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Luce verde per il processo agli ex-dirigenti di Swissair

Swiss, nata dalle ceneri di Swissair, è finalmente uscita dalle cifre rosse Keystone

Da gennaio del 2007, 19 ex manager di Swissair saranno processati per il fallimento della compagnia aerea. La corte di Bülach (Zurigo), ha accettato l'atto d'accusa completato.

Una prima versione del documento era stata respinta a inizio maggio perché troppo imprecisa.

Il secondo atto d’accusa, presentato lo scorso 12 luglio, presenta un esaustivo complemento di informazioni riguardo soprattutto l’entità dei danni subiti dai creditori di SAirGroup.

Un danno che al momento della ristrutturazione della compagnia nel marzo del 2001, ammontava a circa 1,1 miliardi di franchi. Il calcolo si basa sul fatto che i dirigenti avrebbero dovuto in quel periodo decidersi per la procedura di fallimento piuttosto che tentare una ristrutturazione per cercare di dissimulare le perdite del gruppo.

Dossier monumentale

Il processo, si legge in una nota dell’autorità giudiziaria, dovrebbe durare circa due mesi e si baserà su una vasta documentazione racchiusa in 4150 raccoglitori, frutto di quasi cinque anni di indagini.

Il dossier d’accusa – di un centinaio di pagine – riguarda complessivamente 17 ex dirigenti di SAirGroup, l’holding che controllava la defunta compagnia di bandiera, e due consulenti esterni.

I capi d’imputazione vanno dalla diminuzione dell’attivo a danno dei creditori, all’amministrazione infedele, alla cattiva gestione e in alcuni casi all’ottenimento di false attestazioni.

Illustri personaggi alla sbarra

Sotto accusa sono i responsabili delle finanze e i presidenti della direzione di SAirGroup in carica fra il 2000 e il 2001, come pure i membri del consiglio d’amministrazione dell’epoca.

Fra loro spiccano i due ex-presidenti del gruppo, Philippe Bruggisser e Mario Corti.

Tra gli indagati figurano inoltre molti nomi illustri della politica e dell’economia, come l’ex presidente del Credit Suisse Lukas Mühlemann, l’ex consigliera liberale agli Stati zurighese Vreni Spoerry, il banchiere privato Bénédict Hentsch, l’industriale Thomas Schmidheiny e l’ex consigliere di Stato zurighese Eric Honegger.

swissinfo e agenzie

Negli anni 90 Swissair stringe delle alleanze con delle compagnie aeree deficitarie, come Sabena e AOM Air Liberté. È l’inizio della fine.

Nel 2000, la compagnia aerea registra una perdita di 3 miliardi di franchi. Il suo patron Philippe Brugisser rassegna le dimissioni.

Nella primavera del 2001, Swissair crede di avere trovato il suo salvatore nella persona di Mario Corti, ex capo delle finanze di Nestlé.

Il 2 ottobre del 2001 l’intera flotta di Swissair rimane a terra perché mancano i soldi per pagare il carburante. Solo l’intervento urgente della Confederazione, con un’iniezione di 450 milioni di franchi, permette agli aerei di riprendere il volo.

Il 1. aprile del 2002, la storia di Swissair prende fine. Comincia quella di Swiss.

Rilevata lo scorso anno da Lufthansa, Swiss è appena uscita dalle cifre rosse. Nel primo semestre del 2006 ha registrato un utile netto di 76 milioni di franchi.

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