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Cresce ancora il mercato del lavoro

Sempre più donne entrano nel mercato del lavoro, grazie anche alla diffusione degli impieghi a tempo parziale Keystone

Il mercato del lavoro continua a tirare: nel quarto trimestre del 2000 sono aumentati in Svizzera sia gli occupati (più 1,5 % su base annua) sia i posti di lavoro (più 1,9 %). Nel suo barometro trimestrale dell'impiego, l'Ufficio federale di statistica (UST) ha calcolato in 3,915 milioni il numero totale degli occupati: la crescita, come nei rilevamenti precedenti, è stata più forte tra le donne (più 2,0 %) rispetto agli uomini (0,4 %) e più robusta presso gli stranieri (più 3,8 % ) rispetto agli svizzeri (più 0,2 %).

I posti di lavoro sono aumentati dell’1,9 %, grazie in particolare alla progressione delle occupazioni a tempo parziale: calcolata nell’equivalente di posti a tempo pieno la crescita è stata dell’1,4 % soltanto. Il «part-time» è salito del 4,2 % ( più 41mila impieghi) e il «full time» dell’1 % (più 26mila).

Per settore si constata che nell’industria il numero dei posti di lavoro è cresciuto di 14mila unità (più 1,4 %) e nei servizi di 53mila ( più 2,1 %).

Nel secondario, l’incremento più significativo è stato registrato dalle costruzioni (più 4300 posti; più 1.5 %), anche se la crescita è nettamente rallentata rispetto al trimestre precedente. Hanno registrato incrementi sopra la media anche i rami «fabbricazione di prodotti in metallo», «fabbricazione di apparecchi medici, di precisione, orologi», «fabbricazione di macchine ed apparecchi elettrici» e «industria chimica» . È invece ancora peggiorata sensibilmente la situazione nei rami «industria tessile» e «produzione e distribuzione di energia elettrica, gas, acqua».

Nel settore dei servizi, la crescita dell’impiego è stata più generalizzata: sono infatti progrediti 20 dei complessivi 24 rami. Ancora una volta, l’»informatica» ha registrato un netto incremento (più 6100 posti; più 12.1 %). Da segnalare anche la tendenza al rialzo nei rami «altre attività professionali e imprenditoriali», «attività finanziarie» e «commercio all’ingrosso». Nell’»istruzione» sono stati censiti 7’400 impieghi in più rispetto all’anno precedente, essenzialmente per via dell’aumento delle occupazioni a tempo parziale. L’incremento più significativo in cifre assolute è stato quello del gruppo «sanità e servizi sociali» (più 10300 posti; 2.7 %. Gli «alberghi e ristoranti» hanno invece subito per la seconda volta consecutiva un netto calo.

Differenze regionali nella struttura economica

Tra le grandi regioni della Svizzera emergono differenze nella struttura del mercato del lavoro. Nelle Regioni di Zurigo e del Lemano, il settore dei servizi è rappresentato in misura superiore alla media (78,5 % degli impieghi in entrambe le aree geografiche), mentre è nettamente al di sotto della media svizzera (71,6 %) nella Svizzera orientale (64,5 %) e nella Svizzera nordoccidentale (67,0 %). Poiché la quota di donne nel terziario (50,5 %) è superiore nel complesso a quella del settore secondario (21,6 %), non sorprende più di tanto che queste due regioni registrino una presenza femminile piuttosto bassa e che la regione del Lemano presenti la quota di donne maggiore (43,3 %).

Nel Ticino, afferma l’UST, si lavora nettamente di meno a tempo parziale: con il 20,7 %, la quota di impieghi a tempo parziale è nettamente più bassa che nell’»Espace Mittelland» (30,6 %), la regione dove il part-time è più diffuso.

Gli indicatori della statistica dell’impiego lasciano prevedere un ulteriore aumento. Nel 4° trimestre 2000, infatti, l’indice dei posti liberi (1° trimestre 1997 = 100) ha raggiunto un valore di 247,2 punti, pari ad un incremento di 58 punti o del 30,5 % rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente.

Complessivamente, poco più di un terzo delle aziende (35,4 %) lamenta ancora una carenza di personale qualificato (trimestre precedente: 35,9 %). Questa quota è nettamente superiore per le imprese del settore industriale (45,3 %) rispetto ai servizi (30,7 %). Per quanto riguarda le prospettive d’impiego per i prossimi tre mesi, il 90 per cento delle aziende le considera «buone» o «soddisfacenti».

swissinfo e agenzie

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