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Free press, una meteora destinata ad implodere

Confrontate a problemi di sponsor, decine di testate gratuite nel mondo hanno già chiuso i battenti Keystone

Pratici, sintetici, e disponibili ovunque. I giornali gratuiti proseguono la loro avanzata e in diversi cantoni svizzeri sono diventati i quotidiani dalle tirature più elevate. Un successo destinato tuttavia a spegnersi.

L’ultimo in ordine di tempo è apparso a fine giugno. Con il Blick am Abend, distribuito nel tardo pomeriggio, il panorama dei quotidiani gratuiti in Svizzera si è allargato a sette testate.

In meno di dieci anni – il primo è stato 20 Minuten nel 1999 – i giornali distribuiti nelle stazioni ferroviarie e alle fermate di bus e tram sono diventati la principale fonte d’informazione per centinaia di migliaia di persone. Non solo giovani e non solo pendolari.

Il boom dei gratuiti è visibile in tutta Europa, o quasi, dove dagli 11 milioni di esemplari stampati quattro anni fa si è passati ai 28 milioni del 2008. Bisogna però rimanere in Svizzera, ed in particolare nell’area germanofona, per trovare la più alta concentrazione pro capite.

«La Svizzera è in effetti il paese in Europa dove i gratuiti si stanno diffondendo maggiormente», conferma a swissinfo Stephan Russ-Mohl, direttore dell’Osservatorio europeo di giornalismo (EJO). «Non credo che ci sia un altro mercato in Europa dove la concorrenza tra i giornali gratuiti sia così forte come a Zurigo o a Basilea».

«Tra le ragioni plausibili che hanno portato a tale situazione – spiega – vedrei l’efficacia della rete di trasporti pubblici del paese: rispetto ad altre nazioni, in Svizzera si utilizzano maggiormente tram e treni, che facilitano la lettura dei giornali».

Gratuiti voraci

Negli ultimi dodici mesi l’edizione in tedesco di 20 Minuten si è confermata il quotidiano più diffuso della Svizzera, rileva l’indagine pubblicata in ottobre dall’Istituto di ricerche e studi dei media WEMF/REMP. Gli esemplari stampati quotidianamente sono aumentati da 435’000 a circa 526’000.

Con oltre 220’000 copie ciascuno, la versione gratuita di Le Matin (Matin Bleu, +48’000 copie) e 20 Minutes (+11’000) hanno spopolato nei cantoni francofoni.

Le principali vittime di questa evoluzione sembrano essere i giornali a pagamento, il cui calo osservato un anno fa è ribadito anche dalle ultime statistiche. Il leader dei fogli a pagamento, il tabloid scandalistico Blick, ha visto la sua tiratura scendere di 8’800 esemplari a 231’000. Stessa tendenza per il Tages Anzeiger (-3’000) e, seppur in misura minore, per le altre grandi testate della Svizzera tedesca quali Berner Zeitung/Der Bund, Mittelland Zeitung e Neue Zürcher Zeitung.

24 heures rimane il principale giornale a pagamento della Svizzera francese (vedi a fianco), anche se le tirature sono scese del 4%. In calo di popolarità anche i tre principali fogli ticinesi.

I giornali gratuiti rappresentano quindi una condanna a morte per la stampa tradizionale? Secondo alcuni esperti… assolutamente no. Anzi, come la più vorace delle specie, i gratuiti finiranno per autoeliminarsi.

Qualità senza prezzo

Per il ricercatore Piet Bakker, tra i principali conoscitori di free press, la concorrenza tra gratuiti e giornali tradizionali c’è, ma non è determinante. I lettori che abbandonano i quotidiani a pagamento per quelli gratuiti, sottolinea sul suo sito Newspaper Innovation, sono una minima parte. Al contrario, la metà delle persone che s’interessano ai gratuiti sono nuovi lettori, che dispongono solitamente di poche risorse finanziarie.

Una posizione sostenuta anche da Michael Haller, professore di giornalismo di Lipsia. Da una sua indagine condotta in una ventina di paesi europei, tra cui la Svizzera, emerge che il numero di lettori della stampa a pagamento non si riduce a causa dei gratuiti.

Haller cita l’esempio della Germania: nonostante i gratuiti abbiano difficoltà ad accedere al mercato (la loro espansione è frenata da una sorta di «fronte comune» dei giornali tradizionali) il calo delle pubblicazioni a pagamento è paragonabile a quello osservato altrove. A fare la differenza tra chi sopravvive e chi sparisce, sostiene Haller, non è il prezzo, ma la qualità dei contenuti.

«Non dobbiamo però scordare – annota il direttore dell’OEG Stephan Russ-Mohl – che in ogni paese c’è a disposizione soltanto una data somma per la pubblicità: ogni franco che è investito nei gratuiti, non arriva agli altri».

«A lungo termine – teme – mancheranno così soldi nelle redazioni, che dovranno rinunciare a fare un giornalismo investigativo e di qualità».

Cifre rosse

Se il destino dei giornali a pagamento appare perlomeno incerto, quello dei gratuiti è invece – paradossalmente – già segnato.

Un quarto dei quotidiani gratuiti lanciati finora a livello internazionale – un’ottantina su 320 – ha già dovuto chiudere baracca. E una buona parte si trova nelle cifre rosse, sottolinea Piet Bakker.

«I gratuiti sono probabilmente un fenomeno temporaneo: il futuro dell’informazione passerà da internet e dalla telefonia mobile», conclude Stephan Russ-Mohl.

swissinfo, Luigi Jorio

Nel 2000 in Europa circolavano 5,5 milioni di esemplari di giornali gratuiti.
2004: 11 milioni.
2008: 28 milioni.
I gratuiti sono diffusi in tutta Europa ad eccezione della Norvegia e di alcuni Stati dell’est.
I paesi dalla più alta concentrazione sono Spagna, Portogallo e Islanda.
(fonte: Newspaper Innovation)

Il crescente successo dei giornali gratuiti ha anche degli inconvenienti: la quantità di carta che gli spazzini devono raccogliere nei luoghi pubblici è aumentata in modo esponenziale.

L’ufficio federale della Sorveglianza dei prezzi aveva proposto di applicare il principio «chi inquina paga», chiedendo agli editori di assumersi gli oneri per lo smaltimento della carta.

Tristan Cerf, caporedattore del gratuito Le Matin Bleu, aveva però replicato che una tassa per lo smaltimento è già inclusa nell’affitto delle cassettine per la distribuzione dei giornali.

Svizzera tedesca: 20 Minuten* (526’351 copie), Blick (231’235), Tages Anzeiger (213’738), Berner Zeitung/Der Bund (212’648), Mittelland Zeitung (203’111).

Romandia: Matin-Bleu* (230’873), 20 Minutes* (221’560), 24 heures (85’813), Le Matin (61’345), Tribune de Genève (58’952).

Svizzera italiana: Corriere del Ticino (37’786), La Regione Ticino (33’042), Il Giornale del popolo (16’896).

Domenicali: SonntagsBlick (262’188), SonntagsZeitung (202’141), Le Matin Dimanche (200’030).

*gratuito

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