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Elettricità più cara dopo l’apertura dei mercati?

In Svizzera vi sono ben 900 aziende che producono e distribuiscono la corrente elettrica swissinfo.ch

Dal 2009 scatta in Svizzera la prima fase del processo di liberalizzazione del mercato dell'elettricità. Le aziende produttrici di energia elettrica hanno già annunciato nei giorni scorsi pesanti aumenti delle tariffe per l'anno prossimo, sollevando vivaci reazioni da più parti.

L’apertura del mercato dell’elettricità è ormai imminente anche in Svizzera. A partire dal 2009 le aziende con un consumo annuo superiore a 100’000 chilovattora potranno scegliere liberamente il loro fornitore di corrente elettrica. Dal 2014 anche i piccoli clienti, a cominciare dai normali cittadini, potranno scegliere le tariffe più convenienti.

Come negli altri paesi europei, anche in Svizzera la deregolamentazione del mercato dell’elettricità era stata motivata in primo luogo con la prospettiva di una soppressione dei monopoli, di una maggiore concorrenza e di una riduzione dei prezzi della corrente elettrica.

Ora, pochi mesi prima dell’inizio della prima fase di liberalizzazione del mercato, le aziende elettriche hanno invece annunciato drastici aumenti delle tariffe applicate dall’anno prossimo. In alcuni casi la clientela dovrà sborsare oltre il 20% in più rispetto ad oggi.

Partiti di sinistra, sindacati e associazioni di consumatori hanno reagito immediatamente, criticando il preannunciato rincaro delle tariffe e minacciando un referendum per impedire l’introduzione della seconda fase dell’apertura dei mercati. Lo stesso governo si è detto mercoledì preoccupato per i forti aumenti dei prezzi dell’elettricità e ha invitato le aziende produttrici a rivedere la loro decisione.

Conseguenza del caropetrolio

Swissgrid, la società che riunisce sette delle principali imprese del ramo, ha giustificato il rialzo delle tariffe in ragione, tra l’altro, dell’aumento del prezzo del petrolio e del gas, che rafforza le pressioni anche sul mercato dell’elettricità.

“Se la liberalizzazione del mercato fosse avvenuta 5 anni fa, le tariffe sarebbero scese”, ha dichiarato nei giorni scorsi Hans-Peter Aebi, direttore operativo di Swissgrid. I fornitori di elettricità fanno valere inoltre la necessità di adeguare verso l’alto i costi relativi al trasporto della corrente elettrica. In futuro, con la liberalizzazione, questi costi dovranno essere riversati sui clienti.

“Con l’apertura dei mercati, le aziende elettriche sono costrette ad adottare una maggiore trasparenza”, spiega Matthias Finger, docente di management delle industrie in rete presso il Politecnico federale di Losanna. “Finora le aziende conoscevano soltanto il prezzo di vendita dell’elettricità. Non vi era una chiara suddivisione tra i costi di produzione e quelli di trasporto e distribuzione”.

Possibilità d’intervento limitate

La Commissione federale dell’elettricità (Elcom), creata appositamente dal governo per vegliare sulla liberalizzazione del mercato, è chiamata ora ad analizzare attentamente le ragioni dell’aumento delle tariffe.

A differenza dell’Ufficio della sorveglianza dei prezzi, la Elcom è autorizzata ad imporre eventuali modifiche delle tariffe. Anche le sue competenze sono però limitate, come spiega Matthias Finger. “Il prezzo dell’elettricità è costituito da tre fattori. L’Elcom può influenzare però soltanto le tariffe legate alle spese di trasporto, non può intervenire per contro sui prezzi di produzione dell’energia”.

In altri paesi europei le autorità di sorveglianza dispongono di maggiori competenze per regolare il prezzo della corrente elettrica. In Germania e in Austria, le tariffe sono state così ritoccate verso il basso, dopo l’aumento registrato al momento della liberalizzazione.

Minacce di referendum

Richiamando le aziende alla loro responsabilità, il governo ha ricordato che la seconda fase dell’apertura del mercato è soggetta al referendum facoltativo. In caso di forti aumenti delle tariffe nei prossimi anni, il popolo potrebbe esprimersi contro un’ulteriore liberalizzazione del settore.

Nei giorni scorsi, il Partito socialista ha già comunicato di voler senz’altro far ricorso all’arma del referendum, qualora le aziende elettriche non rinunciassero almeno in parte agli aumenti dei prezzi annunciati. I Verdi si sono già detti disposti ad offrire il loro sostegno.

swissinfo

L’elettricità copre circa il 20% del fabbisogno energetico svizzero.

Le centrali idroelettriche con bacino d’accumulazione producono il 30% dell’elettricità consumata in Svizzera, le centrali a filo d’acqua il 25%, le centrali termiche il 5% e gli impianti nucleari il rimanente 40%.

Sul territorio elvetico operano oltre 900 aziende produttrici di elettricità.

La società di gestione della rete elettrica Swissgrid è stata creata nel 2006 da 7 grandi aziende produttrici di corrente: ATEL, BKW, CKW, EGL, EOS, EWZ e NOK.

Swissgrid è incaricata di garantire 24 ore su 24 l’operatività della rete ad alta tensione, che si estende per 6,700 chilometri, e la sicurezza dell’approvvigionamento di elettricità in Svizzera.

Questa società, che impiega circa 190 collaboratori, è inoltre chiamata ad assicurare un accesso non discriminante alla rete per tutte le aziende produttrici di elettricità che operano sul territorio svizzero.

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