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Due argoviesi a Misiones

Alla ricerca del mitico Eldorado. Jorge Frutos

La crisi economica degli Anni Trenta indusse migliaia di svizzeri che avevano perso il lavoro ad emigrare.

Misiones è un caso unico perché si è trattato di emigrazione agevolata dalla Confederazione. Vi raccontiamo la vicenda dei coniugi Muster.

Arnold e Marta Muster, originari del canton Argovia, sono vittime della crisi degli Anni Trenta.

Nel 1934 il marito, carpentiere, si ritrova disoccupato e avvilito di dover vivere grazie al salario della moglie che lavora in una fabbrica.

Matura così l’idea di emigrare in Argentina, pare dopo aver visto un film di propaganda sulla regione di Misiones.

Spagnolo e sussidi

La moglie, che a 31 è diventata madre per la seconda volta, decide di prendere corsi di spagnolo da un compaesano che ha vissuto 18 anni in Argentina.

Nel 1936 i coniugi Muster chiedono all’apposito ufficio creato con il concorso della Confederazione, un prestito per emigrare in Argentina.

Il marito deve dapprima passare quattro settimane in una fattoria a Tenero (nel Canton Ticino), per impratichirsi nei lavori agricoli.

Arnold Muster ottiene un prestito di 6.500 franchi e la famiglia, compreso il padre di Marta, s’imbarca per l’Argentina nel 1937, con l’apprensione di chi lascia forse per sempre luoghi e ambienti familiari, fiducioso però in un futuro migliore.

“Foresta vergine”

Il primo impatto con l’Argentina è rude: Marta è contenta di aver imparato anche qualche parolaccia in spagnolo, per difendersi da certe prepotenze, annota nel diario che terrà per ben 36 anni.

A Buenos Aires, sono accolti poco simpaticamente dai preposti dell’ambasciata svizzera, che li invitano a trasferirsi il più presto possibile “nella foresta vergine”.

Giunti nella provincia di Misiones, i Muster comprano un appezzamento di terreno: 23 ettari per acquistare i quali investono quasi la metà del prestito ricevuto.

Promesse non mantenute

Marta Muster costata che la realtà argentina è ben diversa da quanto promesso dall’ufficio d’emigrazione e dagli opuscoli pubblicitari.

Arrivati troppo tardi nella stagione, i Muster perdono un anno di raccolto. Per fortuna il marito, carpentiere, trova saltuariamente lavoro presso altri coloni, che devono costruire o riattare case e fattorie.

Contrariamente alle promesse, nei paraggi non c’è né una scuola, né servizi sanitari. La regione è poco sicura ed i coloni devono essere pronti a difendersi con le armi.

La vita in un diario

La sorte sembra accanirsi contro i Muster: morsi di serpenti e ragni velenosi, invasioni di cavallette, incendi.

Dopo qualche anno le cose vanno un po’ meglio e la loro azienda prospera. Ma Arnold Muster si ammala gravemente nel 1950 e muore sei anni dopo.

La moglie continua con i figli a mandare avanti la piantagione di tabacco e l’allevamento bovino.

Solo negli Anni Sessanta, con la meccanizzazione dell’azienda, il lavoro si farà meno duro. Marta Muster è tornata in Svizzera nel 1973 a 70 anni, con il suo prezioso diario.

Marco Marcacci

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