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Casinò: lanciata la prima sfida diretta

Il casinò di Lugano spera di accogliere oltre un migliaio di giocatori al giorno Keystone

Il Casinò di Lugano, inaugurato venerdì, è il primo ad entrare in diretta concorrenza con le sale da gioco oltre confine.

Dopo aver prosperato per decenni, grazie al “proibizionismo” svizzero, i casinò dei paesi vicini dicono di non temere la nuova concorrenza svizzera. Solo un bluff?

26 tavoli da gioco e 350 slot-machine su una superficie di 4000 m2: il casinò di Lugano apre le sue porte venerdì. Perfino le tenniste Martina Hingis e Anna Kournikova sono state ingaggiate come madrine per attirare una grande folla all’inaugurazione.

La nuova sala da gioco di Lugano, che appartiene per due terzi alla città stessa, spera di poter accogliere oltre un migliaio di giocatori al giorno. Un direttore olandese e 260 impiegati li attendono, probabilmente con un sorriso: il casinò dovrebbe fruttare 90 milioni di franchi all’anno, tre volte di più del vecchio kursaal, con le sue “baby-roulette”.

Il casinò ticinese figura tra i 7 privilegiati che hanno ottenuto una concessione di tipo A dalle autorità federali. In altre parole, sui tavoli da gioco le puntate non sono limitate a 5 franchi, vi si possono perdere anche migliaia di franchi in un solo colpo.

Dopo Lucerna nel giugno scorso, hanno già cominciato a far girare la pallina i casinò di Berna e Baden. L’anno prossimo seguiranno Montreux, Basilea e San Gallo.

Primo scontro diretto

“Il nostro casinò sarà il più bello e moderno della Svizzera, se non dell’Europa” sostiene convinto Rocco Olgiati, presidente del consiglio di amministrazione della nuova sala giochi di Lugano.

In ogni caso, avrà effettivamente bisogno di un grande fascino, se vuole ammortizzare i 50 milioni di franchi spesi finora. E, soprattutto, se vuole lanciare un guanto di sfida al casinò di Campione, situato a poche centinaia di metri, sull’altra riva del Lago Ceresio.

Il casinò ticinese è il primo ad entrare in diretta concorrenza con le sale da gioco dei paesi vicini, che hanno prosperato per decenni lungo il confine con la Svizzera. Ogni anno, oltre mezzo miliardo di franchi attraversavano finora la frontiera svizzera per finire sui tavoli da gioco di Campione, Evian, Annemasse, Bregenz, Lindau e via dicendo.

Soldi persi non solo dai giocatori con passaporto rossocrociato, ma anche dal fisco svizzero. Da paese del proibizionismo, la Svizzera sta diventando una Las Vegas europea, con la più forte concentrazione di sale da gioco del continente. Una minaccia per i concorrenti vicini?

“Il casinò di Lugano non ci fa paura e siamo certi che non ci toglierà i nostri fedeli clienti” sostiene l’addetto stampa del tempio del gioco d’azzardo di Campione. Per conservare la sua clientela, il casinò italiano ha comunque dato avvio alla costruzione di una nuova costosa sede, firmata nientemeno che da Mario Botta.

Austriaci fiduciosi

Anche in Austria, l’arrivo delle sale da gioco svizzere non solleva grandi timori. “Finora abbiamo perso solo l’1% dei giocatori svizzeri che costituiscono circa un quinto della nostra clientela” rileva Josef Sennler, direttore del casinò di Bregenz.

Gli austriaci non sembrano preoccupati neppure per l’apertura del casinò di San Gallo, a pochi chilometri di distanza, nell’autunno del 2003. In vista di questo futuro concorrente, hanno comunque deciso di introdurre alcuni nuovi giochi, come black jack e american roulette, e di sopprimere le regole che imponevano vestiti “troppo” corretti, tra cui l’obbligo della cravatta.

“La concorrenza può rappresentare un problema per i casinò che limitano la loro offerta ai giochi” ritiene Josef Sennler. “Da parte nostra, cerchiamo da tempo di diversificare, puntando anche su concerti e spettacoli di ogni genere”. La fiducia del direttore di Bregenz è alimentata anche dai prezzi “austriaci”.

Francesi tranquilli

Un clima di relativa tranquillità sembra regnare anche sulle rive del Lemano, ad Annemasse e ad Evian, in attesa dell’apertura del casinò di Montreux in febbraio. “Ci prepariamo già da 4 anni all’arrivo delle nuove sale da gioco svizzere” afferma Patrice Caillaux, direttore del casinò di Evian.

Negli ultimi tempi, anche il casinò francese ha ritoccato la sua strategia, potenziando la sua offerta, soprattutto nel settore dell’animazione. “I clienti diventano sempre più esigenti e apprezzano un’offerta diversificata”.

Ancora più tranquilli a Annemasse, dove si troveranno di fronte un concorrente di serie B, il casinò di Ginevra. Il direttore della sala giochi di Annemasse, Régis Décamps, confida anche su un altro fattore importante che gli permetterà di mantenere i clienti svizzeri: “Per non farsi notare, moltissimi giocatori preferiscono andare a giocare in un’altra città”.

Aumento del consumo

I dirigenti delle grandi sale da gioco oltre confine non lasciano quindi trasparire una grande preoccupazione. Se non stanno bluffando, allora saranno molto probabilmente le autorità svizzere, che si occupano di sanità e assistenza sociale, a doversi preoccupare.

“La maggiore offerta porterà ad uno sviluppo del mercato e ad un aumento del consumo” ritiene Patrice Caillaux. Se il direttore del casinò di Evian dovesse aver ragione, la Svizzera rischia di essere confrontata nei prossimi anni alle pesanti ricadute sociali della nuova fonte di entrate fiscali. Un vero e proprio gioco d’azzardo.

Gemma d’Urso e Armando Mombelli, swissinfo

1924: divieto federale del gioco d’azzardo.
1958: la puntata massima nei kursaal viene portata da 2 a 5 franchi.
1993: il popolo approva la soppressione del divieto sulle case da gioco.
2001: in giugno si apre a Lucerna il primo casinò svizzero di serie A.

Il governo svizzero ha autorizzato l’apertura di 7 casinò e 14 kursaal.
Dopo Lucerna, hanno già aperto i battenti i casinò di Berna e Baden.
Seguiranno l’anno prossimo Montreux (febbraio), Basilea (estate) e San Gallo (autunno).
Il casinò di Lugano, 26 tavoli da gioco e 350 slot-machine, spera di accogliere da 900 a 1300 giocatori al giorno.

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