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Campagna su Schengen: il mondo alla rovescia

Un uomo in manette per convincere gli svizzeri a votare sì a Schengen/Dublino. Keystone

Sui loro manifesti i fautori dell'accordo con l'Unione Europea giocano con i soggetti cari all'Unione democratica di centro, il principale avversario.

Quest’ultima, dal canto suo, cerca di fare un amalgama tra il tema in votazione e il referendum sulla libera circolazione delle persone, in programma in settembre.

Finora era l’Unione democratica di centro (UDC) che aveva fatto parlare di sé per i manifesti provocatori utilizzati in occasione d’innumerevoli votazioni. Oggi gli slogan semplicistici non sono più appannaggio del partito della destra nazional-conservatrice.

«Avviso a tutti i criminali: Schengen/Dublino rafforza la polizia», si legge ad esempio su un cartellone, che mostra una persona ammanettata. Un tipico soggetto d’una campagna dell’UDC, solo che questa volta il manifesto è stato ideato dai fautori dell’accordo tra la Svizzera e l’Unione Europea.

Croci svizzere per i pro e i contro

All’uomo in manette viene accostata una frase che invita a votare sì e una croce svizzera. Un simbolo fino ad oggi monopolizzato dalla destra più conservatrice.

L’UDC e l’Azione per una Svizzera neutrale ed indipendente (ASNI) sono scese in campo in un primo tempo in maniera piuttosto discreta: quando hanno depositato il referendum erano visibili solo due bandiere svizzere.

Una battaglia per la patria: così l’UDC e l’ASNI schematizzano la votazione. La sicurezza e la sovranità della Svizzera sarebbero in pericolo.

Amalgama con la libera circolazione

Rapidamente la campagna degli oppositori ha però assunto toni più decisi: «Più criminali. Più disoccupati. Adesione all’UE». I cartelloni ricordano vagamente «L’urlo» di Munch, con un uomo, rispettivamente una donna terrorizzati dalla paura di «Perdere il lavoro, perdere la sicurezza».

Schengen, sostengono gli oppositori, non ha nulla a che vedere con la sicurezza. «Si tratta della soppressione dei controlli alle frontiere e della soppressione delle frontiere stesse».

Con l’argomento della disoccupazione, l’UDC mescola Schengen/Dublino con il secondo tema concernente la politica europea della Svizzera, ossia l’estensione della libera circolazione ai dieci nuovi paesi membri dell’UE. Un tema sul quale però la popolazione sarà chiamata ad esprimersi solo il 25 settembre.

Per il direttore dell’ASNI Hans Fehr i due oggetti sono comunque legati. Secondo lui, il messaggio del Governo è: «La gente può venire, lavorare e delinquere». Uno delle ragioni principali invocate dal presidente dell’UDC Ueli Maurer per motivare il suo «no» a Schengen/Dublino è «il timore di aderire all’UE».

Il Governo schierato in forze

Per lanciare la sua campagna in vista della votazione, il Governo elvetico era rappresentato da ben quattro consiglieri federali. A fianco della ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey, sedevano Hans-Rudolf Merz, Christoph Blocher e Joseph Deiss. Tutti i partiti di Governo erano così rappresentati.

«Ci siamo presentati in quattro poiché sosteniamo in modo compatto Schengen», ha spiegato Deiss. «Rimproverarci di voler provocare l’adesione all’UE – ha aggiunto Micheline Calmy-Rey – è ingiusto».

Merz ha dal canto suo respinto l’argomento della soppressione dei controlli alle frontiere insistendo sul fatto che un’adesione all’unione doganale dell’UE non è assolutamente all’ordine del giorno. Solo in questo caso – ha sottolineato – le frontiere con l’Unione Europea sarebbero completamente aperte.

Campagna costosa per l’economia

Gran parte del mondo economico è schierata al fianco dei sostenitori dell’accordo di Schengen/Dublino. Stando al «Tages Anzeiger», economiesuisse, l’associazione mantello dell’economia svizzera, ha investito circa quattro milioni di franchi nella campagna.

A tal proposito, Ueli Maurer parla di «un’assoluta disproporzione delle forze», poiché il suo partito ha a disposizione «al massimo due milioni di franchi». E sotto i quattro milioni – afferma – non è possibile condurre «una campagna degna di questo nome».

swissinfo, Christian Raaflaub
(traduzione di Daniele Mariani)

Diversi comitati combattono per o contro l’accordo di Schengen/Dublino
I sostenitori hanno a disposizione per la campagna circa quattro milioni di franchi
Gli oppositori due milioni

L’accordo di Schengen abolisce i controlli sistematici dei dei passaporti alle frontiere. Inoltre, grazie alla base dati europea SIS, la lotta alla criminalità internazionale dovrebbe poter essere rafforzata.

L’accordo di Dublino concerne il settore dell’asilo e la cooperazione internazionale in questo ambito. Un richiedente l’asilo potrà presentare una sola domanda nell’insieme dei paesi aderenti.

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