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La forza dell’essere piccoli

Anche se economicamente importante, la piccola Svizzera ha poco peso politico sulla scena internazionale. Il paese non deve però soffrire della sua piccolezza, ma sfruttare le sue forze e i suoi vantaggi. È l’opinione di Gerhard Schwarz, direttore del think-tank liberale Avenir Suisse.

Viviamo nel mondo delle grandi potenze. Lo percepisce pure la Svizzera. Anche se ha ancora un ruolo importante nell’economia mondiale per la sua piazza finanziaria rilevante e come centro di molti flussi commerciali, in quanto attore politico è un nano.

Dal crollo dell’Unione sovietica, la Svizzera ha perso molta della sua importanza quale mediatore neutrale. È probabilmente tra i grandi perdenti della fine della Guerra fredda. La pressione dei grandi paesi si è fatta rapidamente sentire ed è sempre più difficile contrastarla. Gli slogan sono noti: accordo bancario con gli Stati Uniti, FATCA, scambio automatico di informazioni, regole istituzionali con l’Unione europea e così via.

Gerhard Schwarz

La piccola Svizzera offre molti vantaggi: il federalismo e la democrazia diretta rispondono ai bisogni dei cittadini.

Tutto ciò non potrebbe essere un motivo sufficiente affinché la popolazione svizzera consideri la piccolezza della Svizzera come una maledizione e l’integrazione nell’UE come una benedizione? E se il “Sonderfall” (“caso particolare”) svizzero fosse un modello desueto, che porta più sofferenza che orgoglio? La partecipazione della Svizzera all’UE non potrebbe offrirle la possibilità di svolgere un ruolo di primo piano?

I vantaggi di un piccolo Stato

Chi risponde in modo affermativo, soccombe probabilmente a una tendenza alla sopravvalutazione delle proprie capacità, che la Svizzera non può permettersi. Il peso di un piccolo Stato resta esiguo, anche quando fa parte di un insieme più grande. Invece di soffrire della propria piccolezza, la Svizzera dovrebbe vederne i vantaggi e cercare di sfruttarli. La piccolezza rappresenta anche una forza. Lo dimostra il successo economico di molti piccoli Stati. Quasi nessuna delle grandi potenze figura nelle prime dieci posizioni delle classifiche sulla competitività e sulla qualità di vita.

Di nazionalità austriaca e svizzera, Gerhard Schwarz è direttore del think tank liberale Avenir Suisse, finanziato dall’economia svizzera. Nato in Austria nel 1951, ha studiato economia politica e aziendale all’università di San Gallo. Per tre decenni ha lavorato come giornalista economico per il quotidiano svizzero-tedesco Neue Zürcher Zeitung. Dal 2008 al 2010 è stato sostituto caporedattore della testata. Gerhard Schwarz è autore e curatore di numerosi libri.

La piccola Svizzera offre molti vantaggi: il federalismo e la democrazia diretta rispondono ai bisogni dei cittadini, portano a una maggiore legittimità delle decisioni politiche e riducono il potenziale danno di decisioni sbagliate. La democrazia diretta può senza dubbio essere applicata meglio nei piccoli Stati. E lo stesso vale per la neutralità, che ancora oggi rappresenta un valore prezioso.

Quando si mette l’accento sulle forze specifiche del piccolo Stato svizzero, bisogna però fare attenzione a non interpretare questo “caso speciale” in modo statico e a non lodarlo in modo eccessivo.

La Svizzera deve sviluppare ulteriormente queste sue caratteristiche positive se vuole garantirsi un futuro di successo. Questa evoluzione non va però assolutamente assimilata o confusa con un adeguamento alle tendenze globali dominanti.

Tre particolarità della Svizzera

1.   Una delle grandi peculiarità della Svizzera è la sua concezione di uno Stato con uno spirito cooperativo, la sua struttura dal basso verso l’alto. È ciò che ne fa in primo luogo una nazione fondata sulla volontà (“Willensnation”). La responsabilità individuale, il principio di milizia, la cooperazione e la concordanza risultano da questo e stanno alla base del successo sociale ed economico della Svizzera. Bisognerebbe dunque appoggiarsi su questo fattore di successo. Ma se si vuole preservarlo anche in futuro, è necessario riflettere senza tabù su delle riforme, ad esempio sulle possibilità di metter fine al conflitto talvolta autodistruttivo tra i diversi campi politici, senza però mettere in pericolo il principio della sussidiarietà e della democrazia di base.

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2. Allo stesso tempo bisogna salvaguardare la democrazia diretta, questo sistema decisionale e politico unico, dal rischio di banalizzazione. Non si dovrebbe abusare di iniziativa e referendum per bloccare dei processi politici, fare campagna elettorale o suscitare emozione nella popolazione. Ci vorrebbero dunque degli ostacoli più grandi all’utilizzo di questo strumento.

3. La protezione della sfera privata e del diritto alla proprietà rivestono un’importanza capitale affinché la Svizzera possa emergere nell’ambito della concorrenza mondiale e posizionarsi in testa nel vero senso della parola: affidabilità, stabilità e serietà. Le concessioni frettolose sul segreto bancario, segnate da molto opportunismo e poca fedeltà ai principi, hanno intaccato gravemente questa immagine di affidabilità. Sarebbe un segnale catastrofico se, seguendo la tendenza mondiale dominante, il segreto bancario fosse abolito anche all’interno della Svizzera.

Il ruolo della Svizzera nel mainstream globale

In quanto piccolo Stato, non è attraverso un adattamento, attraverso l’adesione ad associazioni più grandi che riuscirà ad avere successo, ma attraverso la differenziazione.

La Svizzera deve dunque fare di tutto per continuare ad essere attrattiva e innovativa, mantenere l’apertura verso il progresso e preservare il suo ordine economico liberale. In quanto baluardo “dell’opinione della minoranza”, lambito da una grande corrente dominante globale, un piccolo paese non può unicamente trarre vantaggi, ma ha anche un ruolo importante da svolgere come valore di riferimento per altri paesi, in quanto fonte di ispirazione e forse anche, di tanto in tanto, come spina nel fianco.

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