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Comprensione per la Svizzera dai paesi baltici

La presidente della Confederazione durante la cerimonia di benvenuto a Vilnius Keystone

Lituania e Lettonia hanno espresso comprensione per la posizione della Svizzera nella disputa fiscale con l'Unione europea. Lo ha constatato la presidente della Confederazione durante un viaggio nella regione.

L’obiettivo dei cinque giorni di viaggio di Micheline Calmy-Rey, recatasi anche in Polonia ed Estonia, era di rinforzare le relazioni bilaterali con alcuni dei nuovi membri dell’Europa unita.

Micheline Calmy-Rey ha difeso venerdì a Vilnius, in Lituania, la posizione della Svizzera nella diatriba fiscale con l’Unione europea (UE). Questa era l’ultima tappa di un viaggio della presidente della Confederazione nei paesi baltici e in Polonia.

Gli ultimi interlocutori della Calmy-Rey – il presidente lituano Valdas Adamkus e il ministro degli esteri Petras Vaitiekunas – hanno dimostrato “una certa comprensione” per la posizione svizzera, ha dichiarato Lars Knuchel, portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

Promesse d’efficacia

Dalle discussioni, che si sono soffermate anche sul “miliardo di coesione” accordato dalla Svizzera ai nuovi membri dell’UE, è emerso che la fetta destinata alla Lituania – 71 milioni di franchi- potrebbe essere utilizzata per progetti nell’ambito della salute, della ricerca e del sostegno alla società civile, ha aggiunto Knuchel.

“Ci impegneremo a impiegare la quota attribuita alla Lituania in modo efficiente”, ha dal suo canto assicurato Adamkus.

Il presidente lituano ha inoltre affermato che il suo paese intende aprire quest’estate un’ambasciata a Berna per rafforzare le relazioni culturali e economiche tra i due Stati.

La Lettonia per la concorrenza fiscale

Questa settimana, la presidente della Confederazione ha visitato anche la Polonia, l’Estonia e la Lettonia. In tutti questi paesi ha cercato sostegno per la causa elvetica nella questione relativa alla tassazione delle holding con attività nell’area UE, ma con sede in Svizzera.

Bruxelles rimprovera ai cantoni di praticare una concorrenza fiscale dannosa a scapito dell’erario degli Stati UE.

L’Estonia, primo paese visitato in questo viaggio nel nord-est europeo, si è mostrata piuttosto prudente sulla questione.

Al contrario, le autorità lettone hanno mostrato “grande comprensione” per la posizione svizzera. Anche la Lettonia, ha spiegato Knuchel, punta infatti sulla concorrenza fiscale per favorire la propria crescita futura.

Riconoscenza polacca

A Varsavia infine la responsabile del Dipartimento degli affari esteri ha raccolto la riconoscenza delle autorità locali per il contributo di 500 milioni di franchi destinato alla Polonia tramite il miliardo di coesione.

Il paese guidato dai fratelli Kaczynski (uno presidente l’altro primo ministro) ha infatti ottenuto la fetta principale del contributo svizzero attribuito ai 10 paesi che hanno aderito all’UE nel 2004.

swissinfo e agenzie

Il fondo di coesione dell’UE è uno strumento creato nel 1994 allo scopo di attenuare il divario economico e sociale tra i diversi Stati membri.

Nel 2004, l’UE ha chiesto a Berna di sostenere finanziariamente la coesione dei suoi nuovi membri, così come hanno fatto gli altri Stati dell’Associazione europea di libero scambio (che oltre alla Svizzera raggruppa Norvegia, Islanda e Liechtenstein).

Il 26 novembre 2006, i cittadini svizzeri hanno accettato al 53% la nuova Legge federale sulla cooperazione con gli Stati dell’Europa dell’Est. Essa stabilisce le basi legali per il versamento del contributo di coesione ai dieci nuovi membri dell’UE aderiti nel 2004. Berna verserà un miliardo di franchi su dieci anni.

L’UE vorrebbe ora, per ragioni d’equità, altri 350 milioni da destinare a Romania e Bulgaria, nuovi membri dall’inizio dell’anno.

La vertenza concerne le politiche fiscali in vigore in alcuni cantoni elvetici: secondo Bruxelles, esse violano l’accordo di libero scambio concluso dalle due parti nel 1972.

La Commissione europea esercita una pressione crescente sulla Svizzera perché elimini le agevolazioni accordate a società estere che hanno sede sul suo territorio ma che realizzano i propri profitti all’estero.

L’UE vieta agli Stati membri di attirare gruppi stranieri con tasse inferiori a quelle cui sono soggette le compagnie nazionali. La Svizzera, che non è membro dell’UE, non ha firmato questa clausola.

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