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Franco forte, cala la Nestlé

Nestlé cresce, ma non quanto vorrebbe Keystone

Nel primo semestre 2003, la multinazionale di Vevey, leader mondiale del settore alimentare, dimezza l’utile netto.

Sul risultato influisce l’andamento del mercato dei cambi, ma anche il fatto che nel 2002 erano stati realizzati dei guadagni straordinari.

La multinazionale svizzera Nestlé ha annunciato che l’utile netto per la prima metà del 2003 è pressoché dimezzato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il comunicato proveniente da Vevey, il quartier generale dell’azienda, parla di un utile di 2,78 miliardi di franchi. Nel 2002 la cifra ammontava a 5,656 miliardi. I risultati pubblicati sono solo parzialmente negativi e rispettano le attese degli analisti.

Cambio sfavorevole e 2002 non comparabile

Nestlé giustifica il calo con l’importante, e decisamente negativo, influsso del mercato dei cambi. Senza il franco forte, vale a dire ad un tasso di cambio costante, l’utile netto sarebbe aumentato del 19,%.

Inoltre Nestlé sottolinea come l’anno scorso i risultati fossero stati superiori all’ordinario grazie alla decisione di quotare in borsa la filiale Alcon (oftalmologia) e alla vendita di FIS (produzione di aromi).

Senza questi eventi straordinari, vale a dire su base comparabile, l’utile netto è in aumento del 4,9%.

Forte crescita dell’organico

Se calcolato in base a tassi di cambio costanti, il volume d’affari registra una progressione del 6,3%, in particolare grazie a una crescita organica del 5,5%, di cui il 2,1% di crescita interna reale e il 3,4% dovuto alla variazione dei prezzi di vendita.

Nestlé è ancora lontana dal suo obiettivo a lungo termine fissato al 4% per la crescita interna reale. Tuttavia il direttore operativo dell’azienda, Peter Brabeck, si dimostra fiducioso. Nel comunicato diffuso dalla Nestlé, Brabeck afferma: «Il gruppo mostra una capacità di crescita e di miglioramento».

Brabeck ha inoltre evidenziato gli sforzi fatti in materia di efficienza operativa: il margine EBITDA (prima della deduzione di interessi, imposte, ammortamenti e ammortamento dell’avviamento) è progredito al 12,2% del giro d’affari, contro l’11,9% alla fine del primo semestre 2002.

Crescono i mercati del Sud e dell’Est

Europa dell’est, America latina, Caraibi e Africa hanno registrato un’espansione organica nettamente superiore a quella media del gruppo.

Eccezion fatta per il cioccolato, l’industria dolciaria e gli alimenti per gli animali domestici, la maggior parte delle categorie di prodotti ha fatto segnare un’evoluzione positiva.

Il caffè solubile, i prodotti alimentari surgelati e l’acqua hanno realizzato «una crescita eccellente», scrive Nestlé precisando che questo è il caso anche di Beverage Partners Worldwide e Alcon.

Crescita in vista

L’indebitamento netto del gruppo è passato dai 15 miliardi della fine del mese di giugno del 2002 ai 21,1 miliardi alla fine di giugno di quest’anno. Il motivo principale di questo aumento è la decisione di considerare il piano di riacquisto delle azioni rimanenti di Dreyer’s (il colosso dei gelati acquisito alla fine di giugno) come debito a lungo termine.

Per l’insieme dell’anno il presidente della direzione prevede una crescita organica compresa fra il 5 e il 6 per cento. Nestlé conta in particolare su un miglioramento del contesto economico negli ultimi mesi dell’esercizio corrente. Il responsabile delle finanze Wolfgang Reichenberger ha affermato in una conferenza stampa telefonica di essere fiducioso riguardo a un ulteriore miglioramento nel secondo semestre del margine EBITDA.

swissinfo e agenzie

Utile netto per il primo semestre 2003: 2,78 miliardi di franchi
Stesso periodo 2002: 5,656 miliardi
Fatturato: 41,4 miliardi (-6,2%)
Togliendo dal bilancio 2002 i proventi risultati dalla quotazione in borsa di Alcon e dalla vendita di FIS, il calo dell’utile del 50% viene relativizzato e si trasforma in un aumento del 4,9%.

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