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Davos: l’appello al dialogo di Deiss

Il presidente della Confederazione ha inaugurato la 34esima edizione del Forum di Davos Keystone

Il presidente della Confederazione Joseph Deiss ha ufficialmente inaugurato il 34esimo Forum economico di Davos (WEF).

Mercoledì, il ministro ha accolto i più di 2100 partecipanti all’evento auspicando più sforzi globali per bloccare o prevenire i conflitti.

“Oggi”, ha detto Joseph Deiss, “oltre un miliardo di persone vive con meno di un dollaro al giorno: tutto ciò fomenta l’instabilità, fenomeno che non risparmia nemmeno la Svizzera e, più in generale, i paesi industrializzati”.

Di fronte a tale situazione, ha affermato il consigliere federale friburghese, è necessaria una maggiore cooperazione tra mondo economico e politico. Perché si possano garantire sicurezza e prosperità, i temi scelti come leitmotiv del Forum 2004.

“La pace si costruisce con la preminenza del diritto, la cooperazione ed il dialogo”, ha affermato il presidente della Confederazione. “Stati Uniti, Unione Europea e Svizzera devono fare di più per raggiungere tali ideali”.

Deiss ha precisato inoltre che per affermare questi valori, le Nazioni Unite rimangono il luogo di riferimento migliore.

Concludere Doha

Il presidente ha poi annunciato un tentativo svizzero per rilanciare i negoziati multilaterali nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del Commercio (OMC). “Siamo convinti che il dialogo debba proseguire”, ha sottolineato.

Le trattative attuali, conosciute come il round di Doha, si sono arenate lo scorso anno a Cancun (Messico) a causa di importanti divergenze d’opinione tra i paesi sviluppati e le economie emergenti in merito ai sussidi agricoli.

“Nonostante le difficoltà che abbiamo incontrato fino ad oggi, resto convinto che troveremo delle soluzioni e che il round di Doha sarà completato”, ha ribadito Joseph Deiss.

La parola a Clinton

I partecipanti al Forum, molti dei quali, per raggiungere il centro conferenze, hanno dovuto lottare con la molta neve scesa su Davos negli scorsi giorni, hanno quindi ascoltato l’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton.

In un discorso emozionale, Clinton si è lamentato della carenza di approcci sistematici per risolvere i problemi del mondo.

Ha quindi invitato i presenti, tra i quali importanti politici e manager, a cercare nuove vie per avvicinare poveri e benestanti. Poi Clinton si è rivolto ai delegati:

“Siete intelligenti. Avete ottenuto grandi risultati. Insieme abbiamo l’energia, le capacità intellettuali, la generosità di spirito ed il desiderio per realizzare un mondo più integrato”.

“E questo è proprio quello che potete fare a Davos: dirci come organizzare il mondo dei nostri sogni”.

Il discorso di Clinton, uno dei momenti importanti della prima giornata del Forum, sarà seguito da circa 200 sessioni separate nei prossimi giorni.

L’ottimismo di Kielholz

Walter Kielholz, responsabile del Credit Suisse, ha detto a swissinfo di considerare Davos un’opportunità per ampliare le sue prospettive.

“Prima di tutto, Davos non è soltanto una riunione di persone benestanti”, rileva il manager. “È un ampio gruppo di individui che hanno cose molto interessanti da dire”.

Secondo Kielholz, l’atmosfera ottimista che caratterizza l’inizio dell’edizione 2004 del Forum non si respirava più da almeno 3 o 4 anni.

“Ricordo gli incontri della fine degli anni 90, i tempi della bolla speculativa sui mercati: gli umori erano isterici. Una pazzia”.

“Oppure il depresso summit di New York, quello che ha seguito gli attentati dell’11 settembre. Ma ora sento che la tempesta è passata e che ci si possiamo di nuovo rilassare”.

swissinfo, Jacob Greber, Davos e agenzie
(traduzione: swissinfo, Marzio Pescia)

Il WEF affonda le sue radici nel 1971, quando il professore d’economia ginevrino Klaus Schwab decise d’organizzare un simposio a Davos.

Da allora, la località alpina ha ospitato il Forum annuale praticamente senza interruzioni di sorta.

La grande maggioranza degli abitanti di Davos si è recentemente espressa a favore della presenza futura del Forum.

Il tema del WEF 2004 è la “collaborazione per la prosperità e la pace”.

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