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Plebiscitato il censimento: meno del 3% non ha ancora risposto

Dieci anni fa 50.000 persone avevano boicottato il censimento dopo lo scandalo delle schedature; questa volta, tutto è filato liscio Keystone

L'Ufficio federale di statistica ha stilato un primo bilancio provvisorio molto positivo del censimento 2000. La partecipazione è stata alta e il progetto e-census si rivelato un successo.

Dopo lo scandalo delle schedature del 1990, i cittadini sembrano aver ritrovato fiducia nel censimento della popolazione, operazione che ogni 10 anni radiografa la struttura demografica, sociale, economica della Svizzera.

A dimostrarlo è il fatto che oltre il 90% dei questionari spediti nel 2000 sono ritornati entro fino anno all’Ufficio federale di statistica (UFS) senza bisogno di richiami. In seguito a sollecitazioni scritte e telefoniche la partecipazione è salita alla ragguardevole quota del 97,3%. I comuni saranno incaricati di recuperare i questionari ancora mancanti e potranno infliggere multe fino a 1000 franchi a chi ritarderà ancora.

“Voglio ringraziare la popolazione che ha deciso, per così dire, di giocare il gioco del censimento”, ha detto il direttore dell’UFS Carlo Malaguerra. Dieci anni fa, in seguito alla scoperta delle operazioni di schedature effettuate dalla polizia segreta nei confronti dei cittadini “sospetti”, circa 50mila cittadini avevano boicottato il censimento per protesta.

Ma per l’UFS un vero e proprio successo è stata l’iniziativa “e-census” che ha offerto la possibilità di riempire il questionario via Internet. Complessivamente circa 120mila economie domestiche, per un totale di 280mila persone, ovvero il 4,2% della popolazione, hanno fatto ricorso alla rete informatica. Un tasso di partecipazione di assoluto rilievo se si tiene conto del numero delle economie domestiche collegate con Internet (circa il 30% a livello nazionale) e del fatto che e-census non offriva vantaggi particolari rispetto al tradizionale questionario cartaceo, al contrario.

Il progetto e-census ha inoltre fornito interessanti informazioni per tracciare un identikit di chi ha fatto ricorso al web per il censimento. I profili delle economie domestiche presentano poche differenze di partecipazione tra regioni linguistiche, tra città e campagna o tra svizzeri e stranieri. In compenso gli uomini sono più presenti rispetto alle donne, i giovani tra i 15 e i 30 anni rispetto alle classi più anziane, chi lavora rispetto ai pensionati, chi ha una formazione superiore rispetto a chi ha frequentato soltanto le scuole dell’obbligo.

Se i dati completi e definitivi del censimento potranno essere disponibili soltanto entro l’autunno 2002, il bilancio intermedio ha comunque già permesso di mettere in luce alcuni punti deboli dell’operazione in quanto tale.

I grossi problemi riscontrati nell’utilizzare i dati messi a disposizione dai registri degli abitanti dei circa 3000 comuni svizzeri ha convinto l’Ufficio di statistica della necessità di un armonizzazione minima a livello nazionale di questo strumento. In futuro il censimento potrebbe sfruttare maggiormente queste banche dati e ridimensionare così il ruolo dei questionari.

Ma per Malaguerra una standardizzazione dei registri comunali rappresenta una misura necessaria anche per la ridefinizione dei rapporti tra Stato e cittadino: “Sarà un passaggio obbligato per la realizzazione di qualsiasi progetto di e-goverment”.

Luca Hoderas

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