Prospettive svizzere in 10 lingue

Gruppo compatto contro l’iniziativa COSA

L'iniziativa COSA chiede che siano i pensionati a beneficiare degli utili della BNS Keystone

Per un comitato a maggioranza borghese, l'iniziativa popolare COSA sul finanziamento delle pensioni è densa di pericoli.

Così come il governo, il comitato raccomanda di votare no all’iniziativa il prossimo 24 settembre.

L’iniziativa «Utili della Banca nazionale per l’Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS)» implicherebbe un aumento delle imposte, minaccerebbe la stabilità del franco svizzero e non garantirebbe a lungo termine il finanziamento dell’AVS.

Con questi argomenti un gruppo interpartitico a maggioranza borghese ha raccomandato martedì il rifiuto dell’iniziativa il prossimo 24 settembre.

Denominata COSA – dall’acronimo del Comitato per la Sicurezza dell’AVS – l’iniziativa prevede di assegnare all’assicurazione vecchiaia e superstiti gli utili della Banca nazionale svizzera (BNS), dopo deduzione di un miliardo destinato ai cantoni. Attualmente invece, vige la regola della ripartizione degli utili per 1/3 alla Confederazione e 2/3 ai cantoni.

«Se l’iniziativa dovesse essere accettata, i cantoni perderebbero 667 milioni di franchi di introiti e la Confederazione 833 milioni», ha spiegato il consigliere nazionale demoscristiano Felix Walker davanti alla stampa a Berna. «Ciò implicherebbe una diminuzione delle loro prestazioni oppure un aumento delle imposte».

Banca nazionale sotto pressione

Per il rappresentante zurighese dell’unione democratica di centro (destra populista), Hans Kaufmann, l’iniziativa confonde politica monetaria e politica sociale. Nuoce inoltre all’indipendenza della BNS, perché la mette sotto pressione, e indebolisce il franco svizzero. «Le conseguenze negative si farebbero sentire per la piazza finanziaria elvetica e la prosperità del Paese», sostiene il consigliere nazionale.

Per i membri del comitato contro l’iniziativa, le promesse finanziarie fatte dai promotori di COSA sono irrealistiche. Esperti, governo e la stessa BNS ritengono infatti che a termine l’utile da distribuire non supererà il miliardo l’anno, ossia la somma riservata ai cantoni. «L’AVS rimarrebbe così a bocca asciutta», aggiunge la liberale radicale Christine Egerszegi.

La consigliera nazionale argoviese preferisce il controprogetto elaborato dal parlamento, che prevede di versare all’AVS solo la parte federale (sette miliardi di franchi) risultante dalla vendita dell’oro eccedente della BNS. «Sarebbe un contributo unico, ma sicuro».

Preoccupazione per i cantoni

Dal canto suo, l’ex-direttrice delle finanze del canton Ginevra, Martine Brunschwig Graf, dice che sarebbe «molto preoccupata» per le finanze cantonali se l’iniziativa dovesse essere accettata. «Le perdite annuali ammonterebbero a 58,7 milioni di franchi per il canton Vaud, 38,6 per il canton Ginevra, 35,6 per il Vallese, 22,5 per Friborgo, 15,1 per Neuchâtel e 6,1 per il Giura», ha sottolineato la consigliera nazionale ginevrina.

Infine, il consigliere nazionale dei Verdi Martin Bäumle, sottolinea che le conseguenze negative si farebbero sentire anche sull’ambiente.

swissinfo e agenzie

Nel 2015, l’AVS dovrà far fronte ad un disavanzo di 11-14 miliardi.
Attualmente, l’età del pensionamento è di 65 anni per gli uomini e di 64 per le donne.
Nel 2020, il 20% della popolazione avrà raggiunto o oltrepassato i 65 anni.
Questa percentuale salirà al 25% nel 2040.

Il sistema pensionistico svizzero, che si basa sulla solidarietà fra le generazioni, è sempre più sotto pressione a causa dell’invecchiamento della popolazione.

Sempre più persone anziane maturano il diritto alla pensione, ma sempre meno giovani pagano le quote per il suo finanziamento.

L’origine del sistema risale al 1925, quando l’elettorato svizzero approvò un articolo costituzionale per la creazione di un’assicurazione obbligatoria per la vecchiaia e per i superstiti. Il 1° gennaio 1948 l’articolo entrò in vigore e da allora furono versate le prime rendite.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR