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Frutta e verdura “Made in Switzerland”

Frutta e verdura al 100% d'origine svizzera. swissinfo/L. Schäublin

Per garantire al 100% l’origine e la qualità, senza presenza alcuna di Ogm, dei prodotti ortofrutticoli locali, gli agricoltori svizzeri propongono un nuovo marchio.

Il logo “Suisse Garantie” vuole essere una misura per proteggere maggiormente consumatori e produttori, soprattutto dopo la recente firma degli accordi dell’Omc.

“I prodotti geneticamente modificati busseranno presto alle nostre frontiere ed in futuro ce li ritroveremo nel piatto”, avverte Roland Leimgruber.

Se le parole del direttore dell’Ufficio centrale vodese della cultura ortofrutticola possono sembrare, volutamente, allarmiste, la minaccia di ritrovarsi alimenti modificati geneticamente nella dispensa, non è così irreale.

Con il nuovo accordo di base nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc) firmato lo scorso luglio a Ginevra – che rilancia i negoziati sulla liberalizzazione degli scambi commerciali – il mercato svizzero aprirà infatti ancor di più le porte all’importazione.

Se nel nostro paese la produzione contenente organismi geneticamente modificati (Ogm) è proibita, nulla impedisce a questi prodotti di giungere in Svizzera dall’estero.

L’associazione Agro Marketing svizzera (Ams) ha così deciso di correre ai ripari, lanciando il logo “Suisse Garantie”.

“Abbiamo voluto creare una marca d’origine”, dichiara a swissinfo Melchior Ehrler, presidente del Comitato di consultazione del progetto “Suisse Garantie”.

Il nuovo marchio vuole infatti essere una garanzia di qualità e dell’origine 100% elvetica. Oltre ad assicurare l’assenza di Ogm.

“Il logo è frutto delle constatazioni dei grandi progressi effettuati dagli agricoltori svizzeri in materia di metodi di produzione e dall’apertura sempre più marcata dei mercati”, aggiunge Ehrler.

Attenti all’etichetta

“Suisse Garantie” vuole soddisfare il desiderio espresso dal consumatore, di poter riconoscere senza esitazione l’origine dei prodotti alimentari.

Dei sondaggi realizzati su campioni rappresentativi della popolazione hanno infatti messo in evidenza che due terzi delle persone prestano attenzione alle indicazioni di qualità.

Il 90% degli intervistati vedrebbe inoltre di buon occhio un marchio di garanzia per i prodotti agricoli svizzeri.

Garanzia di qualità… e di mercato

Il nuovo simbolo di qualità sarà posto unicamente su prodotti alimentari d’origine svizzera e trasformati nel paese.

“In un primo tempo saranno presi in considerazione i prodotti ortofrutticoli, poi amplieremo l’applicazione del logo a carne e latticini”, precisa Ehrler.

La totalità delle materie prime deve inoltre provenire da aziende che forniscono le prestazioni ecologiche richieste dalla legislazione agricola.

Non solo i consumatori, ma anche i produttori potranno trarre profitto dal marchio.

“Gli agricoltori locali potranno ritagliarsi una porzione di mercato tutta per loro”, indica Ehrler.

100% naturali

“I prodotti “Suisse Garantie” non conterranno Ogm”, indica il presidente del comitato di consultazione.

Nel settembre 2003, una ventina di organizzazioni di ambientalisti, contadini e consumatori avevano presentato l’iniziativa “per alimenti senza manipolazioni genetiche” dopo aver raccolto oltre 120’000 firme.

Iniziativa che, nella sua prima riunione dopo la pausa estiva, era stata respinta dal Consiglio federale.

Secondo il governo, la attuali disposizioni legislative proteggono a sufficienza la salute dell’uomo e l’ambiente.

Le leggi svizzere in materia di Ogm non sono tuttavia così severe come nell’Unione europea (Ue). Nel nostro paese ad esempio, il foraggio e gli alimenti animali che contengono più del 3% di Ogm devono essere identificati (il limite scende all’1% per gli alimenti destinati all’uomo). Nell’Ue la soglia è invece dello 0,9%.

Secondo Bruno Heinzer, della campagna di protezione genetica lanciata da Greenpeace, “è scioccante constatare come in Svizzera i consumatori non dispongano di informazioni che faciliterebbero l’acquisto di prodotti non-Ogm”.

Consumatori contenti, ma solo a metà

“Troviamo positivo che ci sia un marchio per meglio identificare i prodotti svizzeri”, ci dice Isabelle Eichenberger Pasquier.

La collaboratrice della Federazione romanda dei consumatori (Frc) non manifesta tuttavia un eccessivo entusiasmo.

L’indicazione di garanzia sarà infatti applicata anche ai prodotti in provenienza dal Liechtenstein, dalla zona franca di Ginevra e da alcune regioni frontaliere che sottostanno a trattati internazionali, ciò che solleva dubbi e critiche:

“Crediamo che ciò sia fuorviante per i consumatori”, osserva Eichenberger Pasquier.

Deluse da quella che è considerata una “buona informazione, ma non sufficiente”, le associazioni dei consumatori delle tre regioni linguistiche hanno preso le distanze, ritirandosi dal consiglio degli esperti in seno all’Ams.

Controlli più severi

“Il logo non porta inoltre nulla di supplementare rispetto alla legge, se non dei controlli maggiori”, aggiunge la collaboratrice di Frc.

Il marchio di garanzia sarà infatti accompagnato da severi controlli, che saranno svolti da organi di certificazione indipendenti, riconosciuti dalla Confederazione.

“Metteremo un accento particolare sui sistemi di controllo. È infatti necessario che le indicazioni sull’etichetta siano veritiere”, sottolinea Ehrler.

Il nuovo simbolo di qualità, che non aumenterà il prezzo del prodotto di un centesimo, farà la sua apparizione nei negozi a partire da metà settembre.

swissinfo, Luigi Jorio

68 milioni di ettari la superficie delle culture Ogm nel mondo.
700’000 tonnellate di foraggio, mais e soia, in gran parte prodotti a base di Ogm, sono importate ogni anno in Svizzera.

Il maggio scorso, l’Unione europea ha sospeso la moratoria anti-Ogm in vigore dal 1999.

Il primo prodotto transgenico commercializzato in Europa è stato il mais dolce Bt-11 del gigante elvetico Syngenta.

In Svizzera, solo gli alimenti che contengono più dell’1% di Ogm devono essere identificati da una scritta sull’imballaggio.

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