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Centri commerciali troppo lontani dalle città

Centro commerciale di Glatt nella periferia di Zurigo Keystone Archive

Supermercati e impianti per il tempo libero vanno costruiti nelle vicinanze degli agglomerati. Lo chiedono gli Uffici federali dell'ambiente e del territorio.

I centri realizzati negli ultimi anni hanno provocato un notevole aumento di traffico stradale e di inquinamento.

I centri commerciali, i mercati specializzati e gli impianti per il tempo libero devono in futuro essere costruiti nelle vicinanze degli agglomerati e dei nodi del traffico. Lo raccomandano due uffici federali, quello dell’ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP), nonché quello dello sviluppo territoriale (USTE).

La costruzione negli ultimi anni di numerosi centri commerciali troppo lontani dalle città ha provocato un aumento del 10 per cento del traffico individuale e un maggiore inquinamento atmosferico, hanno sottolineato i rappresentanti dei due uffici in una conferenza stampa tenuta giovedì a Berna. Questi insediamenti hanno inoltre causato una frammentazione delle campagne e hanno portato alla costruzione di strade supplementari.

Limiti di saturazione raggiunti

Questi problemi si fanno particolarmente sentire nelle regioni periferiche di Zurigo e Losanna, dove sono sorti negli ultimi tre decenni numerosi centri commerciali, senza una precisa pianificazione. Già oggi si denotano capacità stradali insufficienti.

I nodi del traffico motorizzato nella valle della Limmat, tra Spreitenbach e Dietikon hanno ormai raggiunto limiti di saturazione. Lo stesso vale per la zona ad ovest di Losanna, dove i comuni interessati hanno addirittura deciso di concordare una moratoria delle autorizzazioni, per consentire l’elaborazione di soluzioni congiunte.

Il problema delle limitate capacità del traffico stradale nei grandi agglomerati urbani sta diventando l’ostacolo principale all’autorizzazione di supermercati e impianti per il tempo libero anche a Basilea, Berna, Ginevra, Lucerna e San Gallo. In futuro si rafforzerà quindi inevitabilmente la tendenza a costruire grandi centri in luoghi con un buon collegamento con la rete dei trasporti pubblici.

Legge abbastanza flessibile

Secondo uno studio di Rudolf Muggli, direttore dell’Associazione svizzera per la pianificazione del territorio (ASPAN), non è comunque necessario modificare la legislazione sulla protezione dell’aria. Secondo il rapporto, la legge è abbastanza flessibile e permette ai cantoni di armonizzare la loro politica in materia di protezione dell’aria con lo sviluppo auspicato del territorio.

Se un adeguamento delle norme non è necessario, occorre d’altro canto migliorare la coordinazione fra gli strumenti della protezione dell’aria e quelli della pianificazione del territorio. L’UFAFP e l’USTE elaboreranno raccomandazioni per aiutare i cantoni in tal senso.

Lo studio dell’ASPAN è una risposta a due mozioni parlamentari con cui si mette in risalto il timore che la legislazione sulla protezione dell’aria sia all’origine della decisione di costruire tali centri al di fuori degli agglomerati.

In particolare, ci si chiede se le misure contro l’inquinamento atmosferico che mirano a limitare il traffico abbiano spinto gli investitori a concretizzare i loro progetti lontano dalle città. Se questa contraddizione fra legislazione e gli obiettivi di pianificazione del territorio è vera, le due mozioni esigono una modifica delle prescrizioni.

swissinfo e agenzie

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