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Crescita svizzera frenata dalle debolezze strutturali

Il rapporto 2002 dell'OCSE mette il dito sui problemi dell'agricoltura svizzera Keystone

La Svizzera deve riformare e migliorare il potenziale economico. Lo dice l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.

Nel suo ultimo rapporto sulla Svizzera, pubblicato giovedì, l’organizzazione internazionale chiede alle autorità di proseguire “in modo vigoroso” le riforme iniziate, soprattutto nel campo della liberalizzazione dei mercati e del rafforzamento della concorrenza.

Dopo dieci anni di risultati economici deludenti, un possibile successo non è escluso e una liberalizzazione del settore sanitario, dell’agricoltura, del mercato dell’elettricità e del gas potrebbero contribuire ad un aumento del prodotto interno lordo in ragione del 4-7%.

Il rapporto dell’OCSE appoggia pienamente le conclusioni sulla concorrenza in Svizzera, pubblicate all’inizio del mese dal Segretariato di Stato dell’economia (Seco).

Produttività bassa

Secondo il Seco, negli ultimi 25 anni la crescita economica svizzera è aumentata ad un ritmo nettamente inferiore rispetto a quello degli altri Paesi industrializzati e la produttività è bassa.

“Il rapporto dell’OCSE rispecchia perfettamente quanto abbiamo constatato anche noi e cioè che disponiamo di solidi fondamenti macro-economici ma che, a lungo termine, abbiamo problemi strutturali di crescita economica”, spiega a swissinfo Aymo Brunetti, responsabile delle analisi al Seco.

Inoltre, secondo l’organizzazione con sede a Parigi le spesa pubbliche devono diventare più trasparenti e più efficienti. Anche per quanto riguarda la concorrenza, l’OCSE auspica un rafforzamento soprattutto nel settore sanitario, allo scopo di ridurre i costi.

Sussidi all’agricoltura

L’OCSE critica aspramente i sussidi all’agricoltura, in un momento in cui si levano da tutte le parti appelli per una liberalizzazione in numerosi settori. L’organizzazione ammette tuttavia che l’attuale politica dei pagamenti diretti ai contadini che applicano metodi ecologici ha contribuito a ridurre le pressioni degli ambientalisti. Ciò non significa, sottolinea però l’organizzazione, che questi pagamenti debbano servire da pretesto per mantenere alto il livello delle sovvenzioni.

Il rapporto dell’OCSE auspica anche una maggiore liberalizzazione del mercato dell’elettricità, del gas, dei servizi postali e delle telecomunicazioni.

Swissair

Il rapporto dell’organizzazione esamina anche lo “spettacolare” crollo di Swissair, nell’ottobre scorso e i tentativi del governo elvetico di tenere in vita la compagnia.

Anche se il rapporto riconosce che l’intervento statale non avrebbe potuto essere evitato, esso mette tuttavia in questione la somma stanziata affermando che “era nettamente superiore a quanto auspicato”. Allo Stato l’OCSE consiglia di vendere al più presto la propria partecipazione nella nuova compagnia Swiss.

Per quanto riguarda quest’ultima, il rapporto sottolinea che dovrà mporsi in un ambiente altamente competitivo. L’organizzazione aggiunge che le autorità dovranno controllare gradualmente il settore in modo tale da garantire che in futuro il tracollo di una singola compagnia non causi un caos totale nei trasporti aerei. L’anno scorso la flotta Swissair era rimasta a terra per due giorni per l’impossibilità di acquistare carburante e pagare le tasse di atterraggio.

Riciclaggio di denaro

Il rapporto auspica pure un maggiore controllo del settore finanziario, pur ammettendo che le leggi svizzere sul riciclaggio sono molto severe. L’OCSE fa notare che l’agenzia che Oltre Oceano si occupa della lotta contro questo tipo di crimine dispone di fondi limitati per portare avanti il suo lavoro.

L’OCSE ritiene che i risultati generalmente buoni delle istituzioni finanziarie possono essere migliorati se il management e la politica creditizia delle banche cantonali non si piegano troppo alle interferenze della politica locale.

Robert Brooks

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