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Difficile il lavoro della Cooperazione in Medio Oriente

L'attività della cooperazione svizzera in Medio Oriente è consizionata dalla tensione del momento Keystone

L'aggravarsi della situazione in Medio Oriente rende difficile il lavoro della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) nei territori palestinesi, dove si vede obbligata a privilegiare piccoli progetti.

Il punto alla situazione del lavoro della DSC in Medio Oriente è stato fatto, martedì a Berna, dai due consiglieri nazionali democristiani Peter Kofmel e Remo Galli, di ritorno da un viaggio di una settimana nella regione. Entrambi i parlamentari hanno deplorato il degrado politico e sociale riscontrato nel corso del viaggio.

Peter Kofmel nelle sue dichiarazioni ha precisato di essere rimasto impressionato dal lavoro effettuato dalla DSC a Gerusalemme-est, dove Berna ha voluto mantenere aperto un suo ufficio. In estate, cedendo alle pressioni delle autorità israeliane, la Svizzera aveva chiuso l’ufficio di collegamento della DSC nei Territori per trasferirlo a Ramallah.

«Il denaro della DSC non finisce nei canali dell’autorità palestinese (Anp), ma è chiaramente destinato a piccoli progetti di sviluppo, molto concreti e pratici», ha sottolineato Peter Kofmel, come ad esempio l’aiuto alle famiglie per acquistare medicinali o l’istruzione delle donne.

«La troppa politica» rimane fuori, ha aggiunto Remo Galli. I due consiglieri nazionali hanno reso noto di aver avuto l’impressione che i palestinesi facciano pressione sulla popolazione per impedirle di operare con associazioni assistenziali civili.

Il presidente dell’Anp, Arafat, ha inviato una lettera ai suoi compatrioti esortandoli a non più cooperare con le organizzazioni civili. «Peccato, poiché la Svizzera cerca di essere neutrale», ha commentato Peter Kofmel, secondo il quale soltanto una coalizione internazionale potrebbe condurre israeliani e palestinesi allo stesso tavolo per una trattativa di pace.

swissinfo e agenzie

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