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G8, i grandi ribadiscono l’intento di aiutare i più poveri

Il primo ministro italiano Berlusconi, al centro, raduna gli altri leader del G8 per la tradizionale foto di famiglia Keystone

Si è concluso a Genova il vertice del G8, offuscato dai tragici scontri tra dimostranti e forze dell'ordine. Nel comunicato finale si sottolinea l'intento di ridurre il debito dei paesi più poveri. Intanto è già stato concordato il prossimo summit, che si terrà nel giugno del 2002 in Canada, mentre nel 2003 avrà luogo una conferenza mondiale sui cambiamenti climatici, proposta dalla Russia, aperta anche alle parti sociali e a scienziati ed economisti.

Occorre proseguire sulla strada della riduzione del debito dei Paesi più poveri: è l’obiettivo indicato dai leader del G8 nella dichiarazione finale del vertice di Genova. «L’alleggerimento del debito ed in particolare l’iniziativa a favore dei Paesi altamente indebitati – affermano i dirigenti dei principali paesi industrializzati – è un contributo valido alla lotta contro la povertà, ma è solo uno dei passi necessari per stimolare una più rapida crescita nei Paesi più poveri. Prendiamo nota con soddisfazione che 23 Paesi hanno i requisiti per una riduzione del debito pari a 53 miliardi di dollari, su uno stock iniziale di 74 miliardi. Dobbiamo continuare questi progressi».

I leader del G8 hanno dunque scelto una formula che non “certifica” una rottura fra europei ed americani. «Confermiamo la nostra determinazione – affermano nella dichiarazione finale – a trovare soluzioni globali alle minacce che mettono in pericolo il nostro pianeta. Siamo impegnati a dare prova di forte leadership. È necessaria un’azione rapida, efficace e sostenibile, coerente con l’obiettivo ultimo della Convenzione Onu sui cambiamenti climatici, ovvero quello di stabilizzare le emissioni di gas serra nell’atmosfera. Siamo determinati – proseguono i Grandi – a rispettare i nostri obiettivi nazionali ed i nostri obblighi nell’ambito della Convenzione attraverso una varietà di strumenti flessibili. In questo contesto – concludono – concordiamo sull’importanza di intensificare la cooperazione scientifica e la ricerca nel settore dei cambiamenti climatici».

Intanto, sul fronte della contestazione antiglobalizzazione il bilancio dei tre giorni di manifestazione è di un morto, centinaia di feriti e ingenti danni materiali. Nella notte su domenica, le forze dell’ordine impegnate per tre giorni in duri scontri con i manifestanti, hanno compiuto un’irruzione in due scuole di Genova, una occupate dal centro stampa e dai servizi sanitario e legale del Genova Social Forum, l’altra adibita a centro di accoglienza e casa della radio ufficiale del contro G8, Radio Gap. Nel corso della perquisizione, gli agenti avrebbero trovato mazze di ferro, molotov, piombo, coltelli e tute nere.

swissinfo e agenzie

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