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Credit Suisse limita i danni

Nonostante la crisi sui mercati statunitensi, i risultati del Credit Suisse restano soddisfacenti imagepoint

Rispetto a UBS, la crisi dei mutui a rischio negli USA non ha inciso troppo sui risultati di Credit Suisse: nel terzo trimestre l'utile è sceso del 31% a 1,3 miliardi di franchi.

Sull’arco dei nove mesi, la banca elvetica registra comunque un utile record di 7,2 miliardi.

Il Credit Suisse Group ha reso noto giovedì di aver conseguito nel terzo trimestre del 2007 un utile netto da attività continuative dell’11%, pari 1,302 miliardi di franchi, nonostante un calo dei risultati conseguiti nei settori «investment banking» e «asset management». Il «private banking» ha invece fatto registrare risultati positivi, con una crescita rispetto al terzo trimestre del 2006.

Il risultato conseguito dalla seconda banca banca elvetica è superiore alle attese: CS Group ha dunque superato la crisi ipotecaria negli Stati Uniti con danni minori rispetto al concorrente UBS, che nello stesso periodo ha registrato perdite.

Esito previsto

Complessivamente, durante i primi nove mesi del 2007 CS Group ha ottenuto un utile di 7,2 miliardi di franchi, in progressione del 9% rispetto allo stesso periodo del 2006. Tenendo conto esclusivamente delle attività svolte, la progressione ammonta addirittura al 27%.

La miglior tenuta di CS Group nei confronti della crisi negli Stati Uniti era stata d’altronde pronosticata dagli analisti. La banca ha comunque subito un calo dell’utile netto in un anno del 31%: gli analisti avevano ipotizzato un utile netto per il terzo trimestre pari a 1,268 miliardi di franchi.

Flessione dell’«investment banking»

La diminuzione riflette essenzialmente la contrazione del risultato, prima della deduzione delle imposte, dell’unità di banca d’investimento («investment banking») che è passato da 758 milioni a sei milioni di franchi nel periodo considerato. La crisi sul mercato statunitense ha avuto un impatto segnatamente sui titoli a reddito fisso.

Alla fine di settembre il patrimonio in gestione ammontava a 1571,3 miliardi di franchi, pari ad un aumento del 9% rispetto a un anno prima. Rispetto al secondo trimestre il patrimonio gestito è però diminuito del 3,5%.

L’importanza della diversificazione

Brady Dougan, Chief Executive Officer del Credit Suisse Group, ha commento positivamente i risultati: «Le condizioni di mercato che hanno caratterizzato il terzo trimestre hanno influenzato molte delle nostre attività. La nostra diversificazione delle attività ci ha comunque aiutato a mitigare l’impatto sul risultato complessivo e a mantenere solida la redditività».

Dougan ha poi aggiunto che «cominciano a delinearsi segni incoraggianti di un incremento dell’attività sui mercati creditizi, anche se è troppo presto per dire quando tutti i mercati afflitti dalla crisi rientreranno nella normalità».


swissinfo e agenzie

Ad inizio ottobre, il Credit Suisse ha annunciato la soppressione di 170 posti nel settore dell’Investment Banking, principalmente negli Stati Uniti. L’istituto bancario impiega circa 47’000 persone nel mondo.

Questa ristrutturazione è da collegare alla crisi del mercato delle ipoteche a rischio.

Nel terzo trimestre del 2007, l’Investment Banking ha fatto registrare un utile di sei milioni di franchi, contro i 758 milioni realizzati nello stesso periodo del 2006.

L’UBS ha dal canto suo smantellato 1’500 posti di lavoro. altre banche hanno proceduto nello stesso modo. La britannica HSBC, per esempio, ha soppresso 750 posti di lavoro, la statunitense Lehman Brothers 1’200.

swissinfo.ch

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