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Dal 1990, un’azienda agricola su tre ha chiuso i battenti

Il numero di aziende che allevano mucche per commercializzare del latte è sceso del 9% dal 2003 al 2005 Keystone Archive

Stando ai dati pubblicati giovedì dall'Ufficio federale di statistica, fra il 1990 e il 2005 in Svizzera sono scomparse 29'188 imprese agricole quasi tutte con superfici inferiori ai 20 ettari.

La superficie agricola per azienda è quindi aumentata, passando da una media di 11,5 ettari nel 1990 a 16,7 nel 2005.

Prosegue la diminuzione del numero di aziende agricole in Svizzera. Dal 1990 a oggi un contadino su tre ha deciso di cessare l’attività.

La tendenza emerge dal Censimento federale delle aziende del settore primario 2005, pubblicato giovedì dall’Ufficio federale di statistica (UST).

Fra il 1990 e il 2005 il numero delle aziende agricole di piccole dimensioni, con una superficie fino a 20 ettari, è diminuito del 44%. Nello stesso periodo le strutture con dimensioni superiori hanno registrato una progressione del 39%, evidenzia l’UST in una nota.

Nel 2005 sono state censite 63’617 aziende agricole, ossia 2’239 in meno rispetto al 2003 (-3,4%). Quindici anni prima se ne contavano ancora 92’815: risulta quindi una contrazione del 31%.

Più imprese “biologiche”

La produzione biologica conta sempre più “adepti”. Fra il 2003 e il 2005 le fattorie bio sono aumentate da 6’124 a 6’420 unità (+4,8%). L’anno scorso il settore rappresentava il 10% del totale. Nelle regioni di montagna tale percentuale superava il 20%. “Questa espansione si è tuttavia lievemente affievolita negli ultimi anni”, sottolinea l’UST.

Complice la liberalizzazione del prezzo del latte e la prossima fine del contingentamento lattiero, sta mutando l’uso che i contadini fanno del bestiame. L’anno scorso il numero di vacche è rimasto praticamente invariato rispetto al 2003 (699’200 capi contro 703’400), ma le mucche per la produzione di latte sono diminuite del 3,4%. Nel contempo è aumentato del 17% il numero di vacche madri e nutrici in allevamento di carattere più estensivo.

Diminuiscono gli agricoltori

Di pari passo con la graduale scomparsa delle aziende del settore primario si registra una diminuzione delle persone attive nell’agricoltura. Nel 2005 sono stati contati 188’000 addetti, circa 5’200 in meno rispetto al 2003 (-2,1%).

Il calo, che riguarda soprattutto gli impieghi a tempo pieno, si spiega secondo l’UST con l’abbandono in numerose aziende agricole della produzione lattiera, che tradizionalmente necessita di un maggior impiego di manodopera.

swissinfo e agenzie

La Svizzera ha iniziato ad intraprendere una riforma agraria a partire dal 1993. Fino ad allora, lo Stato garantiva ai contadini l’acquisto di tutte le scorte invendute. Il settore agricolo svizzero è uno dei più protetti al mondo, assieme a quello giapponese.

I sussidi sono stati sostituiti dai pagamenti diretti, attraverso i quali lo Stato indennizza gli agricoltori per prestazioni a favore della collettività, ad esempio la cura del territorio.

Inoltre, sono stati introdotti i pagamenti diretti ecologici, per quelle aziende che lavorano secondo i dettami della produzione biologica.

A parte l’aspetto ecologico, l’obiettivo è soprattutto quello di rendere l’agricoltura svizzera più competitiva, riducendo i mezzi impiegati per sostenere il mercato, ad esempio sopprimendo i contributi all’esportazione.

Nel 2005 nel settore agricolo lavoravano 188’024 persone.
Nel 1990 erano ancora 253’600.
Nel 1990 le spese della Confederazione per il settore agricolo e dell’alimentazione ammontavano a oltre 2,6 miliardi di franchi.
Nel 2005 a più di 3.9 miliardi (il 7.5% del budget della Confederazione).

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