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Swisscom accetta le condizioni del governo

Il CEO Jens Alder e gli altri dirigenti di Swisscom hanno deciso di non rinunciare al loro incarico Keystone

L'operatore telefonico si piega alle richieste del Consiglio federale: le trattative per l'acquisizione della società irlandese Eircom sono state interrotte.

In attesa di una nuova strategia, i membri del consiglio di amministrazione e della direzione continueranno ad occupare le loro cariche.

Il gigante blu ha annunciato lunedì che una nuova strategia verrà elaborata, non appena il Consiglio federale avrà fissato i suoi obiettivi strategici per il periodo 2006-2009, probabilmente entro la fine dell’anno.

Nel frattempo il Consiglio di amministrazione si è impegnato a non prendere decisioni in merito «a una partecipazione dell’azienda in seno a una compagnia di telecomunicazioni estera con un mandato di fornitura del servizio universale» e ha interrotto i colloqui con l’irlandese Eircom.

L’annuncio fa seguito alla decisione del governo svizzero di privatizzare il principale operatore telefonico nazionale e di impedire a Swisscom qualsiasi nuova acquisizione all’estero.

Sentimento di insicurezza

«Il dibattito pubblico degli scorsi giorni relativo alle questioni della partecipazione di maggioranza della Confederazione in seno a Swisscom, alle ambizioni all’estero e alla politica di distribuzione hanno generato un forte sentimento d’insicurezza presso gli azionisti, i clienti e i collaboratori», afferma in una nota la direzione dell’operatore telefonico.

Swisscom chiede quindi che gli obiettivi strategici 2006-2009 vengano «formulati con precisione». In particolare – afferma il comunicato – è necessaria chiarezza per quanto riguarda la conformità alla legge delle attività dell’azienda di telecomunicazioni, la strategia internazionale, il piano di distribuzione e il processo di privatizzazione.

Solo in questo modo sarà possibile garantirsi in futuro «la fiducia degli investitori e il Consiglio di amministrazione potrà svolgere la propria funzione».

Per quanto attiene alla privatizzazione, Swisscom chiede che alla Confederazione non vengano accordati diritti speciali rispetto a quelli degli altri azionisti.

Nonostante la controversa decisione del governo svizzero, i membri della direzione e del consiglio di amministrazione dell’operatore telefonico hanno deciso di rimanere in carica.

Decisione problematica

Lo scorso 24 novembre, il governo svizzero aveva annunciato la decisione di porre fine alla partecipazione statale presso l’operatore telefonico, vendendo il suo pacchetto di azioni, pari al 66% del capitale della società.

A detta del Consiglio federale, la legge sulle telecomunicazioni basta a garantire una copertura adeguata su tutto il territorio elvetico.

Sempre secondo il governo, la Confederazione deve inoltre evitare in futuro di assumersi inutili rischi imprenditoriali, in particolare per quanto riguarda eventuali acquisizioni all’estero da parte di Swisscom.

Le stesse autorità elvetiche rischiano infatti di dover essere chiamate a rispondere a livello giuridico e politico, nel caso in cui dovessero sorgere dei problemi con i sindacati o altre parti in causa in altri paesi.

Il 25 novembre, il ministro di giustizia e polizia Christoph Blocher aveva inoltre annunciato la decisione del Consiglio federale di impedire alla direzione di Swisscom qualsiasi nuova acquisizione all’estero, fino al termine del processo di privatizzazione.

Un divieto che aveva fatto crollare le quotazioni dell’operatore telefonico. Nel giro di pochi giorni, il titolo Swisscom aveva perso un valore pari a 1,5 miliardi di franchi.

La decisione e soprattutto i metodi d’informazione del Consiglio federale sul caso Swisscom hanno sollevato negli ultimi giorni dibattiti e polemiche in Svizzera.

Mercato svizzero limitato

Negli ultimi anni l’azienda ha vagliato l’acquisto di società all’estero sulla base di criteri di acquisizione molto severi, afferma la direzione dell’operatore telefonico nella nota diramata lunedì, ricordando che le opportunità di sviluppo per Swisscom sono troppo limitate in Svizzera.

L’attenzione era focalizzata su compagnie redditizie che detenessero una posizione di leader nel mercato delle telecomunicazioni europeo, partecipazioni di maggioranza con una chiara direzione da parte di Swisscom e la limitazione delle dimensioni tramite il mantenimento di un finanziamento stabile.

Già oggi il Gruppo Swisscom ha interrelazioni con l’estero: i clienti in Svizzera beneficiano direttamente dell’alleanza strategica con Vodafone, ad esempio nell’ambito del roaming.

Dopo l’acquisto della partecipazione alla società di radiodiffusione Antenna Hungaria pochi mesi orsono, Swisscom è attiva anche in Ungheria.

Da notare che il principale operatore telefonico svizzero ha già perso non pochi soldi in passato nell’ambito di acquisizioni completamente mancate. Tre queste, in particolare l’acquisto della compagnia tedesca Debitel, venduta l’anno scorso con una perdita di 3,3 miliardi di franchi.

swissinfo e agenzie

Il governo elvetico detiene il 66% del capitale di Swisscom, per un valore di mercato di circa 17 miliardi di franchi.
Dal 1998, le azioni Swisscom hanno fatto guadagnare alla Confederazione 9 miliardi di franchi.
Il numero degli azionisti è circa 64’000, la maggioranza si trova in Svizzera.
In Germania, lo Stato detiene il 37% di Deutsche Telekom.
In Francia, la partecipazione statale presso France Telecom corrisponde al 33% del capitale azionario.
In Italia, lo Stato non possiede più nessuna partecipazione presso Telecom Italia.
Swisscom ha perso il monopolio del mercato svizzero delle telecomunicazioni otto anni fa.

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