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Contadini: disponibili a ristrutturarsi, ma….

I contadini svizzeri ritengono impossibile battersi senza protezioni contro giganti agricoli quali il Brasile o gli Stati Uniti Keystone

L'agricoltura svizzera è sotto pressione: spese di produzione elevate, calo dei prezzi e liberalizzazione del commercio mettono a rischio le aziende.

I contadini si dicono pronti a fare degli sforzi per adattarsi alla nuova situazione. Ma chiedono il sostegno dei politici ed il mantenimento della protezione doganale.

Solo con una politica agricola adeguata, gli sforzi delle famiglie contadine per sopravvivere potranno avere successo, hanno affermato i rappresentanti dell’Unione svizzera dei contadini (USC) presentando in un’azienda di Barberêche, nel canton Friburgo (tra l’altro, comune di domicilio del ministro dell’economia Joseph Deiss) il rapporto 2005 e le prospettive per il futuro.

I contadini chiedono in particolare che vengano ridotti i costi di produzione. Secondo un’inchiesta condotta dall’USC, gli agricoltori svizzeri pagano anche il doppio rispetto ai loro colleghi dell’Unione europea per i mezzi di produzione.

I guadagni devono essere meglio ripartiti nella filiera agroalimentare, ha aggiunto il presidente dell’USC, Hansjörg Walter.

Per abbassare i prezzi ogni intermediario esercita pressioni sui suoi fornitori, fino ad arrivare al contadino che, al contrario degli altri, non può rifarsi su nessuno, ha spiegato.

Flessibilità e protezione

L’USC chiede inoltre un maggior margine di manovra in materia di gestione aziendale e una legislazione compatibile con le esigenze pratiche, in particolare per quanto riguarda la pianificazione del territorio.

Come può l’agricoltura reagire con flessibilità e spirito imprenditoriale se le si mettono costantemente i bastoni fra le ruote?, si chiede Walter.

La terza condizione per la sopravvivenza dei contadini – ha aggiunto il presidente dell’USC – è il mantenimento di una protezione doganale adeguata.

Non abbiamo nulla contro il commercio mondiale equo e neppure contro lo smantellamento delle sovvenzioni alle esportazioni, che distorcono la concorrenza, ma ogni paese deve essere in grado di produrre una parte dell’alimentazione necessaria alla popolazione, ha detto.

Le aziende elvetiche non potrebbero mai concorrere con le aziende industrali degli Stati Uniti o del Brasile, ha spiegato.

Per questo la protezione doganale deve essere una priorità nei negoziati in corso all’Organizzazione mondiale del commercio o per la conclusione di accordi di libero scambio.

14 miliardi per l’agricoltura

Infine i compiti di interesse generale svolti dall’agricoltura, come la conservazione del paesaggio rurale e delle risorse naturali, devono continuare ad essere rimunerati.

Il credito per l’agricoltura per i prossimi quattro anni dovrà quindi essere mantenuto a 14,09 miliardi di franchi e costantemente adeguato al rincaro, hanno chiesto i responsabili dell’USC.

Queste quattro condizioni potrebbero essere garantite nel progetto di Politica agricola 2011. Il progetto presentato dal Consiglio federale invece non ne tiene assolutamente conto.

Per questo l’USC lo ha fermamente respinto a metà dicembre, ha ricordato il presidente.

Ristrutturazione costante

Molti accusano i contadini di lamentarsi in continuazione, dimenticando gli immensi sforzi che essi hanno operato negli ultimi 15 anni per professionalizzarsi e trovare nuovi mercati.

Senza contare inoltre che un terzo delle aziende non è sopravvissuta agli sconvolgimenti provocati dalla riforma della politica agricola, ha fatto notare Walter: “Nessun altro settore economico ha subito una ristrutturazione così profonda in cosi poco tempo”.

Attualmente l’80% dei contadini guadagnerebbe di più lavorando fuori dall’azienda agricola, ha aggiunto il direttore dell’USC Jacques Bourgeois.

Molti agricoltori sono obbligati a dare fondo alle loro riserve o a trovare un’attività secondaria per mantenere l’azienda.

I contadini sono comunque pronti ad adattarsi ulteriormente, ma da soli non ce la faranno.

“Hanno bisogno del sostegno del mondo politico, che può creare le condizioni necessarie”, ha concluso Hansjörg Walter.

swissinfo e agenzie

Nel 1990, in Svizzera esistevano 80’000 aziende agricole.

Nel 2003 il loro numero è sceso a 65’886.

Ogni giorno chiudono cinque aziende.

Nel 2002, gli agricoltori rappresentavano il 4.1% della popolazione svizzera.

Tra il 2003 e il 2007, la Confederazione avrà destinato più di 14 miliardi di franchi all’agricoltura.

Per il periodo 2008-2011 il governo vuole ridurre questo capitale a 13.4 miliardi.

Nel 2003, il settore agricolo rappresentava il 1.4% del Prodotto interno lordo.

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