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Troppo grande il divario digitale in Svizzera

Sormontare le paure grazie a corsi specializzati swissinfo C Helmle

Nel nostro Paese le disparità nell’impiego delle tecnologie digitali sono ancora troppo pronunciate. L'accesso è diventato una prerogativa di giovani e persone con una formazione medio-alta.

Un gruppo di personalità del mondo politico ed economico ha deciso di correre ai ripari.

In Svizzera il 45% delle persone di età superiore ai 14 anni consulta Internet più volte alla settimana, il 60% lo usa saltuariamente.

Ma questa evoluzione non tocca tutti gli strati della popolazione elvetica allo stesso modo: ci sono i privilegiati e coloro che non sono in grado o non hanno i mezzi finanziari per “stare al passo con i tempi”. Esiste insomma un vero e proprio divario digitale.

Una rete per colmare le lacune

Preoccupati per la situazione e nell’intento di evitare che si sviluppi una società a due velocità, personalità del mondo politico, economico e scientifico hanno deciso di creare una rete che permetta a tutte le cerchie della popolazione di accedere ai mezzi d’informazione e di comunicazione digitali.

La rete si prefigge di sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli di questo divario.

Infatti chi ha accesso alle nuove tecnologie ne trae profitto in ogni campo, soprattutto in quello professionale. Chi invece non si trova in una situazione privilegiata, rischia di essere doppiamente sfavorito.

Vuole inoltre “favorire al massimo la diffusione e contribuire a sdrammatizzare le paure di alcune fasce della popolazione nei confronti del computer”, dice a swissinfo Fulvio Caccia, presidente della Commissione federale della comunicazione (ComCom) e uno dei membri fondatori di questa rete.

A questo proposito, già tre anni fa era stato creato il concorso “Cavaliere della comunicazione”. Un riconoscimento, sostenuto anche da swissinfo, per i progetti e le iniziative capaci di colmare il divario digitale esistente.

Nel 2002 il premio è stato vinto dal ticinese Fredy Conrad, con il progetto “Ipazia-Libri” dedicato alle persone che hanno difficoltà di reinserimento sociale e professionale e alle quali vengono proposti l’accesso ai PC e alla lettura di libri.

L’internauta è accademico e giovane

“Le differenze maggiori si riscontrano a livello di formazione e di età” spiega a swissinfo Bettina Nyffeler, del Servizio di coordinamento dell’Ufficio federale delle comunicazioni (UFCOM).

Oltre il 70% degli accademici ha accesso alle nuove tecnologie. Fra le persone con una formazione che non va al di là della scuola dell’obbligo la percentuale si aggira invece sul 20%.

“Anche fra giovani e anziani la differenza è netta”, dice Bettina Nyffeler. “Quasi tutti i giovani hanno la possibilità di accedere ad Internet grazie ad un progetto federale destinato a promuovere l’utilizzazione delle nuove tecnologie nelle scuole”.

“Nella fascia degli ultracinquantenni la percentuale di utenti precipita invece al 20% circa, contro un buon 60% fra i ragazzi di età compresa fra i 15 e i 20 anni”.

Condizioni finanziarie e divario fra i sessi

Un altro fossato si delinea fra persone meno abbienti e cittadini benestanti. Tuttavia in Svizzera il divario finanziario coincide spesso con quello della formazione.

Chi ha seguito una formazione universitaria dispone anche di maggiori risorse finanziarie. E’ un’evoluzione parallela.

Un divario si osserva anche fra i sessi: le donne hanno minori possibilità di accesso all’informazione digitale degli uomini ma “stanno ricuperando”, spiega Bettina Nyffeler.

Per quanto riguarda la popolazione straniera non vi sono ancora studi precisi ma si sa che questa fascia di cittadini ha generalmente più difficoltà ad accedere alle tecnologie digitali.

Sensibilizzare attraverso il dibattito

Concretamente la rete vuole promuovere l’offerta di corsi destinati alle persone che utilizzano poco le nuove tecnologie. Il problema del divario digitale in Svizzera non è infatti sempre legato al mancato accesso ai computer.

“Per quanto riguarda la diffusione di computer, anche nelle economie domestiche, a livello europeo siamo in testa alla classifica”, spiega Fulvio Caccia.

Ma avere molti computer in casa non significa che anche il numero di utenti sia elevato. “Per questo le statistiche in questo campo sono molto relative” , sottolinea Caccia.

Imparare dall’Europa

Nel confronto europeo, la Svizzera è ancora ai primi passi. “Negli altri Paesi si fa molto di più”, spiega Bettina Nyffeler.

In Gran Bretagna la sensibilizzazione della popolazione avviene tramite la televisione, grazie all’apporto della BBC. In Austria si mette invece molto l’accento sui corsi destinati alle donne.

In Germania le autorità hanno a disposizione un budget per corsi d’informatica. Inoltre bus adibiti a piccoli centri d’informazione circolano in tutto il Paese, a disposizione dellla popolazione.

L’Italia è forte nell’e-government e “in molte biblioteche e in diversi uffici pubblici esistono postazioni di computer ad uso pubblico”, ricorda Fredy Conrad.

Il governo svizzero si sta rendendo conto della necessità di agire. Nel 1998 ha pubblicato la sua “Strategia per una società dell’informazione in Svizzera” nel quale afferma che l’accesso di tutti gli svizzeri alle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione è il presupposto per un’equa società dell’informazione.

swissinfo, Elena Altenburger

La Svizzera occupa una posizione di primo piano per quanto riguarda l’infrastruttura informatica.

Molte economie domestiche dispongono infatti di uno o più computer.

E’ invece ancora troppo grande il divario fra chi sa usare le nuove tecnologie e chi non vi ha accesso: anziani, donne, persone con una formazione inferiore.

Le autorità svizzere si stanno occupando del problema che a lungo termine rischia di discriminare una parte della popolazione.

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