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Cosa è cambiato per gli americani?

A un anno dall'11 settembre, la vita negli USA sta tornando alla normalità.

La fiducia nel presidente sta scendendo ai valori di prima dell’attentato. Stampa e TV riprendono ad occuparsi di temi interni e di cronaca. Ma il patriottismo rimane.

E’ questo il quadro che esce dai tanti sondaggi che sono stati condotti in questi giorni in America in vista del primo anniversario della distruzione delle torri gemelle.

Stelle e strisce

Ciò che resta è il senso di patriottismo scoppiato all’indomani dell’attacco. Enormi bandiere continuano a sventolare davanti a molte case del New Jersey o dell’hinterland di New York, dove risiedevano molte delle vittime.

A Washington invece sono completamente sparite. Sono rimasti solo gli adesivi sulle auto o sulle finestre delle case. Persino il Pentagono non porta ormai più tracce del terribile impatto.

Indimenticabile

L’esperienza ha certamente cambiato la vita di chi l’ha vissuta in prima persona. Prima di tutti gli abitanti di New York.

Nella grande mela, circa una persona su due conosceva qualcuno che è morto o è rimasto ferito quella mattina. “Per mesi la gente parlava solo dell’accaduto. Adesso non lo fa più” ci precisa Marie Luise Petitpierre, una giovane svizzera che da due anni vive e lavora a New York. Anche lei conosceva una delle vittime.

La nuova America

Gli americani hanno riscoperto i legami familiari. “Trascorro più tempo con la famiglia” affermano 4 americani su 10.

La gente invece vola un po’ di meno. Non tanto per la paura di volare, ma a causa dei controlli e delle code che bisogna fare prima di imbarcarsi.

Si va più spesso in chiesa, ma, malgrado gli appelli del presidente, non è aumentato in modo consistente il numero delle persone che fanno volontariato. E’ cresciuto piuttosto l’impegno di chi già prima era attivo nel sociale.

Gli stranieri si sentono più osservati e questo spiega l’aumento delle domande di naturalizzazione.

Libertà intaccate

In questo anno il governo ha preso o annunciato molte decisioni, che stanno intaccando le libertà civili.

La maggioranza degli americani si dice contraria al monitoraggio dei telefoni, della posta elettronica e degli acquisti fatti con la carta di credito.

Bush ha proposto al parlamento di creare un dipartimento per la sicurezza interna: raggruppa 170mila persone oggi divise in una ventina di agenzie sparse in otto ministeri. E’ una decisione che ha sollevato molte critiche, soprattutto in casa democratica. Ci si chiede come questo ministero sarà in grado di migliorare la sicurezza.

Più resistenze a Bush

Anche la fiducia nel presidente è in discesa. Per tanti motivi. Gli USA sono in piena campagna per le elezioni di medio termine previste a novembre. Molti democratici si distanziano dalla politica del presidente che ha favorito i tagli fiscali, ma non il sociale.

Gli americani sono preoccupati per il deficit di bilancio, ma anche per la situazione economica. La caduta della borsa ha reso tutti meno ricchi. La gente spende meno ed un guaio per un paese che fonda il suo successo sui consumi interni.

Gli scandali finanziari hanno messo a nudo anche i legami con i vertici della politica americana.

Anche i successi militari non convincono pienamente. Dopo tutto Bin Laden è ancora uccel di bosco e l’Afghanistan è tutt’altro che un paese sicuro. Il futuro sembra preannunciare una nuova guerra contro l’Iraq.

Questa volta a differenza dell’Afghanistan l’opposizione si fa sentire con più forza anche perché questa guerra potrebbe costare migliaia di vite umane. Perciò la maggioranza degli americani ritiene importante avere l’appoggio degli alleati, ma anche il sostegno del parlamento.

Anna Luisa Ferro Mäder, Washington

La vita in America sta ritrovando la normalità. Anche a New York, l’11 settembre non è più l’argomento di discussione principale.

Gli americani sono stati tuttavia segnati dagli attacchi alle torri gemelle. Ora passano più tempo con la famiglia, volano di meno e tendono ad essere meno aperti con gli stranieri.

La popolarità di Bush, dopo essere stata alle stelle per mesi, è ora in calo. Si ritorna a dibattere di politica interna e di differenze tra repubblicani e democratici.

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