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Dopo le imprese, le famiglie

All'indomani del sì alla riforma sull'imposizione delle imprese, i giornali riportano l'analisi di un quasi pareggio swissinfo.ch

La stampa svizzera interpreta il sì di misura alla riforma sull'imposizione delle imprese come un avvertimento al ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz: è ora di pensare alle famiglie.

Il chiaro no all’iniziativa contro il rumore degli aerei da combattimento fa tirare un sospiro di sollievo all’esercito che però – avvertono i commentatori – non deve dimenticarsi del bisogno di tranquillità della popolazione.

Il risicato sì alla riforma dell’imposizione delle imprese ha sorpreso i commentatori svizzeri. I motivi di questo testa a testa – Le Temps parla dell’11esimo risultato più serrato della storia – sono tanti e diversi: la complessità del tema, le diatribe fiscali tra Germania e Liechtenstein (che non lasciano indifferente la Svizzera), i salari e i bonus destinati ai manager.

Una serie di argomenti che, scrive la Neue Zürcher Zeitung (NZZ), ha portato il numero dei no quasi ad eguagliare quello dei sì. «Una logica scombussolata», ritiene anche Le Quotidien Jurassien, visto che i sondaggi lasciavano presagire un sì deciso e che in 17 cantoni sono già in vigore leggi paragonabili a quella approvata domenica sul piano federale.

Tutti vincitori e vinti

Vincere una votazione col 50,5% di sì sembra essere una mezza sconfitta. Le Temps parla del «riso amaro» del ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz, La Liberté si domanda se la Svizzera non abbia «(quasi) effettuato una svolta a sinistra». A far presa, soprattutto nella Svizzera francese e nelle regioni urbane dove la proposta del governo ha riscosso meno successo, è stato – secondo Le Temps – soprattutto un tema sbandierato dalla sinistra, ovvero «la condanna dei regali ai ricchi».

Di tenore opposto l’analisi della NZZ, che sottolinea la sconfitta e non la sua entità: «Una volta di più è stato sconfitto l’immobilismo della sinistra», scrive il foglio zurighese. «Una sinistra che di volta in volta si dimentica che un clima fiscale favorevole alla fine porta ad entrate fiscali maggiori».

Per la Südostschweiz, il referendum della sinistra ha toccato un punto sensibile. Visto che le notizie che riguardano il mondo della finanza e dell’impresa negli ultimi tempi sono di stampo piuttosto negativo è stupefacente «che una leggera maggioranza di svizzeri abbia ancora una certa fiducia nelle imprese».

E ora le famiglie

Il sì alla riforma delle imprese, che molti intendono anche come gesto di buona volontà nei confronti dell’Unione europea, viene usato anche per invitare il Consigliere federale Merz a pensare alle famiglie.

Il sì risicato – scrive la Basler Zeitung, indica «che lo spazio per le agevolazioni fiscali alle imprese è esaurito».

«Le holding (alcuni anni fa) e le PMI (ieri) hanno già avuto», rincara il Corriere del Ticino. «Ora il Consiglio federale e il Parlamento debbono occuparsi seriamente delle persone fisiche e di quelle categorie che si assumono responsabilità sociali ed oneri finanziari importanti, a cominciare dalle famiglie con figli».

Anche per il Tages Anzeiger è necessario togliere dal dimenticatoio «un gruppo decisivo dal punto di vista della politica sociale: le famiglie con figli». Se in questo campo non ci sarà una riforma in tempi brevi – ammonisce il Corriere del Ticino – «molto difficilmente il popolo svizzero darà ancora fiducia al Governo federale nel settore della politica fiscale».

Il Tages Anzeiger sottolinea come il sostegno alle famiglie si traduca in ispirazione culturale ed economica per la società. «L’economia ha bisogno di molte più donne di quelle che ha coinvolto finora, donne che insieme ai loro uomini vogliono conciliare lavoro e figli. In questo campo la Francia fa da modello: nuove leggi fiscali forniscono le condizioni necessarie».

Aerei militari rumorosi: serve più attenzione

L’altro oggetto in votazione, l’iniziativa contro il rumore provocato dagli aerei militari nelle regioni turistiche, è stato respinto in modo chiaro, ma per i quotidiani elvetici ciò non significa che le forze aeree potranno fare come se l’iniziativa non ci fosse mai stata.

La NZZ, ad esempio, ritiene che il sì all’iniziativa a Meiringen e Sion – zone interessate dal rumore – dimostra che «la problematica del rumore causato dagli aerei militari occuperà la politica ancora per lungo tempo».

Il Bund ritiene che il Dipartimento federale della difesa in futuro dovrà fare delle concessioni, per esempio «in forma di orari di volo ridotti durante i momenti di maggior afflusso turistico». La popolazione, aggiunge la Neue Luzerner Zeitung, non ha bisogno solo di sicurezza, ma anche di tranquillità.

Il tema – scrive la Basler Zeitung – è stato trasformato in una «questione esistenziale a favore o contro le forze aeree e l’esercito» e se ne riparlerà ancora, non da ultimo quando si tratterà di acquistare nuovi jet da combattimento per sostituire i Tiger. I responsabili delle forze aree «faranno bene a mantenere le loro promesse e limitare il rumore provocato dagli aerei da combattimento» se, quando si tratterà di ottenere il credito per i nuovi acquisti, «non vorranno avere delle brutte sorprese».

swissinfo

Riforma II dell’imposizione delle imprese: accettata con il 50,53% di sì.
Iniziativa sul rumore degli aerei: respinta con il 68,1% di no.

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