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Calano gli utili del Gruppo Ems

Il franco alto e il rialzo delle materie prime sono all'origine dei cattivi risultati del gruppo Keystone Archive

Nei primi sei mesi del 2002, il gruppo del leader carismatico dell'UDC, Christoph Blocher, ha fatto segnare un regresso del 12 percento. Previsioni improntate alla prudenza per il secondo semestre.

Attivo nel settore dei polimeri, materie chimiche fini e ingegneria, il gruppo EMS ha subito nei primi sei mesi dell’anno un riduzione del 12 per cento dell’utile, a 108 milioni di franchi. Penalizzate dalla forza del franco e dalla debolezza congiunturale, le vendite sono calate del 3,7 per cento, a 620 milioni.

Crollo del risultato finanziario

In valuta locale le vendite segnano un leggero rialzo (0,4 per cento) rende noto oggi il gruppo chimico, che guadagna oltre 9 franchi su 10 grazie all’esportazione. La diminuzione dell’utile netto si spiega soprattutto con un risultato finanziario crollato del 29 per cento, a 37 milioni. Il risultato operativo (EBIT) ha segnato una flessione del 6,7 per cento, a 98 milioni.

I settori dei polimeri e dell’ingegneria hanno sofferto un calo di vendite, mentre le specialità chimiche – dopo la ristrutturazione della filiale Ems-Dottikon – stanno per risalire la china.

Globalmente il gruppo di Christoph Blocher ritiene che l’evoluzione degli affari superi leggermente le aspettative, ma rimane prudente sulle previsioni per la seconda metà dell’anno, a causa del corso del franco e dell’aumento del prezzo della materia prime. Segnali positivi sono da attendersi dalla congiuntura negli USA e in Asia, ma non da quella in Europa, secondo la Ems.

Ritiro dalla Borsa svizzera?

Sull’insieme dell’anno la Ems-Chemie prevede un leggero aumento delle vendite rispetto al 2001 (1,25 miliardi di franchi) e un risultato operativo stabile. La Ems-Chemie Holding, che ha sotto di sé la Ems-Chemie, entro fine anno deciderà se ritirarsi dalla Borsa svizzera.

Una parte del 770 milioni di franchi di utile iscritti in bilancio verrebbero allora utilizzati per rilevare le azioni quotate. In marzo Christoph Blocher, che possiede oltre l’85 per cento dei voti e due terzi del capitale, aveva fatto sapere che non si sarebbe lanciato da solo nell’operazione e che era alla ricerca di un partner.

L’altra alternativa avanzata dalla società sarebbe quella di rendere il titolo più attrattivo per il pubblico, passando attraverso una modifica della struttura del capitale. Visto il peso del consigliere nazionale UDC nel capitale, la liquidità del titolo alla Borsa svizzera si rivela ridotta.

swissinfo e agenzie

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