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Caso Enron: denuncia collettiva contro la filiale dell’UBS

La sede della PaineWebber, filiale americana dell'UBS, a New York Keystone

La filiale PaineWebber della banca svizzera è accusata di aver consigliato l'acquisto di titoli Enron, quando era ormai prevedibile il fallimento.

Il disastro del gigante energetico americano Enron mette in difficoltà anche l’UBS: contro la sua filiale PaineWebber è stata presentata una denuncia collettiva che mira ad un risarcimento forse miliardario.

La banca Paine Webber è accusata di aver saputo della drammatica situazione finanziaria in cui si dibatteva Enron ma di aver celato queste informazioni ai clienti, agendo per puro interesse e facendo perdere centinaia di milioni di dollari agli investitori. L’UBS respinge fermamente le accuse.

Opinioni contrastanti sulle possibilità di un successo della denuncia

Confermando una notizia pubblicata venerdì da «Cash», il portavoce dell’UBS Christoph Meier ha detto che la causa è stata avviata al tribunale di Houston, in Texas. La PaineWebber – ha aggiunto – si opporrà con tutti i mezzi giuridici alle pretese, che ritiene totalmente ingiustificate. Stando all’UBS la denuncia non ha inoltre alcuna speranza di successo.

Di altro avviso «Cash», secondo cui l’azione legale ha invece buone possibilità di risolversi in modo positivo per i querelanti. Il settimanale cita le dichiarazioni dell’avvocata Dawn R. Meade, una dei legali che ha firmato la denuncia, secondo cui «non esiste nessun’altra società di brokeraggio che ha fuorviato in modo così grave i suoi clienti».

“Acquisto fortemente raccomandato”

A suo avviso dovrebbero partecipare alla denuncia circa 10 000 querelanti. Persone che, facendo affidamento sul fatto che ancora nell’agosto 2001 la PaineWebber inseriva le azioni di Enron (allora quotate 36 dollari) nella categoria «strong buy» (acquisto fortemente raccomandato), hanno visto poi i loro investimenti azzerarsi quando a fine novembre 2001 il panico ha fatto crollare il titolo a valori compresi fra i 4 dollari e i 60 cents. Il 2 dicembre una delle maggiori imprese americane, che negli anni precedenti aveva beneficiato di una crescita spettacolare, ha dichiarato bancarotta.

Forse più di un miliardo

Nella denuncia non è precisato il valore in causa, ma viene specificato il modo di calcolo: i querelanti chiedono il risarcimento del valore delle azioni che hanno acquistato sulla base di raccomandazioni della PaineWabber a partire dal marzo 2001. Secondo «Cash» si tratterebbe di centinaia di milioni di dollari, forse più di un miliardo. Per bocca del suo portavoce l’UBS indica invece di non essere a conoscenza di nessuna cifra.

Il grosso problema in cause di questo tipo è dimostrare che la banca sapeva della cattiva situazione dell’azienda. In quest’ambito i querelanti hanno però un’interessante carta nella manica. Il 21 agosto Chung Wu, consulente di PaineWebber, aveva infatti inviato una e-mail ad oltre 70 dipendenti della Enron in cui avvertiva che la loro società presentava seri rischi. Chung Wu li invitava a disfarsi al più presto delle azioni della Enron in loro possesso. «Aspettare troppo a lungo vi costerebbe un patrimonio», affermava il consulente. «La situazione finanziaria della Enron peggiora, l’azienda ha problemi di liquidità»

Il giorno dopo Chung Wu era stato licenziato in tronco. Il suo capo aveva inviato una e-mail di rettifica in cui si sosteneva che le affermazioni di Chung Wu erano all’opposto delle raccomandazioni della banca, che rimanevano di «strong buy».

Il portavoce dell’UBS Maier ha negato che con il licenziamento di Chung Wu la PaineWabber abbia voluto mettere a tacere una voce critica. Il consulente – ha detto – è stato messo alla porta per non aver rispettato le regole interne, che impongono di sottoporre quel tipo di mail alla direzione prima di essere inviato.

swissinfo e agenzie

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