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Bilancio mitigato della visita di Couchepin a Roma

Pascal Couchepin durante i colloqui con il presidente italiano Silvio Berlusconi Keystone

Nonostante gli "eccellenti rapporti" tra i due paesi, la visita del ministro dell'economia non ha permesso di risolvere i dossier più scottanti.

Era una visita attesa quella del consigliere federale Pascal Couchepin a Roma. Era la prima volta che un ministro elvetico scendeva a Roma dall’elezione del nuovo governo, il maggio scorso. L’attesa era soprattutto dovuta alle polemiche non tanto velate fra i due governi.

Pascal Couchepin, che ha avuto una fitta serie di incontri diplomatici da mercoledì scorso, ha cercato di rinsaldare gli storici rapporti commerciali e di buon vicinato fra i due paesi. Non ha comunque mancato di ribadire i problemi esistenti, tanto più che il ministro delle finanze Giulio Tremonti sembra aver declinato un incontro.

Pressioni per l’accordo di assistenza giudiziaria

Due giorni intensi quelli del ministro dell’economia elvetico, iniziati con un colloquio con il presidente del consiglio italiano, Silvio Berlusconi. Il capo del governo italiano ha sollecitato da parte elvetica la ratifica dell’accordo bilaterale sull’ assistenza giudiziaria. Couchepin, ha ribadito l’importanza anche per il nostro paese di questo accordo, sottolineando però che dopo la riforma del codice di procedura penale italiano Berna continua a mantenere qualche riserva.

“Un accordo, per essere ratificato deve garantire la propria efficacia” ha detto Couchepin. “In questo caso ci sono ancora delle questioni aperte che vanno chiarite. Non si può ratificare un accordo senza la certezza di raggiungere gli obbiettivi.

Le divergenze con Tremonti

Insomma il ministro elvetico sembra aver usato un linguaggio chiaro con i suoi interlocutori. Il consigliere federale si è soffermato anche sulla questione del mancato incontro con il ministro delle finanze Giulio Tremonti, ai cui attacchi sul segreto bancario svizzero Couchepin aveva risposto duramente qualche mese fa. “Sembrerebbe che, in questo momento, il ministro Tremonti abbia pochi punti in comuni con il sottoscritto – ha dichiarato Couchepin . Non è grave. In un rapporto di familiarità come quello fra Italia e Svizzera, si trova sempre il modo di riconciliarsi.”

Compito di Couchepin era comunque anche quello di rinsaldare gli storici rapporti economici e di buon vicinato fra i due paesi. La Svizzera acquista prodotti dall’Italia per circa 13 miliardi di franchi annui ed esporta quasi altrettanto.

L’embargo sulla carne bovina

Uno scambio intenso e fruttuoso sul quale grava però il blocco decretato dall’Italia nel 1995 sui bovini elvetici a causa della mucca pazza. Una precauzione che sembra superata visto che la stessa UE ha certificato la sicurezza dei capi alpini. Couchepin ha comunque trovato il ministro della sanità Gerolamo Sirchia, più attento agli umori del paese che ai riscontri scientifici.

“Il ministro Sirchia afferma che ci sono delle ragioni politiche al blocco. Per noi non c’è nessun motivo scientifico, come confermato anche dal via libera accordato dall’ UE sui nostri capi di bestiame. D’altronde la politica secondo noi si fa con la ragione e non con l’emotività dell’opinione pubblica”.

Insomma, Pascal Couchepin, senza riuscire a trovare un accordo sui dossier più delicati, sembra aver avuto comunque il ruolo del rompighiaccio: provocare la discussione con i colleghi italiani, buttando sul tavolo tutta una serie di questioni che ora attendono delle risposte. Al termine della sua visita a Roma, Couchepin ha tracciato un bilancio nel corso di un briefing per la stampa presso l’Ambasciata elvetica nella capitale italiana.

Francesco Dirovio, Roma

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