Borse di nuovo al ribasso
La lista dei "venerdì neri" per i mercati finanziari continua ad allungarsi. Anche la Borsa svizzera ha chiuso la settimana in negativo.
I mercati sono in preda ai timori di una recessione a causa di cattivi dati macroeconomici e aziendali.
A Zurigo la seduta è iniziata all’insegna del ribasso sulla scia del crollo a Tokyo, dove il Nikkei aveva lasciato sul terreno il 9,6%.
Le perdite si sono aggravate dopo che i futures a New York sono stati congelati per eccesso di ribasso, in attesa dell’apertura della sessione regolare. Non succedeva dal 1997. Dopo un tonfo degli indici anche a New York, parallelamente al recupero parziale di Wall Street, i listini elvetici sono risaliti sopra i minimi di seduta.
L’indice SMI dei titoli guida ha così terminato a quota 5675,09 (3,71%), dopo essere piombato in giornata a 5410,94 punti. L’indice allargato SPI ha subito una contrazione del 3,66% a 4682,67 punti.
Tutti i titoli guida elvetici sono stati sotto pressione. Sul finale si sono salvati solo Swisscom (+1,61%) e Syngenta (+0,17%). Il valore maggiormente colpito dall’ondata di svendite è la Julius Bär, che ha lasciato sul terreno il 13,05%. L’UBS è uscita dagli scambi a 15,64 franchi (-5,21%), dopo avere toccato in tarda mattinata il minimo storico di 14,60.
La settimana si è conclusa in flessione anche alle altre borse europee, con -4,96% per Milano e Francoforte, -5% per Londra e -3,54% per Londra.
Sul mercato dei cambi l’euro è sceso fino a franchi 1,44 e a dollari 1,2497, il più basso livello dal 2006.
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