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Frontiere svizzere aperte ai nuovi paesi dell’UE

In Svizzera la presenza di lavoratori dell'UE è particolarmente forte nel settore della sanità Keystone

Dal 1° aprile, il mercato del lavoro elvetico si aprirà progressivamente ai cittadini dei dieci nuovi paesi membri dell'Unione Europea.

Fino al 2011, la libera circolazione delle persone sarà però limitata. Per lottare contro il dumping sociale verranno inoltre rafforzati i controlli.

Accettata il 25 settembre del 2005 dal 56% della popolazione elvetica, l’estensione dell’accordo di libera circolazione delle persone ai dieci nuovi Stati membri dell’Unione diventerà realtà dal primo aprile.

Questo accordo permetterà ai cittadini polacchi, ungheresi, cechi, estoni, lettoni, lituani, sloveni, slovacchi, maltesi e ciprioti di abitare, lavorare e studiare in Svizzera. I cittadini svizzeri godranno dal canto loro degli stessi privilegi.

Apertura progressiva

Tranne per i maltesi e i ciprioti, che da subito potranno beneficiare del trattamento riservato ai cittadini dei 15 “vecchi” paesi dell’Unione, per tutti gli altri il mercato del lavoro elvetico si aprirà in maniera graduale.

In un primo tempo, infatti, gli ingressi nella Confederazione saranno sottoposti a un sistema di contingentamento. Il numero di permessi di lunga durata (fino a 5 anni) aumenterà progressivamente da 1’700 nel 2006/2007 a 3’000 nel 2010/2011, mentre quello dei permessi di breve durata (fino a un anno) da 15’800 nel 2006/2007 a 29’000 nel 2010/2011.

Inoltre, un lavoratore straniero potrà essere assunto soltanto se non vi sono svizzeri con le medesime qualificazioni disponibili sul mercato del lavoro. Oltre a questa precedenza nazionale, prima di rilasciare un permesso i cantoni dovranno controllare le condizioni salariali e lavorative.

Studenti e pensionati potranno risiedere in Svizzera, a condizione di aver sottoscritto un’assicurazione malattia e di poter provvedere ai propri bisogni.

Clausola di salvaguardia

Dal 2011, il mercato del lavoro sarà completamente aperto. In caso di forte immigrazione, la Svizzera potrà però avvalersi della clausola di protezione prevista dall’accordo (che vale anche per i Quindici), che le permetterà di reintrodurre dei contingenti fino al 2014.

Prima dell’apertura totale delle frontiere, il Parlamento svizzero dovrà inoltre decidere – nel 2008 o nel 2009 – se prolungare definitivamente l’accordo di libera circolazione, decisione sulla quale sarà verosimilmente chiamato a pronunciarsi anche il popolo.

In concomitanza con l’entrata in vigore del protocollo, dal primo aprile 2006 verranno rafforzate le cosiddette misure d’accompagnamento per evitare il dumping sociale e salariale.

Controlli più severi

In particolare, i servizi di ispezione dei cantoni saranno potenziati e le infrazioni saranno sanzionate più severamente.

I lavoratori indipendenti dovranno sottostare a restrizioni d’entrata fino al 2007. In seguito, al momento di iniziare un’attività in Svizzera dovranno dimostrare la loro condizione di indipendenti, ad esempio attraverso l’iscrizione in un registro professionale.

Un lavoratore europeo che dovesse perdere il lavoro potrà usufruire dell’assicurazione disoccupazione, ma a determinate condizioni. Potrà ad esempio cercare un nuovo impiego in Svizzera durante sei mesi. Scaduto questo termine, la sua autorizzazione di soggiorno non sarà prolungata.

Il Segretariato di Stato dell’economia (seco) si attende effetti positivi da questa apertura ad est. Secondo le stime, nel 2010 il surplus di crescita rispetto al 2005 dovrebbe essere superiore dello 0,5%, ciò che corrisponde ad oltre due miliardi di franchi.

Inoltre, il seco giudica infondati i timori di un’immigrazione massiccia. Malgrado dei salari molto diversi, finora solo l’1,6% della popolazione dell’UE vive in un altro paese.

swissinfo e agenzie

A fine 2004 in Svizzera vivevano 18’925 persone provenienti dai 10 nuovi paesi membri dell’UE.
I cittadini originari di uno dei 15 paesi della “vecchia” Unione Europea erano 846’635.
Nel 2004, sono immigrate in Svizzera 2’174 persone provenienti dai 10 nuovi paesi membri, mentre 1’069 hanno lasciato il paese.
Dall’Europa dei Quindici, sono immigrate 54’728 persone, mentre 30’720 hanno lasciato la Svizzera.

I primi accordi bilaterali tra Svizzera e UE, che comprendono la libera circolazione delle persone con l’Europa dei Quindici, sono stati accettati dal popolo elvetico nel maggio del 2000.

L’accordo sulla libera circolazione è entrato in vigore nel giugno del 2002. Fino alla fine di maggio del 2004, la manodopera indigena aveva ancora la priorità su quella proveniente dall’Europa dei Quindici

Fino al maggio del 2007, il numero di permessi di soggiorno concessi dalla Svizzera è sottoposto a un sistema di contingenti.

In seguito all’allargamento dell’UE, Berna e Bruxelles hanno negoziato un protocollo addizionale per estendere la libera circolazione delle persone ai dieci nuovi Stati membri dell’UE. Questo accordo è stato accettato dal popolo svizzero nel settembre del 2004.

Per i nuovi paesi dell’UE, il sistema di contingentamento sarà in vigore fino al 2011.

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