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Contro il patriarcato

Le elezioni del 10 dicembre non sono piaciute alle donne Keystone

Circa 12'000 persone, soprattutto donne, hanno partecipato sabato a Berna ad una manifestazione di protesta contro la svolta a destra del governo.

Le donne criticano l’esclusione di Ruth Metzler dal Consiglio federale e annunciano battaglia contro i tagli sociali.

Sono arrivate da tutta la Svizzera. 12’000, secondo le stime della polizia, 15’000 secondo altre fonti, soprattutto donne, armate di fischietti e striscioni, ben decise a dar sfogo alla loro rabbia contro quelli che chiamano “i patriarchi del Consiglio federale”.

Dopo le manifestazioni spontanee di mercoledì (giorno dell’elezione del nuovo governo federale) in varie città svizzere, la protesta si è data appuntamento sabato a Berna.

La manifestazione, organizzata da una trentina di organizzazioni femminili, dal Partito socialista, dai Verdi e dai sindacati, si rivolgeva contro “la scandalosa elezione patriarcale del 10 dicembre” e contro “l’esclusione delle donne dal Consiglio federale”.

“Un’occasione mancata”

“Il 10 dicembre la Svizzera politica ha mancato un’occasione storica,” ha osservato durante il comizio finale Ursula Angst-Vonwiller a nome della Federazione delle associazioni femminili svizzere. “Sarebbe stato possibile avere tre consigliere federali e avvicinarsi così ad una vera uguaglianza”.

Le cose come noto sono andate diversamente. Christoph Blocher è stato eletto a scapito di Ruth Metzler, alla candidata radicale Christine Beerli è stato preferito Hans-Rudolf Merz.

In governo il 50% della popolazione svizzera è rappresentato ora da una sola consigliera (il 14% dell’intero governo), ha sottolineato Ursula Angst-Vonwiller. “Questo risultato è ben lontano dalla concordanza sventolata dai partiti di governo”.

“Populismo e misoginia”

La destra ha fatto un balzo in avanti, ha constatato in un altro intervento con rammarico la consigliera nazionale socialista Ruth-Gaby Vermot. Con ciò la coppia “populismo di destra e misoginia” avrebbe fatto il suo ingresso in governo.

“Questa arrogante dimostrazione di potere ha fatto male fisicamente”, ha detto ancora la parlamentare. Le donne sarebbero cadute nella trappola della falsa sicurezza e avrebbero dovuto constatare che le pari opportunità in Svizzera non esistono.

Contro i tagli sociali

La manifestazione, a cui hanno partecipato donne di diversa provenienza politica e confessionale e che si è svolta in modo pacifico, non si è limitata a criticare la nuova composizione del governo.

Sul palco e sulla strada si sono sentiti slogan in favore dell’assicurazione maternità, in difesa delle pensioni e contro lo smantellamento del sistema di previdenza sociale.

swissinfo e agenzie

Le pressioni sul nuovo governo e in particolare su Christoph Blocher non giungono solo dalle piazze.

Sabato i due quotidiani svizzero tedeschi Blick e Tages Anzeiger hanno dedicato ampio spazio al possibile conflitto d’interesse fra il seggio governativo del leader UDC e la proprietà del gruppo EMS-Chemie.

Giovedì Blocher ha annunciato di voler cedere la direzione operativa del gruppo alla figlia Magdalena, ma ha glissato sulla sua partecipazione al gruppo. Il neo-eletto consigliere federale detiene il 72% del pacchetto azionario di EMS-Chemie, pari a circa 2 miliardi di franchi.

Prima delle elezioni del 10 dicembre Blocher aveva promesso di regolare rapidamente la questione della proprietà di EMS-Chemie, anche se la legge non lo obbliga a nulla. Ma ora non sembra più avere molta fretta.

I rappresentanti degli altri partiti di governo sono irritati per queste esitazioni. Il consigliere agli stati popolare Bruno Frick, citato dal Tages Anzeiger, ha affermato che se Blocher non dovesse separarsi dalle sue azioni, ciò corrisponderebbe ad “una chiara truffa ai danni dell’Assemblea federale”.

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