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Un lavoro tra tradizione e innovazione

Tutto sotto controllo: Hermann Mathis swissinfo.ch

La costruzione dell'organo avviene ancora nel rispetto della tradizione secolare. Materiali e strutture sono frutto dell'ingegno e dell'esperienza umana.

Eppure la tecnologia accompagna il lavoro in tutte le sue fasi. Aiuta, ma non sostituisce le capacità dell’artigiano.

Come mai in precedenza, i media si interessano al lavoro degli organari glaronesi e il proprietario della ditta, Hermann Mathis, sembra gustare questo momento di gloria per un lavoro che normalmente rimane nell’intimità della bottega. Disponibile e sorridente, conduce gli ospiti attraverso i vari spazi dell’officina.

Spazi e strumenti di lavoro

Il metallo per le canne viene fuso e forgiato tradizionalmente, come si fa da secoli; il legno necessario stagiona per sette lunghi anni, la scelta delle tavole migliori esige conoscenza e abilità. Gli impiegati lavorano con cura e precisione con gesti e tecniche immutate nel tempo.

Eppure molti strumenti di lavoro sembrano contrastare il clima da bottega artigianale. Per fissare un appuntamento con una squadra televisiva, tira fuori dalla tasca la sua agenda elettronica, al telefono portatile chiarisce alcuni dettagli con la segretaria. Qui tutto è coordinato per via elettronica.

Soprattutto nello studio di progettazione la tecnologica è entrata di prepotenza. I computer accompagnano la progettazione. Malgrado la discrezione, la tecnologia è presente ovunque.

Strumenti elettronici di precisione garantiscono la calibratura di ogni parte degli organi. Un sistema di ventilazione sofisticato controlla l’umidità e la temperatura; il microclima è costante.

La ricerca del tempo

Ma il mastro organaro relativizza l’importanza della tecnologia: “La cosa di cui abbiamo più bisogno è il tempo; il tempo per pensare un progetto fino in fondo per creare uno strumento che duri dei secoli. I nostri organi devono rispondere alle necessità liturgiche del committente e coincidere perfettamente con le caratteristiche acustiche e estetiche dell’edificio”.

Per raggiungere questo ottimo, non bastano le macchine: “I computer ci aiutano a realizzare i sistemi meccanici, ma in definitiva non possono che combinare dei sistemi conosciuti”. Per questo la progettazione preliminare avviene su carta. Quello che conta sono le conoscenze, l’orecchio e l’esperienza degli artigiani.

Al passo con i tempi

Ma il mercato ha un suo peso, la concorrenza esiste anche in un settore tanto esclusivo e il tempo è sempre più un bene prezioso. “Per garantire il tempo necessario alla progettazione di uno strumento che corrisponda ad un ideale musicale, cerchiamo di ridurre al minimo tutti i processi che non sono legati alla creatività e alla capacità umane”, afferma ancora Hermann Mathis.

Per questo anche la ditta glaronese ha cercato di ottimizzare la sua produzione. In Svizzera sono oltre 30 i costruttori e i restauratori di organi e controllare i costi è un dovere. Inoltre il 90 per cento della produzione è diretta all’estero, ragione in più per controllare il rapporto qualità prezzo.

Così le macchine risparmiano ore di rifinitura, grazie ad una precisione millimetrica calcolata all’ordinatore; raccordi e valvole trovano il loro posto in un attimo, grazie alla progettazione informatizzata.

Daniele Papacella, swissinfo, Näfels

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