conferenze stampa le parti hanno poi fatto il punto sulle trattative.

Trattative in corso

Secondo l’ambasciatore elvetico e capo dell’Ufficio dell’intergrazione Michael Ambühl, Bruxelles deve ancora fissare i criteri relativi ai negoziati sulla partecipazione della Svizzera allo spazio di Schengen (cooperazione in materia di polizia e giustizia) ed all’accordo di Dublino (lotta contro l’immigrazione clandestina). Ciò vale anche per il tema dei servizi, i programmi educativi e i media. Le trattative sulla lotta alla frode doganale, sui prodotti agricoli trasformati, sull’ambiente e sulla statistica- iniziati da quattro settimane – procedono invece per il verso giusto, ha detto Ambühl.

Per Berna i bilaterali bis dovranno portare ad un risultato «globalmente equilibrato». È possibile che uno o più dossier vadano in porto più rapidamente e che un accordo possa essere firmato, ma solo se nel frattempo la prima serie di bilaterali sarà effettivamente entrata in vigore e se l’accordo in questione non comprometterà l’auspicato equilibrio dell’insieme dei dieci temi negoziati.

Le aspettative di Bruxelles

Per la parte elvetica l’incontro è avvenuto in un «clima aperto e costruttivo»: è emerso l’interesse a «procedere speditamente». Ma l’Ue vuole raggiungere al più presto una soluzione nell’ambito della lotta alla frode, analizzando approfonditamente le proposte elvetiche.

Secondo Ambühl, le difficoltà negoziali relative a quest’ultimo dossier dipendono dalla diversa impostazione che i contraenti vogliono imporre al trattato: pragmatica da parte elvetica e generale da parte europea. Pur riconoscendo che l’Ue vuole giungere alla firma entro la fine dell’anno, secondo Ambühl la Svizzera non si sente sotto pressione.

Ue: subito fiscalità risparmio

Bruxelles, per bocca di Percy Westerlund, suo capo-negoziatore, insiste per l’avvio immediato delle discussioni sulla fiscalità del risparmio e per un’accelerazione di quelle sulla frode doganale e dice di attendersi «segnali più chiari» da parte elvetica. «Non è necessario – ha detto il capo negoziatore europeo – tener legati tutti i dossier del nuovo pacchetto bilaterale». Per quanto concerne un eventuale avvicinamento delle posizioni, egli si è detto «moderatamente ottimista». Vi sono significative diversità tra le parti, ma le discussioni si svolgono in un’atmosfera costruttiva.

Sulla frode doganale, «sembra che qualcosa si sia mosso». «Non chiediamo la luna – ha commentato Westerlund – ma unicamente ciò che venga accettato dal resto dell’Europa». Tra i maggiori ostacoli su questo dossier, il negoziatore ha in particolare citato la doppia incriminazione (il delitto sanzionato nei due Paesi interessati), i problemi di procedura (lunghezza dei ricorsi) nella cooperazione giudiziaria e il segreto bancario.

swissinfo e agenzie

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