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L’UBS ospite al MoMa di New York

Lucian Freud, "Double Portrait", 1988-90. moma.org

Si chiama «Contemporary Voices». È una mostra realizzata con i quadri della collezione UBS dal rinnovato Museum of Modern Art di New York.

44 opere contemporanee, che la grande banca svizzera ha regalato al museo newyorkese, sono all’origine della mostra e ne rappresentano il cuore.

La lista degli artisti esposti si può leggere come un piccolo «chi è chi» degli ultimi quarant’anni del ventesimo secolo. Da Willem de Kooning fino a Neo Rauch, la mostra accoglie numerosi nomi che hanno contribuito in modo fondamentale allo sviluppo dell’arte contemporanea. I quadri esposti sono 64, 44 di questi, donati dall’UBS (Union Bank of Switzerland), rimarranno al Museum of Modern Art di New York (MoMa).

La collezione dell’UBS, che contempla 900 opere, è una della maggiori raccolte aziendali e, stando al parere degli esperti, una delle più significative per quanto riguarda l’arte contemporanea. In seguito ad una fusione, nel 2000 alla collezione dell’UBS si sono aggiunte le opere di proprietà della US-Investmentbank PaineWebber.

Una «storia di famiglia»

Sono proprio queste opere a rappresentare il cuore della mostra al MoMa. «In verità questa mostra è una specie di storia di famiglia interna al museo», racconta Ann Temkin, responsabile dell’esposizione.

Al centro di questa storia c’è Donald B. Marron, un appassionato collezionista di opere d’arte contemporanee che in passato è stato direttore della PaineWebber. Alla base della collezione della PaineWebber, ora dell’UBS, c’è proprio Marron, che nel frattempo è diventato membro del comitato direttivo del MoMa.

È stato lui che negli anni Novanta ha aperto al museo la prospettiva di una donazione proveniente dalla collezione PaineWebber e che quindi è all’origine della mostra «Contemporary Voices».

Completare

Per il museo newyorkese, la donazione rappresentava l’opportunità di ampliare e rafforzare in modo mirato la collezione permanente. «Alcune di queste opere sono molto importanti per noi», spiega Ann Temkin, «proprio perché completano in modo ottimale i nostri fondi».

«Così, per esempio, la “Hermannsschlacht”, una silografia di Anselm Kiefer tratta dal ciclo “Wege zur Weltweisheit”, colma una lacuna della nostra collezione, nella quale l’opera di Kiefer è ben rappresentata. E “In the Studio” di Philip Guston completa in modo meraviglioso il nostro ricco fondo di opere tarde di quest’artista».

L’esempio Ed Ruscha

Ma ci sono anche altri nomi conosciuti, che sorprendentemente finora non avevano trovato la strada del MoMa o che vi erano rappresentati in modo molto parziale. È il caso di Vija Celmins con “Night Sky” o Ed Ruscha, autore del quale sono arrivate diverse opere grazie alla donazione UBS.

Ed Ruscha è tra l’altro un buon esempio dello stile che caratterizza il collezionista Donald Marron. Marron ha conosciuto Ruscha a Los Angeles, all’inizio degli anni Sessanta. I due sono diventati in fretta buoni amici.

L’opera di Ruscha è rappresentata molto bene – per numero di opere e per l’ampio arco temporale che coprono – sia nella collezione privata di Marron, sia nella collezione PaineWebber/UBS. Marron ha comprato la maggior parte delle opere oggi esposte al MoMa poco dopo la loro realizzazione, senza aspettare che il “senno di poi” riducesse il rischio legato ad un tale acquisto.

Squadra di alto livello

La collezione d’arte dell’UBS oggi è guidata da una squadra composta da una direttrice, Petra Arends, da un curatore, Matthias Winzen (direttore della Galleria d’arte statale di Baden-Baden) e da alcuni consiglieri esperti d’arte (tra gli altri Jean-Christophe Amman e Donald P. Marron).

Cosa c’è di svizzero nella collezione di una banca svizzera? «La nostra collezione ha una vocazione internazionale», spiega la direttrice Petra Arends. «Non c’è un rapporto diretto con la Svizzera, anche se questo non vuol dire che importanti artisti elvetici, come Franz Gertsch o Beat Streuli, non siano rappresentati».

«Una delle cose che sta a cuore all’UBS è che le opere siano accessibili ad un grande pubblico. Per questo ci sono i prestiti ai musei, come è già avvenuto alla Tate Gallery (Londra) o adesso al MoMa», aggiunge Petra Arends.

La nuova galleria all’ultimo piano

«In questo spazio fungiamo un po’ da cavie», racconta Ann Temkin. «In definitiva, è la prima mostra che realizziamo quassù».

La Temkin parla della galleria destinata ad ospitare le esposizioni temporanee che si trova all’ultimo piano del nuovo museo. Si tratta di un locale ampio, alto sei metri e rischiarato da finestre a soffitto. Per la mostra attuale, lo spazio è stato suddiviso con delle pareti provvisorie. «Ci vorrà ancora un po’ di tempo prima di aver capito fino in fondo come sfruttarlo al meglio».

Intanto, chi fosse intenzionato a recarsi a New York, ha tempo fino al 25 aprile per appurare di persona il risultato della prima prova di Ann Temkin e dei suoi collaboratori.

swissinfo, Dieter Kuhn e Rita Emch, New York
(traduzione, Doris Lucini)

«Contemporary Voice» è una mostra realizzata dal Museum of Modern Art di New York con opere della collezione dell’UBS.

Una donazione dell’importante istituto bancario elvetico al MoMa è all’origine della mostra.

L’esposizione presenta 64 opere d’importanti artisti degli ultimi cinquant’anni.

Dopo la tappa al MoMa, la UBS Art Collection dovrebbe essere presentata anche in altri musei. È prevista una tappa anche in Svizzera.

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