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Energia, bene pubblico

Per l'USS, l'attuale regime di monopolio regionale assicura un approvvigionamento efficiente Keystone

La liberalizzazione del mercato dell'energia elettrica non piace all'Unione sindacale svizzera (USS), che raccomanda di votare di no il prossimo 22 settembre.

Secondo l’Unione sindacale svizzera (USS), la prevista liberalizzazione del mercato dell’elettricità provocherà un aumento dei prezzi senza garantire l’approvvigionamento di energia.

Gli esponenti dell’USS si sono pronunciati per la bocciatura della legge in votazione federale il 22 settembre. Essi sono favorevoli allo statu quo, che garantisce un servizio pubblico efficiente.

Monopolio efficiente

I monopoli regionali assicurano un approvvigionamento efficiente e vantaggioso. Il fabbisogno di energia elettrica può essere pianificato, i volumi della domanda sono conosciuti e i cambiamenti prevedibili.

Tutto ciò porta a prezzi stabili con riserve di capacità sufficienti, ha dichiarato lunedì alla stampa Rolf Zimmermann, segretario dell’USS.

A suo modo di vedere, la nuova legge sul mercato dell’elettricità manderà in frantumi questo sistema efficiente. Il popolo, ha aggiunto il suo collega André Daguet, ha del resto capito che il sistema attuale funziona bene, come dimostrano le bocciature di programmi di privatizzazione emerse dalle recenti consultazioni cantonali.

swissinfo e agenzie

Interessi divergenti fra clienti e produttori

Citando gli esempi americano e britannico, i rappresentanti dell’USS hanno lanciato la campagna in vista della votazione di settembre. Essi hanno cercato di dimostrare che una «liberalizzazione eccessiva» non può essere applicata al mercato dell’elettricità, dal momento che gli interessi di clienti e produttori non convergono.

Con la liberalizzazione, i prezzi per i piccoli e medi consumatori registreranno un aumento, mentre diminuiranno per le grosse imprese. Ma non è tutto: la disparità tariffale tra economie domestiche a forte e debole consumo di elettricità aumenterà a scapito di quest’ultime.

I comuni perderanno il controllo diretto della produzione. I produttori non si preoccuperanno più di garantire l’approvvigionamento, bensì di massimizzare i profitti. Dal canto loro, a lungo termine i distributori non saranno più a conoscenza dell’evoluzione del numero dei clienti, ma si concentreranno su contratti a breve termine, ha spiegato il segretario Serge Gaillard.

Essi saranno interessati a una penuria di elettricità, poiché tutto ciò sarà per loro sinonimo di tariffe elevate e di lauti guadagni, ha rincarato Rolf Zimmermann. Basti pensare ai picchi dei prezzi e ai tagli di corrente in California, nonché al disastro della società americana Enron. Secondo l’USS, a medio e lungo termine, in Europa ci saranno solo da 5 a 7 oligopoli, tra i quali- probabilmente – nessun svizzero.

Mancano provvedimenti sociali vincolanti

Secondo il presidente dell’USS, consigliere nazionale Paul Rechsteiner (PS/SG), di fronte a una popolazione smarrita, l’ordinanza d’applicazione della legge propone solo qualche «tranquillante» placebo. Inoltre, l’ordinanza non concretizza alcun provvedimento sociale vincolante.

Non sussiste nemmeno l’obbligo per le imprese di formare apprendisti, né di elaborare un piano sociale in caso di ristrutturazione, ha deplorato la vicepresidente dell’USS Doris Schüepp. Secondo lei risultano minacciati da 6 a 25mila posti di lavoro, attualmente garantiti dall’industria elettrica svizzera. Una riduzione concernerebbe soprattutto il personale di gestione e manutenzione.

swissinfo e agenzie

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