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Doppio richiamo all’ordine del governo per Doris Leuthard

Doris Leuthard è entrata in Consiglio federale nell'agosto dell'anno scorso Keystone

Mercoledì la ministra dell'economia, entrata l'anno scorso nell'esecutivo, è stata criticata dai colleghi per le sue dichiarazioni su due temi diversi: i privilegi fiscali degli stranieri e la creazione di un congedo paternità prolungato.

Condannando le agevolazioni fiscali concesse a stranieri facoltosi, Doris Leuthard ha pure sollevato vive reazioni tra i maggiori partiti del paese.

Capita di rado che, lo stesso giorno, un membro del Consiglio federale venga sconfessato dal collegio esecutivo per le sue prese di posizione su due temi diversi.

È quanto successo mercoledì: durante la sua prima seduta annuale, il Consiglio federale ha richiamato all’ordine Doris Leuthard per due dichiarazioni formulate nei giorni scorsi dalla ministra dell’economia.

Nel corso della trasmissione politica “Infrarouge”, diffusa martedì sera dalla Televisione della Svizzera romanda, l’ultima arrivata in governo aveva condannato i privilegi fiscali accordati da alcuni cantoni a stranieri facoltosi, grazie al cosiddetto sistema della “tassazione globale”.

“Il sistema attuale danneggia gli svizzeri”, aveva affermato Doris Leuthard, citando l’esempio della star svizzera del tennis mondiale Roger Federer e del cantante francese Johnny Hallyday, che risiede dall’inizio dell’anno a Gstaad, nel canton Berna. “Non è accettabile che Federer, con un salario più o meno uguale, debba pagare molto di più rispetto ad Hallyday”.

Doppio no del governo

Nella sua seduta di mercoledì, il Consiglio federale ha invece tenuto a ribadire il suo pieno appoggio alla tassazione globale, riconosciuta attualmente a circa 3600 stranieri che vivono in Svizzera.

Senza commentare le dichiarazioni di Doris Leuthard, il portavoce governativo Oswald Sigg ha ricordato che il Consiglio federale ha già difeso a più riprese in passato questa formula fiscale, accordata solo in casi ben definiti.

In giornata, lo stesso Dipartimento federale dell’economia ha precisato che le affermazioni di Doris Leuthard corrispondono alla sua opinione personale e che la tassazione globale rientra nell’ambito di competenza dei cantoni.

I membri del governo hanno inoltre respinto le proposte formulate dalla ministra dell’economia in merito all’introduzione di un congedo paternità prolungato: Doris Leuthard aveva annunciato martedì di voler concedere cinque giorni pagati e venti non pagati ai propri collaboratori in caso di nascita di un bambino.

Il Consiglio federale ha indicato mercoledì che, per ora, non sono previsti cambi di rotta. “L’ordinanza sul personale dell’amministrazione federale prevede unicamente due giorni di congedo per i neo papà”, ha rammentato Oswald Sigg.

La questione del congedo paternità sarà ad ogni modo esaminata nel quadro della revisione in corso della legge sul personale della Confederazione.

Critiche dei partiti

Le dichiarazioni della ministra dell’economia in merito alla tassazione globale hanno sollevato anche vive reazioni da parte dei partiti politici.

Fra di loro, il più circospetto è apparso il Partito popolare democratico (PPD), la formazione di Leuthard. Secondo il segretario generale Reto Nause, sussiste effettivamente una disparità di trattamento fra svizzeri e stranieri che va discussa. Ma né Leuthard né il PPD sono contrari agli accordi fiscali con i contribuenti facoltosi.

Di ben altro tenore la reazione dell’Unione democratica di centro (destra nazionalista). Il presidente Ueli Maurer ha stigmatizzato quella che ha definito un’inversione di rotta a 180 gradi: in passato Leuthard aveva difeso la prassi fiscale attuale, ma oggi l’argoviese sta diventando sempre più una “ministra da proclami”.

Il Partito liberale radicale ha dal canto suo chiesto al Consiglio federale di mantenere una linea comune nella politica fiscale. “Fare altrimenti indebolirebbe la posizione del paese”, sostiene il segretario generale Guido Schommer.

Pieno sostegno alla ministra dell’economia è invece giunto dai socialisti. “Accogliamo con soddisfazione le chiare parole della consigliera federale contro i privilegi fiscali a beneficio di alcuni ricchi”, ha affermato la consigliera nazionale Susanne Leutenegger Oberholzer.

Giudizio negativo della stampa

Seppure con argomentazioni diverse, anche molti quotidiani svizzeri considerano che la ministra dell’economia abbia compiuto un passo falso con le sue critiche alla tassazione globale. Anche perché, come rileva il Tages Anzeiger, la stessa consigliera federale ha precisato mercoledì di non essere comunque favorevole ad una soppressione di questo sistema fiscale.

I titoli dei commenti dei giornali sono piuttosto significativi: “Giornata nera per Leuthard”, “Una doccia fredda”, “Tirocinio per Leuthard”, “Ingenua e pericolosa”, tanto per citare soltanto alcune testate.

swissinfo e agenzie

Gli stranieri che abitano in Svizzera e che guadagnano i loro soldi all’estero possono richiedere di pagare un’imposta forfetaria nel loro cantone di residenza.

La tassazione forfetaria è calcolata sulla base sulle spese annuali legate al costo della vita dell’interessato. Il totale è di almeno cinque volte il valore dell’affitto.

Secondo le stime più recenti, nel 2004 erano circa 3’600 le persone che beneficiavano di tale trattamento. Dieci anni prima erano circa 2’800.

In totale, le imposte versate alla Confederazione si aggirano tra i 60 e i 90 milioni di franchi. Nelle casse cantonali e comunali fluiscono invece 170-200 milioni.

Tutti i tentativi della sinistra di mettere fine a tale pratica sono finora falliti. Nell’ottobre 2005, il Consiglio nazionale (camera bassa) ha respinto un’iniziativa dei socialisti che chiedeva di tassare gli stranieri sulla base del loro reddito effettivo.

(Elenco non completo)
2 settimane: Migros, Swiss Re, Swisscom, Credit Suisse.

1 settimana: SRG SSR idée suisse, Novartis, SBB, Manor.

2-4 giorni: numerose aziende, tra cui UBS, Coop, Ringier.

1 giorno o niente: la maggior parte delle ditte, tra cui Denner, Roche, Ciba, Lonza.

La Svizzera è ancora in ritardo rispetto a diversi altri paesi europei, a cominciare da quelli scandinavi: la Danimarca prevede 10 settimane di congedo paternità, la Svezia almeno un mese.

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